C’è stato un tempo, abbastanza recente in cui, a favore di una certa economia, si è tentato di “sbarazzarsi dell’ecologia” (Clément, 2014), ma in quanto verità ingombrante, l’urgenza ecologica non è mancata di farsi sentire sulle nostre città, nella coscienza di ogni architettura e tecnica prodotta e ha deciso di farlo con il tempo trascorso e quello a venire, dettato dai cambiamenti climatici, dall’impatto diretto e indiretto del surriscaldamento globale del pianeta. Dal nostro ormai dover vivere in “una ecologia senza natura” (Morton, 2007), l’urgenza di doversi ancora occupare di architettura e città, come risposta agli spazi e alle comunità, in maniera differente e in un nuovo tempo, quello della transizione.Il tempo necessario della transizione coincide con il tempo necessario della “resilienza trasformativa”. È un tempo di oggi breve e lungo, per quello medio della governance di tutti i processi di sostenibilità, circolarità, resilienza connessi alle questioni globali quanto locali dello sviluppo sostenibile, di una crescita responsabile e capace. In tale scenario, le città e l’architettura, nella trasformazione dell’ambiente costruito, rappresentano “lo spazio e la ragione stessa dell’innovazione”, coinvolgendo le comunità nello svolgere un’azione diretta sulla definizione della vera domanda di qualità della vita dell’abitare e di visione futura
Tecnologie urbane e periferie di comunità in transizione. Questioni aperte e progetti imperfetti / Nava, Consuelo. - (2022), pp. 53-57.
Tecnologie urbane e periferie di comunità in transizione. Questioni aperte e progetti imperfetti
Consuelo Nava
2022-01-01
Abstract
C’è stato un tempo, abbastanza recente in cui, a favore di una certa economia, si è tentato di “sbarazzarsi dell’ecologia” (Clément, 2014), ma in quanto verità ingombrante, l’urgenza ecologica non è mancata di farsi sentire sulle nostre città, nella coscienza di ogni architettura e tecnica prodotta e ha deciso di farlo con il tempo trascorso e quello a venire, dettato dai cambiamenti climatici, dall’impatto diretto e indiretto del surriscaldamento globale del pianeta. Dal nostro ormai dover vivere in “una ecologia senza natura” (Morton, 2007), l’urgenza di doversi ancora occupare di architettura e città, come risposta agli spazi e alle comunità, in maniera differente e in un nuovo tempo, quello della transizione.Il tempo necessario della transizione coincide con il tempo necessario della “resilienza trasformativa”. È un tempo di oggi breve e lungo, per quello medio della governance di tutti i processi di sostenibilità, circolarità, resilienza connessi alle questioni globali quanto locali dello sviluppo sostenibile, di una crescita responsabile e capace. In tale scenario, le città e l’architettura, nella trasformazione dell’ambiente costruito, rappresentano “lo spazio e la ragione stessa dell’innovazione”, coinvolgendo le comunità nello svolgere un’azione diretta sulla definizione della vera domanda di qualità della vita dell’abitare e di visione futuraFile | Dimensione | Formato | |
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