CECILIA POLIDORI IL DESIGN QUALUNQUE Un viaggio nella nostra quotidianità. Nell’immagine del nostro vivere. Un viaggio nel design qualunque della città contemporanea. Un viaggio nel vivere metropolitano, dentro e fuori la casa “confortati” da un design quotidiano e qualunque, sinonimo di mercato e realtà produttiva con ritmi inesorabili e incessanti e con regole di mercato che impongono un impegno crescente e le cui conseguenti ricadute in una scarsa, se non assente, progettazione dei luoghi, permette e rende solo satura di cose, di oggetti e servizi. Fuori avviene ciò che avviene tra le “mura” domestiche: ognuno sventra, ripavimenta, introduce innovazioni, modifica spazi con il solo impiego di elementi di catalogo. Una stratificazione di prodotti, un cumulo di elementi sovrapposti, accomunati da tecnologie elettroniche e telematiche, senza alcun disegno, in un transitare senza sosta di cose nei nostri ambienti e nostro tra esse. Mutamenti, rinnovi, innovazioni, senza un vero limite, un obiettivo, un orizzonte che ci avverta di questo zig-zagare, solo una corsa all’adeguamento normatico: sicurezza, comfort…e il design non è mai potuto uscire dalla sua stessa scala progettuale. La nostra città non è più architettura, né urbanistica: è un “non-luogo”, un magma indistinto di cose, una caotica corsa senza fine, né progetto; una poltiglia indistinta senza prospettiva, né punti di fuga, né posti determinati per poter contemplare o sentirsi “al sicuro”... ... Percorreremo un viaggio nell’immagine di tutti questi prodotti che ci avviluppano stravolgendo ogni riferimento ad antichi valori come: realtà, e interfacciandoci in un perenne virtuale. Valuteremo quanto già siamo parte di scenari virtuali e di linguaggi tradizionali che diverranno globali.

Il design qualunque.

POLIDORI, Cecilia
2002-01-01

Abstract

CECILIA POLIDORI IL DESIGN QUALUNQUE Un viaggio nella nostra quotidianità. Nell’immagine del nostro vivere. Un viaggio nel design qualunque della città contemporanea. Un viaggio nel vivere metropolitano, dentro e fuori la casa “confortati” da un design quotidiano e qualunque, sinonimo di mercato e realtà produttiva con ritmi inesorabili e incessanti e con regole di mercato che impongono un impegno crescente e le cui conseguenti ricadute in una scarsa, se non assente, progettazione dei luoghi, permette e rende solo satura di cose, di oggetti e servizi. Fuori avviene ciò che avviene tra le “mura” domestiche: ognuno sventra, ripavimenta, introduce innovazioni, modifica spazi con il solo impiego di elementi di catalogo. Una stratificazione di prodotti, un cumulo di elementi sovrapposti, accomunati da tecnologie elettroniche e telematiche, senza alcun disegno, in un transitare senza sosta di cose nei nostri ambienti e nostro tra esse. Mutamenti, rinnovi, innovazioni, senza un vero limite, un obiettivo, un orizzonte che ci avverta di questo zig-zagare, solo una corsa all’adeguamento normatico: sicurezza, comfort…e il design non è mai potuto uscire dalla sua stessa scala progettuale. La nostra città non è più architettura, né urbanistica: è un “non-luogo”, un magma indistinto di cose, una caotica corsa senza fine, né progetto; una poltiglia indistinta senza prospettiva, né punti di fuga, né posti determinati per poter contemplare o sentirsi “al sicuro”... ... Percorreremo un viaggio nell’immagine di tutti questi prodotti che ci avviluppano stravolgendo ogni riferimento ad antichi valori come: realtà, e interfacciandoci in un perenne virtuale. Valuteremo quanto già siamo parte di scenari virtuali e di linguaggi tradizionali che diverranno globali.
2002
DESIGN ; ANY DESIGN; ORDINARY DESIGN; EVERYDAY DESIGN
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/6496
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