Lo scritto si sofferma sui modi in cui i diritti sociali sono "giustiziabili" nel giudizio in via incidentale, anche alla luce dell'affermazione del canone dell'interpretazione adeguatrice. In particolare, lo scritto mette in luce come il coinvolgimento dei giudici nella individuazione della soluzione "costituzionalmente corretta" sia iniziato attraverso le additive di principio, che sono nate, come si sa, proprio per offrire la migliore tutela ai diritti sociali, anche se il loro uso si è poi generalizzato. In tal caso,l'affidamento ai giudici della ricerca della soluzione conforme a Costituzione avviene, di volta in volta, per opera delle singole sentenze, mediante l'investitura dei magistrati nel ruolo di individuatori della "regola" desumibile dal principio aggiunto dalla Corte. Il canone dell'interpretazione adeguatrice ribalta tale situazione, mediante l'invito ai giudici a cercare la soluzione coerente con la Costituzione prima (ed in luogo) della sollevazione della questione. Si crea, così, una maggiore possibilità per la tutela delle varie categorie di diritti, innestandosi elementi di "diffusione" all'iterno di un sistema di giustizia costituzionale nato come "misto". Tuttavia, diminuisce il grado di certezza, poichè non è possibile prevedere se (ed in quanto tempo) la soluzione trovata da singoli giudici si generalizzerà, creando un "diritto vivente".
Brevi note sulla giustiziabilità dei diritti sociali nel giudizio incidentale (ed una prima conclusione: l’apparenza inganna) / Salazar, Carmela Maria Giustina. - (2005), pp. 94-104.
Brevi note sulla giustiziabilità dei diritti sociali nel giudizio incidentale (ed una prima conclusione: l’apparenza inganna).
SALAZAR, Carmela Maria Giustina
2005-01-01
Abstract
Lo scritto si sofferma sui modi in cui i diritti sociali sono "giustiziabili" nel giudizio in via incidentale, anche alla luce dell'affermazione del canone dell'interpretazione adeguatrice. In particolare, lo scritto mette in luce come il coinvolgimento dei giudici nella individuazione della soluzione "costituzionalmente corretta" sia iniziato attraverso le additive di principio, che sono nate, come si sa, proprio per offrire la migliore tutela ai diritti sociali, anche se il loro uso si è poi generalizzato. In tal caso,l'affidamento ai giudici della ricerca della soluzione conforme a Costituzione avviene, di volta in volta, per opera delle singole sentenze, mediante l'investitura dei magistrati nel ruolo di individuatori della "regola" desumibile dal principio aggiunto dalla Corte. Il canone dell'interpretazione adeguatrice ribalta tale situazione, mediante l'invito ai giudici a cercare la soluzione coerente con la Costituzione prima (ed in luogo) della sollevazione della questione. Si crea, così, una maggiore possibilità per la tutela delle varie categorie di diritti, innestandosi elementi di "diffusione" all'iterno di un sistema di giustizia costituzionale nato come "misto". Tuttavia, diminuisce il grado di certezza, poichè non è possibile prevedere se (ed in quanto tempo) la soluzione trovata da singoli giudici si generalizzerà, creando un "diritto vivente".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.