Architettura a Siena tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo dai Disegni architettonici di Jacomo Franchini

Un osservatorio singolare della vicenda architettonica senese tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII è offerto dalle raccolte di disegni dell’architetto, ingegnere e stuccatore senese Jacomo Franchini, conservate dalla Biblioteca degli Intronati di Siena. L’analisi e lo studio di questi disegni consentono di comprendere quali fossero le scelte perseguite da personalità civili ed ecclesiastiche che, con le principali famiglie senesi, costituivano la committenza di riferimento per artefici ed esecutori la cui mediazione contribuiva a stabilire gli indirizzi per la definizione degli interventi in ambito urbano e architettonico. I disegni nella loro eterogeneità testimoniano le diverse sfaccettature con cui la produzione architettonica ed artistica aveva occasione di manifestarsi, ripercorrendo le tappe del passaggio che dalle ultime espressioni tardo barocche si avviava verso le forme di un rinnovato neocinquecentismo nei primi decenni del XVIII secolo. Una conditio che mostra come nel panorama architettonico senese domini un dualismo evidente non solo nel rapporto dialettico tra interno ed esterno, ma anche tra storia e conservazione, tra tradizione e rinnovamento. I taccuini di Franchini, inoltre, sono dimostrativi di quali fossero i diffusi strumenti divulgativi a stampa attraverso i quali, anche localmente, si sopperiva all’impossibilità di migliorare il curriculum formativo con la frequentazione di accademie o studi professionali, e quindi di studiare soprattutto le architetture romane, principali modelli di riferimento. La traccia romana è comunque presente a Siena anche nella diffusione del pensiero di matrice accademica, che aveva avuto tra i paladini Giovan Battista Contini, già allievo di Carlo Fontana, anch’egli per nulla estraneo alla complessa trama nella quale s’intreccia la composita produzione architettonica senese di quegli anni.