Ormai è sempre più evidente la necessità di ripensare non solo la funzione ma anche il ruolo del mercato sia dei beni fisici, immobiliari, che di quelli immateriali quali ad es. i servizi. Questo implica ripensare il rapporto tra economia, l’economia urbana, e la politica. Politica che nasce dalla gestione del polis. Quindi occorre ripensare la, le, relazioni tra politica e l’arte di trattare la città ed il territorio, ovvero l’Urbanistica. Essa, come la politica in genere, sembra essersi fatta disciplina ancillare all’economia: risultato del dominio del liberismo più sfrenato.Tale necessità deriva dalla crescente diseguaglianza che si sta avendo nelle trasformazioni spaziali, in primo luogo quelle urbane. Diseguaglianza che significa innanzitutto impari fruizione dello spazio ma anche grande arricchimento di pochi soggetti a scapito della collettività e delle collettività locali. Al di là delle sempre esistite spinte speculative sulla città ed il territorio, dopo quasi 30 anni della liberalizzazione in vari settori dell’economia - tra cui quelle finanziarie - si richiede di verificare l’utilità reale di molte delle scelte di piano, o per lo più di progetti, che si sono fatte. Esiti che, come evidenziavano Dornbusch e Fischer nel 1990, si sarebbero manifestati nel lungo periodo nascendo da politiche di scala macroeconomica. In gran parte avvenute fuori dal processo di piano ordinario ed invece pensate e realizzate in un quadro di eccezionalità di eventi più o meno grandi: la vicenda delle splendide, coreograficamente, Olimpiadi greche del 2004 ma assolutamente “inutili” per le città e dannose per l’economia di quella nazione (www.panorama.it/mondo/2008/08/14/) dovrebbero fare riflettere. Riprendendo un più forte rapporto tra studi, dati, evidenze economiche e sociali e l’urbanistica, ponendo in primo piano il sentimento di città - pur se geograficamente diverso ed impari - non solo quale spazio pubblico ma come bene comune (Bienn. Spazio Pubb., 2011), sottolineando il rinato desiderio di cooperazione dopo l’esaltazione - mostratasi effimera ed inefficiente socialmente - dell’individualismo, il paper focalizza l’attenzione sulle recenti, spesso inique, scelte del Governo relative a molti aspetti che riguardano in modo significativo anche il territorio e, soprattutto, la città.

Urbanistica, Città, Politica, Economia

ARAGONA, Stefano
2012-01-01

Abstract

Ormai è sempre più evidente la necessità di ripensare non solo la funzione ma anche il ruolo del mercato sia dei beni fisici, immobiliari, che di quelli immateriali quali ad es. i servizi. Questo implica ripensare il rapporto tra economia, l’economia urbana, e la politica. Politica che nasce dalla gestione del polis. Quindi occorre ripensare la, le, relazioni tra politica e l’arte di trattare la città ed il territorio, ovvero l’Urbanistica. Essa, come la politica in genere, sembra essersi fatta disciplina ancillare all’economia: risultato del dominio del liberismo più sfrenato.Tale necessità deriva dalla crescente diseguaglianza che si sta avendo nelle trasformazioni spaziali, in primo luogo quelle urbane. Diseguaglianza che significa innanzitutto impari fruizione dello spazio ma anche grande arricchimento di pochi soggetti a scapito della collettività e delle collettività locali. Al di là delle sempre esistite spinte speculative sulla città ed il territorio, dopo quasi 30 anni della liberalizzazione in vari settori dell’economia - tra cui quelle finanziarie - si richiede di verificare l’utilità reale di molte delle scelte di piano, o per lo più di progetti, che si sono fatte. Esiti che, come evidenziavano Dornbusch e Fischer nel 1990, si sarebbero manifestati nel lungo periodo nascendo da politiche di scala macroeconomica. In gran parte avvenute fuori dal processo di piano ordinario ed invece pensate e realizzate in un quadro di eccezionalità di eventi più o meno grandi: la vicenda delle splendide, coreograficamente, Olimpiadi greche del 2004 ma assolutamente “inutili” per le città e dannose per l’economia di quella nazione (www.panorama.it/mondo/2008/08/14/) dovrebbero fare riflettere. Riprendendo un più forte rapporto tra studi, dati, evidenze economiche e sociali e l’urbanistica, ponendo in primo piano il sentimento di città - pur se geograficamente diverso ed impari - non solo quale spazio pubblico ma come bene comune (Bienn. Spazio Pubb., 2011), sottolineando il rinato desiderio di cooperazione dopo l’esaltazione - mostratasi effimera ed inefficiente socialmente - dell’individualismo, il paper focalizza l’attenzione sulle recenti, spesso inique, scelte del Governo relative a molti aspetti che riguardano in modo significativo anche il territorio e, soprattutto, la città.
2012
Equità sociale e spaziale; “Finanziarizzazione” della città; Gestione urbana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/16765
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