Il contributo presenta una sintesi del Laboratorio di Progettazione1 che ha affrontato il tema della rigenerazione di San Sperato, un quartiere di Reggio Calabria preso come campione emblematico di quella immensa periferia che corrisponde alla città contemporanea, costituita da una materia edilizia inerte e informe, inadeguata a rispondere alle esigenze della contemporaneità così come si è evoluta nelle sue articolazioni sociali: famiglia, lavoro, stili di vita, istruzione, tempo libero, etc. Un grande patrimonio edilizio che oggi pone l’azione progettuale di fronte alla necessità urgente di sperimentare nuove modalità d’intervento capaci di uscire da un’alternativa tra un’idea di ‘museificazione’, propria dei centri storici, e la ‘tabula rasa’ che, per quanto impropria e improponibile anche in rapporto al dato quantitativo della realtà consolidata, è identificativa di un atteggiamento globalizzante che caratterizza soprattutto le grandi metropoli orientali. Dunque il Laboratorio, partendo dalla convinzione che le città, anche quando vivono momenti di crisi trovano sempre la capacità di rigenerarsi, ha proposto a 11 gruppi di studenti di individuare quelle tracce, quei valori che possono diventare il seme di una nuova esistenza. Un lavoro ravvicinato che ha permesso di selezionare un campione significativo di manufatti urbani privi di qualità formali e coerenza costruttiva, caratterizzati dall’incompletezza del telaio strutturale in c.a., da quel non finito di pilastri con i ferri nudi metafora dell’incompiuto, ma anche della modernità. Principio genetico di base di questa materia è la Maison Domino, assunta come un sistema aperto – Open Domino – sul quale operare azioni progettuali: RISCRIVERE, AMPLIARE, GERARCHIZZARE, RICUCITURE, COLLIDERE, INNESTARE, DEMOLIRE, DIRADARE, AGGIUNGERE, SCAVARE, MANOMETTERE, RICONOSCERE LIMITI E SOGLIE CONCRETE, INTROIETTARE PEZZI DI REALTÀ. Un impegnativo lavoro di rielaborazione e riarticolazione dentro la città che vuole includere le fragilità dell’esistente senza distruggerle attraverso oggetti aperti.

RIMODERNARE LA CITTÀ MODERNA: RIGENERARE SAN SPERATO A REGGIO CALABRIA

Tornatora M.
2015-01-01

Abstract

Il contributo presenta una sintesi del Laboratorio di Progettazione1 che ha affrontato il tema della rigenerazione di San Sperato, un quartiere di Reggio Calabria preso come campione emblematico di quella immensa periferia che corrisponde alla città contemporanea, costituita da una materia edilizia inerte e informe, inadeguata a rispondere alle esigenze della contemporaneità così come si è evoluta nelle sue articolazioni sociali: famiglia, lavoro, stili di vita, istruzione, tempo libero, etc. Un grande patrimonio edilizio che oggi pone l’azione progettuale di fronte alla necessità urgente di sperimentare nuove modalità d’intervento capaci di uscire da un’alternativa tra un’idea di ‘museificazione’, propria dei centri storici, e la ‘tabula rasa’ che, per quanto impropria e improponibile anche in rapporto al dato quantitativo della realtà consolidata, è identificativa di un atteggiamento globalizzante che caratterizza soprattutto le grandi metropoli orientali. Dunque il Laboratorio, partendo dalla convinzione che le città, anche quando vivono momenti di crisi trovano sempre la capacità di rigenerarsi, ha proposto a 11 gruppi di studenti di individuare quelle tracce, quei valori che possono diventare il seme di una nuova esistenza. Un lavoro ravvicinato che ha permesso di selezionare un campione significativo di manufatti urbani privi di qualità formali e coerenza costruttiva, caratterizzati dall’incompletezza del telaio strutturale in c.a., da quel non finito di pilastri con i ferri nudi metafora dell’incompiuto, ma anche della modernità. Principio genetico di base di questa materia è la Maison Domino, assunta come un sistema aperto – Open Domino – sul quale operare azioni progettuali: RISCRIVERE, AMPLIARE, GERARCHIZZARE, RICUCITURE, COLLIDERE, INNESTARE, DEMOLIRE, DIRADARE, AGGIUNGERE, SCAVARE, MANOMETTERE, RICONOSCERE LIMITI E SOGLIE CONCRETE, INTROIETTARE PEZZI DI REALTÀ. Un impegnativo lavoro di rielaborazione e riarticolazione dentro la città che vuole includere le fragilità dell’esistente senza distruggerle attraverso oggetti aperti.
2015
978-88-492-3168-7
rigenerazione, periferia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/12838
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