In una cronaca manoscritta redatta tra 1602 e 1616 per celebrare le imprese navali delle galere dell’Ordine di Santo Stefano, la narrazione è spesso interrotta da numerose immagine delle città e terre visitate. Qui, la Sicilia è una presenza costante: le descrizioni, corredate da ben quindici vedute, frutto di approcci avvenuti in diversi viaggi, consentono di avere un significativo quadro d’insieme dell’intera isola, anche in relazione alla sua economia. Tra le immagini più significative si annoverano quelle del porto di Messina, preso da un insolito punto di vista; della città di Palermo (forse la prima in cui è rappresentata la nuova via Maqueda) e del suo “molo nuovo”, di recente costruzione; della città di Trapani e della Colombara; ma non possono trascurarsi, per le informazioni che riescono a fornire, quelle di Agrigento, Gela, Licata, Lipari, Siracusa, solo per citarne alcune. La lettura di queste “prospettive” siciliane è arricchita anche dalla comparazione con quelle degli altri vedutisti che tra la fine del ‘500 e i primi decenni del ‘600 hanno raccontato l’isola: Tiburzio Spannocchi, Camillo Camiliani, Francesco Negro.

La Sicilia all’inizio del XVII secolo. Frammenti di storia urbana e territoriale in una cronaca manoscritta

SCAMARDI', Giuseppina
2004-01-01

Abstract

In una cronaca manoscritta redatta tra 1602 e 1616 per celebrare le imprese navali delle galere dell’Ordine di Santo Stefano, la narrazione è spesso interrotta da numerose immagine delle città e terre visitate. Qui, la Sicilia è una presenza costante: le descrizioni, corredate da ben quindici vedute, frutto di approcci avvenuti in diversi viaggi, consentono di avere un significativo quadro d’insieme dell’intera isola, anche in relazione alla sua economia. Tra le immagini più significative si annoverano quelle del porto di Messina, preso da un insolito punto di vista; della città di Palermo (forse la prima in cui è rappresentata la nuova via Maqueda) e del suo “molo nuovo”, di recente costruzione; della città di Trapani e della Colombara; ma non possono trascurarsi, per le informazioni che riescono a fornire, quelle di Agrigento, Gela, Licata, Lipari, Siracusa, solo per citarne alcune. La lettura di queste “prospettive” siciliane è arricchita anche dalla comparazione con quelle degli altri vedutisti che tra la fine del ‘500 e i primi decenni del ‘600 hanno raccontato l’isola: Tiburzio Spannocchi, Camillo Camiliani, Francesco Negro.
2004
Sicilia; iconografia storica
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