Il contributo è frutto di una ricerca più ampia che riguarda un particolare tipo di disegno: quel- lo delle mappe d’archivio atte a descrivere limiti, confini, spazi di pertinenza e attribuzioni di pro- prietà. Carte spesso non annoverate negli archivi come disegni, ma come semplici segni a corredo di atti notarili, dispute giudiziarie e altro di carattere fiscale. Eppure, la storia dei luoghi è testimoniata proprio dal rapporto uomo-territorio, ovvero dal variare del rapporto tra un luogo e chi lo abita, raccontata anche dal disegno di una mappa. La rappresentazione figurata della proprietà priva- ta, sia agraria che urbana, dei cabrei e degli antichi catasti, contiene nella sua lunga storia elementi disomogenei di difficile se non impossibile clas- sificazione per generi e sistemi; dalla veduta plani- metrica a quella a volo d’uccello di stampo icono- grafico, esse descrivono in piena libertà espressiva la scansione dei campi coltivati e la sequenza del costruito, con variazioni cromatiche, salti di scala, artifizi grafici. Il complesso di tali documenti custoditi negli ar- chivi risente di un particolare gusto pittorico e decorativo spesso di stampo locale e privo di un supporto tecnico, espressione di autori per lo più anonimi, e costituisce una fonte insostituibile per l’analisi del costruito che, in questa ricerca, si limi- ta al latifondo siciliano con un particolare sguardo anche al tessuto storico della città di Palermo. Dietro l’obiettivo comune di un disegno che mira essenzialmente all’individuazione della proprietà privata, emergono due fasi successive di mappe fi- nalizzate alla identificazione della proprietà. La prima, per lo più di impronta settecentesca con caratterizzazione episodica, si serve di un linguag- gio grafico ricco di elementi prospettici e figurali, tra loro disomogenei. L’altra, definibile di matrice napoleonica, che si affida a planimetrie dal segno uniforme e codificato che si configura come an- ticipatore della mappa catastale che in Sicilia si compila per la prima volta dopo l’Unità d’Italia. La ricerca che ha preso corpo all’atto del ritrova- mento, della lettura e della analisi dei documenti d’archivio è tesa a definire l’aspetto semantico del segno che, ancor prima del disegno, manifesta con toni espressivi talvolta estremizzati, l’intenzionali- tà del suo estensore. Partendo dal disegno d’archivio, si ricerca il signi- ficato della mappa che, attraverso lo stimolo di una rappresentazione mirata, ovvero l’esigenza di una attribuzione di proprietà, si elabora e si eleva verso la compiutezza di un codice che, secondo una ana- logia di derivazione ‘saussuriana’, va strutturando- si nel tempo sempre più in segni coerenti, propri di un linguaggio grafico tecnico evoluto.
La mappa della proprietà privata: le rappresentazioni dei confini e delle dispute in Sicilia tra XVIII e XIX secolo. Map of Private Property: the Representations of Borders and Disputes in Sicily Between the 18th and 19th Centuries / Fatta, Francesca. - 1:(2021), pp. 382-407.
La mappa della proprietà privata: le rappresentazioni dei confini e delle dispute in Sicilia tra XVIII e XIX secolo. Map of Private Property: the Representations of Borders and Disputes in Sicily Between the 18th and 19th Centuries
Francesca Fatta
2021-01-01
Abstract
Il contributo è frutto di una ricerca più ampia che riguarda un particolare tipo di disegno: quel- lo delle mappe d’archivio atte a descrivere limiti, confini, spazi di pertinenza e attribuzioni di pro- prietà. Carte spesso non annoverate negli archivi come disegni, ma come semplici segni a corredo di atti notarili, dispute giudiziarie e altro di carattere fiscale. Eppure, la storia dei luoghi è testimoniata proprio dal rapporto uomo-territorio, ovvero dal variare del rapporto tra un luogo e chi lo abita, raccontata anche dal disegno di una mappa. La rappresentazione figurata della proprietà priva- ta, sia agraria che urbana, dei cabrei e degli antichi catasti, contiene nella sua lunga storia elementi disomogenei di difficile se non impossibile clas- sificazione per generi e sistemi; dalla veduta plani- metrica a quella a volo d’uccello di stampo icono- grafico, esse descrivono in piena libertà espressiva la scansione dei campi coltivati e la sequenza del costruito, con variazioni cromatiche, salti di scala, artifizi grafici. Il complesso di tali documenti custoditi negli ar- chivi risente di un particolare gusto pittorico e decorativo spesso di stampo locale e privo di un supporto tecnico, espressione di autori per lo più anonimi, e costituisce una fonte insostituibile per l’analisi del costruito che, in questa ricerca, si limi- ta al latifondo siciliano con un particolare sguardo anche al tessuto storico della città di Palermo. Dietro l’obiettivo comune di un disegno che mira essenzialmente all’individuazione della proprietà privata, emergono due fasi successive di mappe fi- nalizzate alla identificazione della proprietà. La prima, per lo più di impronta settecentesca con caratterizzazione episodica, si serve di un linguag- gio grafico ricco di elementi prospettici e figurali, tra loro disomogenei. L’altra, definibile di matrice napoleonica, che si affida a planimetrie dal segno uniforme e codificato che si configura come an- ticipatore della mappa catastale che in Sicilia si compila per la prima volta dopo l’Unità d’Italia. La ricerca che ha preso corpo all’atto del ritrova- mento, della lettura e della analisi dei documenti d’archivio è tesa a definire l’aspetto semantico del segno che, ancor prima del disegno, manifesta con toni espressivi talvolta estremizzati, l’intenzionali- tà del suo estensore. Partendo dal disegno d’archivio, si ricerca il signi- ficato della mappa che, attraverso lo stimolo di una rappresentazione mirata, ovvero l’esigenza di una attribuzione di proprietà, si elabora e si eleva verso la compiutezza di un codice che, secondo una ana- logia di derivazione ‘saussuriana’, va strutturando- si nel tempo sempre più in segni coerenti, propri di un linguaggio grafico tecnico evoluto.File | Dimensione | Formato | |
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