Luogo di trasferimento dell’abitato: Roghudi Nuovo, nel territorio di MelitoPorto SalvoDenominazione: dal greco Rechodes, aspro, ruvidoAltitudine media: 520 m s.l.m.Il nome Roghudi deriva dal greco “rogòdes“, pieno di crepacci o da“rhekhodes“, aspro. Richoudon, dal greco Rhogodes.Il sito dell’antico borgo di Roghudi è situato a circa 527 metri dialtitudine su un enorme roccia al centro dell’immenso cuore dellafiumara Amendolea.Lungo la strada che attraversa l’Aspromonte, si giunge alla frazione abbandonatadi Ghorio di Roghudi, nei pressi del quale è possibile scorgere dueformazioni geologiche che sembrano stare a guardia dell’intera vallata: la“Rocca du Dragu” e le cosiddette “Vastarùcia”, cioè caldaie del latte.“Roghudi, è citato per la prima volta su un documento catastale bizantinodella metà del XI secolo. Nei pressi di questo antico borgo vi erano i tenimentidel monastero di Sant’Angelo di Valle Tuccio. Alla fine del secolo fuannesso al feudo di Bova, per passare alla fine del XII secolo nella baroniadell’Amendolea fino al 1806. L’alluvione del secolo scorso fece di Roghudiil simbolo della geografia di abbandoni che caratterizza l’Aspromonte”.
La Calabria dei borghi abbandonati. Un caso studio: Roghudi "dimenticata" / Ginex, Gaetano. - (2018), pp. 51-69.
La Calabria dei borghi abbandonati. Un caso studio: Roghudi "dimenticata"
GINEX, Gaetano
2018-01-01
Abstract
Luogo di trasferimento dell’abitato: Roghudi Nuovo, nel territorio di MelitoPorto SalvoDenominazione: dal greco Rechodes, aspro, ruvidoAltitudine media: 520 m s.l.m.Il nome Roghudi deriva dal greco “rogòdes“, pieno di crepacci o da“rhekhodes“, aspro. Richoudon, dal greco Rhogodes.Il sito dell’antico borgo di Roghudi è situato a circa 527 metri dialtitudine su un enorme roccia al centro dell’immenso cuore dellafiumara Amendolea.Lungo la strada che attraversa l’Aspromonte, si giunge alla frazione abbandonatadi Ghorio di Roghudi, nei pressi del quale è possibile scorgere dueformazioni geologiche che sembrano stare a guardia dell’intera vallata: la“Rocca du Dragu” e le cosiddette “Vastarùcia”, cioè caldaie del latte.“Roghudi, è citato per la prima volta su un documento catastale bizantinodella metà del XI secolo. Nei pressi di questo antico borgo vi erano i tenimentidel monastero di Sant’Angelo di Valle Tuccio. Alla fine del secolo fuannesso al feudo di Bova, per passare alla fine del XII secolo nella baroniadell’Amendolea fino al 1806. L’alluvione del secolo scorso fece di Roghudiil simbolo della geografia di abbandoni che caratterizza l’Aspromonte”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.