Rilevare e rappresentare le piazze urbane di alcuni centri minori calabresi pone indubbi problemi legati ad una presa di coscienza di una realtà radicalmente modificata nella quale il concetto di globalità tende a sovrapporsi, fino a sostituisi, a quello di tradizione. Queste dinamiche sociali che emergono dall’analisi architettonica, ben al di là delle consuete ricerche tipologiche, morfologiche o funzionali, pongono in essere un dibattito, prettamente concettuale, sulla natura stessa della forma di democrazia postmoderna.Il recupero della memoria e della tradizione, attraverso il rilievo e l’analisi degli spazi selezionati, propone il superamento di una visione antispaziale, quella dei non luoghi, per ristabilire quel rapporto di continuità tra l’uomo ed il suo ambiente, da sempre presente nella storia dell’architettura. La ricerca, in sostanza, propone di rivalutare una serie di microspazi, le piazze rilevate, la cui analisi si dimostra utile a ribadire un concetto emergente, quello di glocalizzazione, sintesi moderna del nuovo modo di conciliare una visione globale del mondo con quelle radici culturali, sociali e storiche indispensabili per costruire il processo di autolegittimazione attraverso il quale ogni uomo consolida la propria identità.Tra tutte le piazze storiche presenti nei territori analizzati, però, è il tema del margine quello che guida la nostra ricerca. Per utilizzare un giro di parole, allora, la piazza di margine è strettamente legata al margine della piazza, essendo evidente il rapporto di significato che lega il vuoto e il margine nella costruzione tanto della bellezza del luogo quanto nella sua strutturazione spaziale. Valutata in funzione della teoria del campo, allora, la piazza di margine rappresenta la più completa tra le tipologie analizzabili, proprio perché affianca a edificazioni architettoniche margini naturali spesso di grande suggestione. Nel caso delle piazze studiate, gli invasi presentano in prevalenza tre tipologia di limite: il margine naturale diretto; il margine naturale indiretto; il margine percettivo.
Luoghi di margine, dalla piazza di limite al limite della piazza / Urso, Agostino. - (2005), pp. 56-87.
Luoghi di margine, dalla piazza di limite al limite della piazza
URSO, Agostino
2005-01-01
Abstract
Rilevare e rappresentare le piazze urbane di alcuni centri minori calabresi pone indubbi problemi legati ad una presa di coscienza di una realtà radicalmente modificata nella quale il concetto di globalità tende a sovrapporsi, fino a sostituisi, a quello di tradizione. Queste dinamiche sociali che emergono dall’analisi architettonica, ben al di là delle consuete ricerche tipologiche, morfologiche o funzionali, pongono in essere un dibattito, prettamente concettuale, sulla natura stessa della forma di democrazia postmoderna.Il recupero della memoria e della tradizione, attraverso il rilievo e l’analisi degli spazi selezionati, propone il superamento di una visione antispaziale, quella dei non luoghi, per ristabilire quel rapporto di continuità tra l’uomo ed il suo ambiente, da sempre presente nella storia dell’architettura. La ricerca, in sostanza, propone di rivalutare una serie di microspazi, le piazze rilevate, la cui analisi si dimostra utile a ribadire un concetto emergente, quello di glocalizzazione, sintesi moderna del nuovo modo di conciliare una visione globale del mondo con quelle radici culturali, sociali e storiche indispensabili per costruire il processo di autolegittimazione attraverso il quale ogni uomo consolida la propria identità.Tra tutte le piazze storiche presenti nei territori analizzati, però, è il tema del margine quello che guida la nostra ricerca. Per utilizzare un giro di parole, allora, la piazza di margine è strettamente legata al margine della piazza, essendo evidente il rapporto di significato che lega il vuoto e il margine nella costruzione tanto della bellezza del luogo quanto nella sua strutturazione spaziale. Valutata in funzione della teoria del campo, allora, la piazza di margine rappresenta la più completa tra le tipologie analizzabili, proprio perché affianca a edificazioni architettoniche margini naturali spesso di grande suggestione. Nel caso delle piazze studiate, gli invasi presentano in prevalenza tre tipologia di limite: il margine naturale diretto; il margine naturale indiretto; il margine percettivo.File | Dimensione | Formato | |
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