Object of this paper is emptiness or, rather, an empty landscape-albeit only apparently so. It is an immaculate canvas of disappearing colors and invisible inks, on palettes of easy oblivion: the sea. Not the coastline: the open sea. An improper landscape whose anthropic engram is writ in impermanent signs; as the volatile wakes of vessels crossing its surface, or the whirlpools where they sink. Object of this paper is the Italian sea, paysage turning into passage of men and women, site where the opposite routes of history mark an intimate part of our national identity.

L’oggetto di questo scritto è il vuoto, o meglio, è il paesaggio vuoto, vuoto in apparenza. È la tela bianca che il pittore di turno riempie con colori a scomparsa, con inchiostri simpatici distesi su una tavolozza colma di facile oblio. Il paesaggio vuoto a cui si fa riferimento è il mare. Non il paesaggio costiero, ma la distesa marina, paesaggio improprio, in cui l’antropizzazione risiede in segni non permanenti, nel lascito fugace delle scie dei natanti e nei gorghi che, a volte, li inghiottono. L’oggetto di questo scritto è il mare d’Italia, il paesaggio che, con un cambio di lettera, diventa passaggio di uomini, e che scandisce, con le opposte rotte ad esso riservate dalla storia, una parte dell’identità stessa del nostro paese.

LO SGUARDO INDIFFERENTE. PAESAGGI E PASSAGGI DI MARE NELL'ITALIA DEL TERZO MILLENNIO

NUCIFORA, Sebastiano
2012-01-01

Abstract

Object of this paper is emptiness or, rather, an empty landscape-albeit only apparently so. It is an immaculate canvas of disappearing colors and invisible inks, on palettes of easy oblivion: the sea. Not the coastline: the open sea. An improper landscape whose anthropic engram is writ in impermanent signs; as the volatile wakes of vessels crossing its surface, or the whirlpools where they sink. Object of this paper is the Italian sea, paysage turning into passage of men and women, site where the opposite routes of history mark an intimate part of our national identity.
2012
L’oggetto di questo scritto è il vuoto, o meglio, è il paesaggio vuoto, vuoto in apparenza. È la tela bianca che il pittore di turno riempie con colori a scomparsa, con inchiostri simpatici distesi su una tavolozza colma di facile oblio. Il paesaggio vuoto a cui si fa riferimento è il mare. Non il paesaggio costiero, ma la distesa marina, paesaggio improprio, in cui l’antropizzazione risiede in segni non permanenti, nel lascito fugace delle scie dei natanti e nei gorghi che, a volte, li inghiottono. L’oggetto di questo scritto è il mare d’Italia, il paesaggio che, con un cambio di lettera, diventa passaggio di uomini, e che scandisce, con le opposte rotte ad esso riservate dalla storia, una parte dell’identità stessa del nostro paese.
paesaggio; vuoto; mare
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/10817
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact