Lo scritto ripercorre l'evoluzione della giurisprudenza costituzionale relativa alla configurazione dell'esecutivo quale potere dello Stato, ponendo particolare attenzione alla posizione del Guardasigilli, unico ministro legittimato ad accedere uti singulus al giudizio dinanzi alla Corte, quale titolare delle attribuzioni individuate dagli artt. 107, c. 2 e 111 Cost. Oltre a porre in luce le oscillazioni giurisprudenziali relative alla individuazione della sfera costituzionale del Presidente del Consiglio in rapporto a quella del Consiglio stesso, lo scritto analizza le implicazioni della sent. n. 7/1996 sul noto "caso Mancuso", concernente la sola ipotesi di sfiducia individuale concretizzatasi nel nostro ordinamento, con speciale riguardo alle suggestioni ricavabili dalla pronuncia in ordine alle dinamiche dei rapporti tra i ministri (in primis, quello della giustizia) e il Premier. Infine, l'A. si interroga sul possibile esito del conflitto - all'epoca, ancora pendente - tra il Guardasigilli ed il Capo dello Stato in merito alla spettanza dell'"ultima parola" sulla concessione della grazia. La ricostruzione offerta, in quest'ultimo caso, propende per la configurazione del potere in questione come presidenziale: in tale luce, lo scritto ritiene lesivo delle attribuzioni costituzionali del Capo dello Stato il rifiuto del Guardasigilli di dar seguito al procedimento avviato dal Quirinale ed il conseguente diniego di apposizione della controfirma ministeriale al decreto presidenziale.

Il Governo nella giurisprudenza costituzionale sui conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato

SALAZAR, Carmela Maria Giustina
2006-01-01

Abstract

Lo scritto ripercorre l'evoluzione della giurisprudenza costituzionale relativa alla configurazione dell'esecutivo quale potere dello Stato, ponendo particolare attenzione alla posizione del Guardasigilli, unico ministro legittimato ad accedere uti singulus al giudizio dinanzi alla Corte, quale titolare delle attribuzioni individuate dagli artt. 107, c. 2 e 111 Cost. Oltre a porre in luce le oscillazioni giurisprudenziali relative alla individuazione della sfera costituzionale del Presidente del Consiglio in rapporto a quella del Consiglio stesso, lo scritto analizza le implicazioni della sent. n. 7/1996 sul noto "caso Mancuso", concernente la sola ipotesi di sfiducia individuale concretizzatasi nel nostro ordinamento, con speciale riguardo alle suggestioni ricavabili dalla pronuncia in ordine alle dinamiche dei rapporti tra i ministri (in primis, quello della giustizia) e il Premier. Infine, l'A. si interroga sul possibile esito del conflitto - all'epoca, ancora pendente - tra il Guardasigilli ed il Capo dello Stato in merito alla spettanza dell'"ultima parola" sulla concessione della grazia. La ricostruzione offerta, in quest'ultimo caso, propende per la configurazione del potere in questione come presidenziale: in tale luce, lo scritto ritiene lesivo delle attribuzioni costituzionali del Capo dello Stato il rifiuto del Guardasigilli di dar seguito al procedimento avviato dal Quirinale ed il conseguente diniego di apposizione della controfirma ministeriale al decreto presidenziale.
2006
8849512546
Conflitti tra poteri dello Stato; Struttura costituzionale del Governo; Ministro della Giustizia
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