The recent Constitutional Court’s judgment no. 50/2015 has an undeniable credit: by means of a wise-creative construction of the law no. 56/2014 (so-called “Delrio Statute”), it ascertains both State’s authority to establish “Metropolitan Cities” (M.C.) and, to this concern, Municipalities’ right not only to opt-in, but also to opt-out from the new entity. Unfortunately, the judgment does not consider unconstitutional the decision of assigning by ordinary legislation all functions of the existing Provincial Authorities to the new M.C., without prior abolishing the former ones through constitutional amendment. Above all, judgement n. 50/2015 finds no violation of constitutional principles in the provision considering optional and not compulsory that M.C. Mayor be elected by all residents in the Municipalities of the territory of the M.C., thus mistaking a II degree election procedure (indirect democracy) with the denial of the right to vote for "all" (lack of democracy). This causes an unjustified discrimination between Municipalities and also between citizens, with serious damages to the value of democracy.

La recente sentenza n. 50/2015 della Corte costituzionale ha il pregio di riconoscere – grazie a un’intelligente interpretazione creatrice della legge n. 56/2014, c.d. Delrio – sia la competenza statale a “costituire” le Città metropolitane, sia la facoltà dei Comuni, non solo di entrare, ma anche di uscire, dalle Città metropolitane. Purtroppo la stessa sentenza non ravvisa l’illegittimità di una legge ordinaria sulle Città metropolitane che pretende di assorbire poteri e funzioni delle Province in assenza di una legge costituzionale che prima le abolisca. Ma, soprattutto, la sentenza n. 50/2015 non sanziona l’incostituzionalità di una disciplina che non prevede l’“obbligatorietà” dell’elezione diretta del Sindaco da parte di tutti i residenti nei Comuni del territorio della Città metropolitana, confondendo l’elezione di secondo grado (democrazia indiretta) con l’inesistenza tout court di elezioni per “tutti” (assenza di democrazia). Ciò crea un’ingiustificata discriminazione fra Comuni, e cittadini, di serie A e Comuni, e cittadini, di serie B, con grave lesione del principio democratico.

La sentenza cost. n. 50/2015. Una novità rilevante: talvolta la democrazia è un optional

SPADARO, Antonino
2015-01-01

Abstract

The recent Constitutional Court’s judgment no. 50/2015 has an undeniable credit: by means of a wise-creative construction of the law no. 56/2014 (so-called “Delrio Statute”), it ascertains both State’s authority to establish “Metropolitan Cities” (M.C.) and, to this concern, Municipalities’ right not only to opt-in, but also to opt-out from the new entity. Unfortunately, the judgment does not consider unconstitutional the decision of assigning by ordinary legislation all functions of the existing Provincial Authorities to the new M.C., without prior abolishing the former ones through constitutional amendment. Above all, judgement n. 50/2015 finds no violation of constitutional principles in the provision considering optional and not compulsory that M.C. Mayor be elected by all residents in the Municipalities of the territory of the M.C., thus mistaking a II degree election procedure (indirect democracy) with the denial of the right to vote for "all" (lack of democracy). This causes an unjustified discrimination between Municipalities and also between citizens, with serious damages to the value of democracy.
2015
La recente sentenza n. 50/2015 della Corte costituzionale ha il pregio di riconoscere – grazie a un’intelligente interpretazione creatrice della legge n. 56/2014, c.d. Delrio – sia la competenza statale a “costituire” le Città metropolitane, sia la facoltà dei Comuni, non solo di entrare, ma anche di uscire, dalle Città metropolitane. Purtroppo la stessa sentenza non ravvisa l’illegittimità di una legge ordinaria sulle Città metropolitane che pretende di assorbire poteri e funzioni delle Province in assenza di una legge costituzionale che prima le abolisca. Ma, soprattutto, la sentenza n. 50/2015 non sanziona l’incostituzionalità di una disciplina che non prevede l’“obbligatorietà” dell’elezione diretta del Sindaco da parte di tutti i residenti nei Comuni del territorio della Città metropolitana, confondendo l’elezione di secondo grado (democrazia indiretta) con l’inesistenza tout court di elezioni per “tutti” (assenza di democrazia). Ciò crea un’ingiustificata discriminazione fra Comuni, e cittadini, di serie A e Comuni, e cittadini, di serie B, con grave lesione del principio democratico.
Corte costituzionale; Città metropolitane; Democrazia ; Comuni ; Elezione diretta sindaco; Enti locali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/6410
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