Il contributo propone una rilettura del progetto della Stazione Ferroviaria e Marittima di Messina di Angiolo Mazzoni (1937-40), straordinaria opera del Novecento italiano dimenticata, che oggi assume una serie di interferenze con le scelte strategiche dell’area dello Stretto. Prima tra tutte quelle relative al progetto dei corridoi europei Ten-T dell’UE connessa al collegamento stabile del Ponte, che potrebbero comportare una ridefinizione delle mappe geografiche attuali e una conseguente compressione spazio-temporale. L’intenzione è quella di estrarre dall’oblio un’opera della storia del moderno italiano, che ancora oggi, sebbene la condizioni di degrado, continua a indicare una strada progettuale precisa in contrapposizione alla deriva ingegneristica del progetto infrastrutturale. L’opera del Mazzoni, riletta attraverso la consultazione dei materiali originali custoditi presso l’Archivio del 900 al Mart di Rovereto, è proposta come una presenza attiva, un materiale essenziale per nuovi progetti, che traduce dinamicamente le interferenze alle diverse scale nella consapevolezza della forma infrastrutturale, urbana, architettonica in simbiosi con il paesaggio dello Stretto.
Interferenze dinamiche. La stazione di Angiolo Mazzoni sullo Stretto di Messina / Tornatora, M.. - (2014), pp. 231-237.
Interferenze dinamiche. La stazione di Angiolo Mazzoni sullo Stretto di Messina
Tornatora M.
2014-01-01
Abstract
Il contributo propone una rilettura del progetto della Stazione Ferroviaria e Marittima di Messina di Angiolo Mazzoni (1937-40), straordinaria opera del Novecento italiano dimenticata, che oggi assume una serie di interferenze con le scelte strategiche dell’area dello Stretto. Prima tra tutte quelle relative al progetto dei corridoi europei Ten-T dell’UE connessa al collegamento stabile del Ponte, che potrebbero comportare una ridefinizione delle mappe geografiche attuali e una conseguente compressione spazio-temporale. L’intenzione è quella di estrarre dall’oblio un’opera della storia del moderno italiano, che ancora oggi, sebbene la condizioni di degrado, continua a indicare una strada progettuale precisa in contrapposizione alla deriva ingegneristica del progetto infrastrutturale. L’opera del Mazzoni, riletta attraverso la consultazione dei materiali originali custoditi presso l’Archivio del 900 al Mart di Rovereto, è proposta come una presenza attiva, un materiale essenziale per nuovi progetti, che traduce dinamicamente le interferenze alle diverse scale nella consapevolezza della forma infrastrutturale, urbana, architettonica in simbiosi con il paesaggio dello Stretto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.