I disegni di esperienze progettuali concrete o d’invenzione e di rappresentazione, non trovano una differenza sostanziale, se non nel loro valore d’uso: nell’idea di progetto esse convivono strettamente legate e inscindibili. L’idea di progetto come una forma di conoscenza è connaturata nell’attività di architetto intesa sia come ricerca che come mestiere. In questo senso penso all’architettura come forma del pensiero che si alterna e si integra tra una sua struttura mentale e la sua vocazione analogica per il costruito e gli aspetti fisici. Il disegno, e soprattutto quello autografo, nella sua forma più autentica di linguaggio che non trascrive ma scrive il pensiero d’architettura sta alla base dell’espressione progettuale. Se a tale concezione e quindi forza del disegno si aggiunge il tema del paesaggio dello Stretto di Messina, si crea quel connubio virtuoso capace di dare vita a rappresentazioni e visioni profonde che scavano nella realtà meno visibile e superficiale del luogo, in quella linea di confine tra razionale e irrazionale, reale e irreale, visibile e invisibile, propria anche del progetto. La realtà dell’invisibile e del mitologico costituisce ancora l’elemento unificante ed identificativo delle due sponde dello Stretto: la sua base portante e strutturale, lo scheletro su cui poggiano e si sovrappongono diversi racconti: reale, letterario, iconografico e storico.

La seduzione dell'indicibile

AMARO, Ottavio Salvatore
2019-01-01

Abstract

I disegni di esperienze progettuali concrete o d’invenzione e di rappresentazione, non trovano una differenza sostanziale, se non nel loro valore d’uso: nell’idea di progetto esse convivono strettamente legate e inscindibili. L’idea di progetto come una forma di conoscenza è connaturata nell’attività di architetto intesa sia come ricerca che come mestiere. In questo senso penso all’architettura come forma del pensiero che si alterna e si integra tra una sua struttura mentale e la sua vocazione analogica per il costruito e gli aspetti fisici. Il disegno, e soprattutto quello autografo, nella sua forma più autentica di linguaggio che non trascrive ma scrive il pensiero d’architettura sta alla base dell’espressione progettuale. Se a tale concezione e quindi forza del disegno si aggiunge il tema del paesaggio dello Stretto di Messina, si crea quel connubio virtuoso capace di dare vita a rappresentazioni e visioni profonde che scavano nella realtà meno visibile e superficiale del luogo, in quella linea di confine tra razionale e irrazionale, reale e irreale, visibile e invisibile, propria anche del progetto. La realtà dell’invisibile e del mitologico costituisce ancora l’elemento unificante ed identificativo delle due sponde dello Stretto: la sua base portante e strutturale, lo scheletro su cui poggiano e si sovrappongono diversi racconti: reale, letterario, iconografico e storico.
2019
978-88-8238-127-1
Disegno; progetto; mito;
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