The Presidi of Tuscany played an important role in the control of routes in the Mediterranean Sea and defence from barbarian raids between the 15th and 17th century.They were annexed to the Spanish dominions in 1557 when the Spanish King, Philip II, withdrew them from the control of Siena and its new overlord, Cosimo I Medici, the Duke of Florence.The Presidi represented a defence bulwark and a sure landing place for the Spanish fleet and the allied navies along the routes of the Tyrrhenian Sea, for nearly three centuries.Their strategic importance was such as to justify the commitment of the Spanish Crown to ensure their defence, and to support the strengthening of the fortifications.Moreover, they became a tool which influenced the policy of the Italian States after the Battle of Lepanto, to the point that the danger of Turkish invasions abated.The fortification of the Presidi began in the Republic of Siena in the 15th century, and continued, with integrations and modernizations, during the second half of the following century, with the support of architects such as Baldassare Peruzzi and his pupil, Antonio Maria Lari. The archive documents, and a vast iconographic collection preserved in Italian and European archives and libraries, also confirm that many military architects and engineers, such as Bernardo Buontalenti, Giovanni Camerini, Gabrio Serbelloni, Giorgio Fratino, Giovan Tommaso Scala, Benvenuto Tortelli, and García De Toledo worked for the modifications of those fortifications, of which it is possible to follow the building during the Spanish domination. It is not possible to analyse each Presidi in this paper; thus, we focus attention on an exemplary case, that of Porto Ercole, between the 15th and 17th centuries. From being a defence centre for the port and city, it was transformed into much larger, multi-building structure, around many fortified buildings, protecting the southern Argentario territory.

I Presidios di Toscana hanno svolto un ruolo importante per il controllo delle rotte nel Mediterraneo e per la difesa dalle incursioni barbaresche tra XV e XVII secolo. Essi furono annessi ai domini spagnoli nel 1557, quando Filippo II li sottrasse al controllo di Siena e del suo nuovo feudatario, Cosimo I de Medici, Duca di Firenze. I Presidios costituirono un baluardo di difesa e un approdo sicuro per la flotta spagnola e le marinerie alleate lungo le rotte del mare Tirreno per quasi tre secoli. La loro importanza strategica giustificava l’impegno della Corona Spagnola per garantirne la difesa e promuovere l’adeguamento delle sue fortificazioni. Inoltre essi divennero uno strumento per condizionare la politica degli Stati Italiani dopo la battaglia di Lepanto, con l’attenuazione del pericolo delle invasioni turche.La costruzione delle fortificazioni dei Presidios iniziò con la Repubblica di Siena a partire dal XV secolo e continuò con integrazioni e ammodernamenti durante la metà del secolo successivo, grazie al supporto di architetti come Baldassarre Peruzzi e il suo allievo Antonio Maria Lari. La documentazione archivistica e una vasta collezione iconografica conservata in archivi e biblioteche italiane ed europee, attestano che anche durante il dominio spagnolo molti architetti e ingegneri militari - Bernardo Buontalenti, Giovanni Camerini, Gabrio Serbelloni, Giorgio Fratino, Giovan Tommaso Scala, Benvenuto Tortelli, García De Toledo - furono impegnati nell’adeguamento di quelle fortificazioni, di cui è possibile ripercorrere le vicende costruttive.In quest’occasione non è possibile analizzare tutti i Presidios; per questo si focalizza l’attenzione sul caso rappresentativo di Porto Ercole tra XV e XVII secolo, che da nucleo difensivo a protezione del porto e della città, è stato trasformato in un complesso articolato attorno a più strutture fortificate a protezione del versante meridionale dell’Argentario.

Adeguare la difesa nei Presidi di Toscana. Porto Ercole (VIV-XVII secolo) / Mussari, Bruno. - (2015), pp. 191-220.

Adeguare la difesa nei Presidi di Toscana. Porto Ercole (VIV-XVII secolo).

MUSSARI, Bruno
2015-01-01

Abstract

The Presidi of Tuscany played an important role in the control of routes in the Mediterranean Sea and defence from barbarian raids between the 15th and 17th century.They were annexed to the Spanish dominions in 1557 when the Spanish King, Philip II, withdrew them from the control of Siena and its new overlord, Cosimo I Medici, the Duke of Florence.The Presidi represented a defence bulwark and a sure landing place for the Spanish fleet and the allied navies along the routes of the Tyrrhenian Sea, for nearly three centuries.Their strategic importance was such as to justify the commitment of the Spanish Crown to ensure their defence, and to support the strengthening of the fortifications.Moreover, they became a tool which influenced the policy of the Italian States after the Battle of Lepanto, to the point that the danger of Turkish invasions abated.The fortification of the Presidi began in the Republic of Siena in the 15th century, and continued, with integrations and modernizations, during the second half of the following century, with the support of architects such as Baldassare Peruzzi and his pupil, Antonio Maria Lari. The archive documents, and a vast iconographic collection preserved in Italian and European archives and libraries, also confirm that many military architects and engineers, such as Bernardo Buontalenti, Giovanni Camerini, Gabrio Serbelloni, Giorgio Fratino, Giovan Tommaso Scala, Benvenuto Tortelli, and García De Toledo worked for the modifications of those fortifications, of which it is possible to follow the building during the Spanish domination. It is not possible to analyse each Presidi in this paper; thus, we focus attention on an exemplary case, that of Porto Ercole, between the 15th and 17th centuries. From being a defence centre for the port and city, it was transformed into much larger, multi-building structure, around many fortified buildings, protecting the southern Argentario territory.
2015
9788889367988
I Presidios di Toscana hanno svolto un ruolo importante per il controllo delle rotte nel Mediterraneo e per la difesa dalle incursioni barbaresche tra XV e XVII secolo. Essi furono annessi ai domini spagnoli nel 1557, quando Filippo II li sottrasse al controllo di Siena e del suo nuovo feudatario, Cosimo I de Medici, Duca di Firenze. I Presidios costituirono un baluardo di difesa e un approdo sicuro per la flotta spagnola e le marinerie alleate lungo le rotte del mare Tirreno per quasi tre secoli. La loro importanza strategica giustificava l’impegno della Corona Spagnola per garantirne la difesa e promuovere l’adeguamento delle sue fortificazioni. Inoltre essi divennero uno strumento per condizionare la politica degli Stati Italiani dopo la battaglia di Lepanto, con l’attenuazione del pericolo delle invasioni turche.La costruzione delle fortificazioni dei Presidios iniziò con la Repubblica di Siena a partire dal XV secolo e continuò con integrazioni e ammodernamenti durante la metà del secolo successivo, grazie al supporto di architetti come Baldassarre Peruzzi e il suo allievo Antonio Maria Lari. La documentazione archivistica e una vasta collezione iconografica conservata in archivi e biblioteche italiane ed europee, attestano che anche durante il dominio spagnolo molti architetti e ingegneri militari - Bernardo Buontalenti, Giovanni Camerini, Gabrio Serbelloni, Giorgio Fratino, Giovan Tommaso Scala, Benvenuto Tortelli, García De Toledo - furono impegnati nell’adeguamento di quelle fortificazioni, di cui è possibile ripercorrere le vicende costruttive.In quest’occasione non è possibile analizzare tutti i Presidios; per questo si focalizza l’attenzione sul caso rappresentativo di Porto Ercole tra XV e XVII secolo, che da nucleo difensivo a protezione del porto e della città, è stato trasformato in un complesso articolato attorno a più strutture fortificate a protezione del versante meridionale dell’Argentario.
Porto Ercole, Tuscany, Fortification, architecture, ramparts, Giovanni Camerini, Antonio Maria Lari, Giorgio Fratino
Porto Ercole, Toscana, Fortificazione, Architettura, Bastioni,Giovanni Camerini, Antonio Maria Lari, Giorgio Fratino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/12830
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