Reggio Calabria nell’immaginario collettivo è un luogo centrale. É singolare lo spazio fisico entro cui è localizzata (lo Stretto di Messina e le corone montane dell’Aspromonte e dei Peloritani). La storia della cultura occidentale attra- verso i fenici ed i greci le attribuisce valori originari che trascendono il tempo, non minori peraltro sono quelli che legano la città alle successive diverse dominazioni. Lo stesso può dirsi per quanto riguarda i miti: da quelli tempestosi come Scilla e Cariddi (rivisitato di recente da D’Arrigo in “Orcynus Orca”), a quelli più sereni come la Fata Morgana (metafora di un rapporto desiderato e a un tempo contrastato fra Reggio e Messina). Avvenimenti drammatici (come i terremoti) hanno periodicamente richiamato l’attenzione sulla sua sopravvivenza. Condizioni sociali nella storia recen- te del paese la rendono emblematica per il suo modo di essere (o non essere) “polis”. Infine ipotesi futuribili (l’attraver- samento stabile) ne trasfigurano la forma e la sostanza (la conurbazione dello Stretto) confondendo realtà e fantasia. Reggio non possiede cioè il dono dell’anonimato. Se la sua storia si snoda lungo oltre duemila anni, le tracce fisiche e le stratificazioni urbane più lontane possono essere ritrovate solo tra le pagine dei libri: i grandi terremoti del 1783 e del 1908 hanno di fatto cancellato la memoria della città fisica e inciso molto su quella sociale ed economica. Ciò ha spinto a delineare questo scritto legando l’illustrazione delle vicende urbanistiche, da una parte, alle diverse dimensioni di riferimento entro le quali si è collocata e si colloca Reggio come portato delle relazioni instaurate con gli “intorni” con i quali colloquia; dall’altra, all’evoluzione dello sviluppo urbanistico nella successione dei piani predisposti dopo gli eventi catastrofici (i terremoti, come richiamato, ma anche le alluvioni e i dissesti) e nell’intreccio delle azioni talvolta coerenti, ma più spesso dimentiche del “disegno” dei piani o addirittura in contrasto.

Reggio Calabria

SARLO, Antonella Blandina
2009-01-01

Abstract

Reggio Calabria nell’immaginario collettivo è un luogo centrale. É singolare lo spazio fisico entro cui è localizzata (lo Stretto di Messina e le corone montane dell’Aspromonte e dei Peloritani). La storia della cultura occidentale attra- verso i fenici ed i greci le attribuisce valori originari che trascendono il tempo, non minori peraltro sono quelli che legano la città alle successive diverse dominazioni. Lo stesso può dirsi per quanto riguarda i miti: da quelli tempestosi come Scilla e Cariddi (rivisitato di recente da D’Arrigo in “Orcynus Orca”), a quelli più sereni come la Fata Morgana (metafora di un rapporto desiderato e a un tempo contrastato fra Reggio e Messina). Avvenimenti drammatici (come i terremoti) hanno periodicamente richiamato l’attenzione sulla sua sopravvivenza. Condizioni sociali nella storia recen- te del paese la rendono emblematica per il suo modo di essere (o non essere) “polis”. Infine ipotesi futuribili (l’attraver- samento stabile) ne trasfigurano la forma e la sostanza (la conurbazione dello Stretto) confondendo realtà e fantasia. Reggio non possiede cioè il dono dell’anonimato. Se la sua storia si snoda lungo oltre duemila anni, le tracce fisiche e le stratificazioni urbane più lontane possono essere ritrovate solo tra le pagine dei libri: i grandi terremoti del 1783 e del 1908 hanno di fatto cancellato la memoria della città fisica e inciso molto su quella sociale ed economica. Ciò ha spinto a delineare questo scritto legando l’illustrazione delle vicende urbanistiche, da una parte, alle diverse dimensioni di riferimento entro le quali si è collocata e si colloca Reggio come portato delle relazioni instaurate con gli “intorni” con i quali colloquia; dall’altra, all’evoluzione dello sviluppo urbanistico nella successione dei piani predisposti dopo gli eventi catastrofici (i terremoti, come richiamato, ma anche le alluvioni e i dissesti) e nell’intreccio delle azioni talvolta coerenti, ma più spesso dimentiche del “disegno” dei piani o addirittura in contrasto.
2009
978-88-87017-51-9
Piani urbanistici; Dinamiche insediative
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/9155
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