I luoghi dello scambio costituiscono le parti di città dove, più che in ogni altro luogo, si legge la differenza tra le città del nord-Europa e quelle che si affacciano sul Mediterraneo. Questi spazi testimoniano il carattere freddo e disciplinato delle prime e quello caldo, spontaneo, rispondente alle attitudini popolari delle seconde. “La gente operosa del Mediterraneo ha i suoi modi di opporsi al capitalismo e riconfrontarsi con la povertà e lo sfruttamento. Questa gente viaggia, abbandona le campagne e invade le città, emigra, poi ritorna e tenta di vivere in qualche luogo in maniera dignitosa” . Il loro internazionalismo molto prima di oggi è posto in rilievo da Braudel (1966) che scrive:” C’è sempre proverbialmente, e probabilmente letteralmente, un fiorentino in ogni angolo del mondo”. La povertà non previene la gente laboriosa del Mediterraneo ad essere creativa nella loro vita di tutti i giorni. Nonostante il loro differente sfondo storico fino alla fine del XIX secolo, i paesi del sud-Europa hanno condiviso determinati caratteri geo-politici e socio-economici e un livello di sviluppo economico successivo alle guerre, che li rende comparabili. L’Italia (probabilmente il più sviluppato), la Spagna, il Portogallo e la Grecia possono essere considerati rispetto al resto d’Europa come un gruppo – mediterraneo o sud-europeo. La Grecia, con la sua capitale Atene, appartenendo a quello dell’est dei “due Mediterranei” di cui parla Braudel, rappresenta una delle espressioni più significative di questi aspetti della mediterraneità. Essa è stata privata di uno sviluppo autonomo durante il periodo medioevale e la continuità è stata interrotta nella sua storia dalla occupazione ottomana, sotto la quale è trascorso un lungo periodo della sua storia moderna, seguito poi dalla fase di dominazione neocoloniale britannica e statunitense. Nel periodo post-bellico, passando da uno stato periferico ad uno semi-periferico nell’economia mondiale, la Grecia diviene sempre più simile alle altre società mediterranee, caratterizzate specialmente dalla massiccia ondata di emigrazioni verso il nord e dai modelli di sviluppo urbano, che, come già detto, le differenziano dalle realtà del nord-Europa. Atene (3.760.000 abitanti circa) è oggi un immenso agglomerato urbano che si estende a perdita d'occhio su tutta la pianura dell'Attica (in un’area regionale di circa 3.808 kmq, con un nucleo urbano di circa 428 kmq.). Un enorme città che si affaccia per 20 km sul mare Egeo e si allunga verso l'interno per altri 30 km, una capitale che ospita più di un terzo della popolazione greca e che si appresta a divenire il principale polo di attrazione per l'intera area dei Balcani e del Vicino Oriente. Nelle diverse parti di Atene, che si distinguono per essere ciascuna espressione di una fase storica specifica nello sviluppo della città, rimane sempre costante la presenza di luoghi destinati allo scambio; di questi quelli più antichi costituiscono una testimonianza delle relazioni sociali tra persone, principalmente legate al commercio, mentre, quelli più recenti, anche se ovviamente hanno in parte perso il loro carattere originario, continuano ad essere preposti al commercio. Una classificazione crono-tipologica di questi ambiti urbani consente di individuare: le due agorà greca e romana; i quartieri ottomani Plaka e Monastiraki e la Kentriki agorà o mercato di Atene, localizzati nella prima espansione della città al di là dell’area urbana occupata dall’Acropoli; le gallerie commerciali che mettono in comunicazione i grandi viali della moderna Atene; le recentissime mall delle ultime espansioni legate al rinnovamento della città in preparazione dei giochi olimpici del 2006.

Atene. Le diverse declinazioni dei suoi spazi di relazione

BARRESI, Alessandra
2007-01-01

Abstract

I luoghi dello scambio costituiscono le parti di città dove, più che in ogni altro luogo, si legge la differenza tra le città del nord-Europa e quelle che si affacciano sul Mediterraneo. Questi spazi testimoniano il carattere freddo e disciplinato delle prime e quello caldo, spontaneo, rispondente alle attitudini popolari delle seconde. “La gente operosa del Mediterraneo ha i suoi modi di opporsi al capitalismo e riconfrontarsi con la povertà e lo sfruttamento. Questa gente viaggia, abbandona le campagne e invade le città, emigra, poi ritorna e tenta di vivere in qualche luogo in maniera dignitosa” . Il loro internazionalismo molto prima di oggi è posto in rilievo da Braudel (1966) che scrive:” C’è sempre proverbialmente, e probabilmente letteralmente, un fiorentino in ogni angolo del mondo”. La povertà non previene la gente laboriosa del Mediterraneo ad essere creativa nella loro vita di tutti i giorni. Nonostante il loro differente sfondo storico fino alla fine del XIX secolo, i paesi del sud-Europa hanno condiviso determinati caratteri geo-politici e socio-economici e un livello di sviluppo economico successivo alle guerre, che li rende comparabili. L’Italia (probabilmente il più sviluppato), la Spagna, il Portogallo e la Grecia possono essere considerati rispetto al resto d’Europa come un gruppo – mediterraneo o sud-europeo. La Grecia, con la sua capitale Atene, appartenendo a quello dell’est dei “due Mediterranei” di cui parla Braudel, rappresenta una delle espressioni più significative di questi aspetti della mediterraneità. Essa è stata privata di uno sviluppo autonomo durante il periodo medioevale e la continuità è stata interrotta nella sua storia dalla occupazione ottomana, sotto la quale è trascorso un lungo periodo della sua storia moderna, seguito poi dalla fase di dominazione neocoloniale britannica e statunitense. Nel periodo post-bellico, passando da uno stato periferico ad uno semi-periferico nell’economia mondiale, la Grecia diviene sempre più simile alle altre società mediterranee, caratterizzate specialmente dalla massiccia ondata di emigrazioni verso il nord e dai modelli di sviluppo urbano, che, come già detto, le differenziano dalle realtà del nord-Europa. Atene (3.760.000 abitanti circa) è oggi un immenso agglomerato urbano che si estende a perdita d'occhio su tutta la pianura dell'Attica (in un’area regionale di circa 3.808 kmq, con un nucleo urbano di circa 428 kmq.). Un enorme città che si affaccia per 20 km sul mare Egeo e si allunga verso l'interno per altri 30 km, una capitale che ospita più di un terzo della popolazione greca e che si appresta a divenire il principale polo di attrazione per l'intera area dei Balcani e del Vicino Oriente. Nelle diverse parti di Atene, che si distinguono per essere ciascuna espressione di una fase storica specifica nello sviluppo della città, rimane sempre costante la presenza di luoghi destinati allo scambio; di questi quelli più antichi costituiscono una testimonianza delle relazioni sociali tra persone, principalmente legate al commercio, mentre, quelli più recenti, anche se ovviamente hanno in parte perso il loro carattere originario, continuano ad essere preposti al commercio. Una classificazione crono-tipologica di questi ambiti urbani consente di individuare: le due agorà greca e romana; i quartieri ottomani Plaka e Monastiraki e la Kentriki agorà o mercato di Atene, localizzati nella prima espansione della città al di là dell’area urbana occupata dall’Acropoli; le gallerie commerciali che mettono in comunicazione i grandi viali della moderna Atene; le recentissime mall delle ultime espansioni legate al rinnovamento della città in preparazione dei giochi olimpici del 2006.
2007
978-88-89955-27-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/10682
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