Entro il 2030 quasi il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane e questo dato, che in sé racchiude tantissime altre sfaccettature, fa emergere come l’urbanizzazione in atto sia una delle tendenze trasformative del nostro secolo. Le città sono diventate sempre di più il motore trainante dello sviluppo economico dei territori e dunque rendere tale sviluppo, integrato e sostenibile, diventa una necessità impellente per le comunità insediate. La rigenerazione delle periferie è una “sfida” urbana, come ma, ma soprattutto sociale ed ambientale. Il tema delle periferie e del loro abitare ridiventa centrale perché esse rappresentano spesso la “città nella città” e viaggiano a velocità diversa dai centri urbani consolidati rappresentando spesso luoghi in cui numerose risorse vengono sprecate o non adeguatamente valorizzate. Rigenerare questi spazi, significa ristabilire un equilibrio sociale e ambientale, ridare valore a quei “vuoti urbani” in attesa di essere al servizio della comunità e che purtroppo vengono associati al degrado e alla discriminazione. Abitare, cioè “vivere in un luogo”, è un’azione che implica una ricerca indispensabile di qualità dello spazio e non solo. Ma qual è il metro da usare per determinare se un luogo sia qualitativamente abitabile? Una visione integrata e non più settoriale delle qualità degli spazi irrompe prepotentemente nel dibattito scientifico attuale. Rigenerare questi luoghi, può essere –per come sono stati in alcuni casi nel passato- l’occasione per offrire alla città nuovi spazi di relazione, coinvolgendo sempre di più il cittadino e proponendo una politica di riuso e trasformazione positiva piuttosto che di consumo di suolo e di incontrollata urbanizzazione. Il gruppo di lavoro porterà all’attenzione il caso di studio sul “Borgo la Martella”, di Matera con la ”finalità di cogliere i valori positivi della civiltà contadina ed innestarli in un processo riformista di sviluppo”. Dal punto di vista paesaggistico il Borgo, collocato a circa 7 km dalla città, si percepisce come unità micro-urbana raccolto attorno ad una altura occupata dalla Chiesa il cui tamburo presbiteriale è percepibile da qualsiasi strada del Borgo e dl territorio circostante. Il disegno urbanistico si fonda su una maglia di strade sviluppate liberamente attorno all’altura. Il. Centro civico si definisce attorno tre piazze: la piazza civica, la piazza-sagrato della chiesa, la piazzetta degli artigiani.

La Rigenerazione degli spazi periferici. Il caso del Borgo "La Martella" di Matera.

PASSARELLI, Domenico;
In corso di stampa

Abstract

Entro il 2030 quasi il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane e questo dato, che in sé racchiude tantissime altre sfaccettature, fa emergere come l’urbanizzazione in atto sia una delle tendenze trasformative del nostro secolo. Le città sono diventate sempre di più il motore trainante dello sviluppo economico dei territori e dunque rendere tale sviluppo, integrato e sostenibile, diventa una necessità impellente per le comunità insediate. La rigenerazione delle periferie è una “sfida” urbana, come ma, ma soprattutto sociale ed ambientale. Il tema delle periferie e del loro abitare ridiventa centrale perché esse rappresentano spesso la “città nella città” e viaggiano a velocità diversa dai centri urbani consolidati rappresentando spesso luoghi in cui numerose risorse vengono sprecate o non adeguatamente valorizzate. Rigenerare questi spazi, significa ristabilire un equilibrio sociale e ambientale, ridare valore a quei “vuoti urbani” in attesa di essere al servizio della comunità e che purtroppo vengono associati al degrado e alla discriminazione. Abitare, cioè “vivere in un luogo”, è un’azione che implica una ricerca indispensabile di qualità dello spazio e non solo. Ma qual è il metro da usare per determinare se un luogo sia qualitativamente abitabile? Una visione integrata e non più settoriale delle qualità degli spazi irrompe prepotentemente nel dibattito scientifico attuale. Rigenerare questi luoghi, può essere –per come sono stati in alcuni casi nel passato- l’occasione per offrire alla città nuovi spazi di relazione, coinvolgendo sempre di più il cittadino e proponendo una politica di riuso e trasformazione positiva piuttosto che di consumo di suolo e di incontrollata urbanizzazione. Il gruppo di lavoro porterà all’attenzione il caso di studio sul “Borgo la Martella”, di Matera con la ”finalità di cogliere i valori positivi della civiltà contadina ed innestarli in un processo riformista di sviluppo”. Dal punto di vista paesaggistico il Borgo, collocato a circa 7 km dalla città, si percepisce come unità micro-urbana raccolto attorno ad una altura occupata dalla Chiesa il cui tamburo presbiteriale è percepibile da qualsiasi strada del Borgo e dl territorio circostante. Il disegno urbanistico si fonda su una maglia di strade sviluppate liberamente attorno all’altura. Il. Centro civico si definisce attorno tre piazze: la piazza civica, la piazza-sagrato della chiesa, la piazzetta degli artigiani.
In corso di stampa
inclusività; integrazione; rigenerazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/9614
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