Kintsugi Thinking è sintesi dialettica, provocatoria e reazionaria al tempo stesso, della trasposizione al settore delle costruzioni del principio che i Maestri Zen pongono alla base dell’antica arte giapponese dell’aggiustare - il Kintsugi - che consiste nel riparare pentole, tazze e ciotole utilizzando l’oro per rinsaldarne i frammenti di ceramica. Prendersi cura di ciò che è stato danneggiato offre una nuova opportunità, una nuova promessa di vita da cui può derivarne una storia ancora più preziosa. Kintsugi Thinking, in questa prospettiva, esprime l’esigenza e l’urgenza di riflettere sull’attenzione dovuta agli habitat e all’abitare contemporaneo, al costruire, alle eredità ecologiche, alla svolta digitale in atto, al ruolo che in queste dinamiche svolgono l’informazione, la conoscenza, la responsabilità. Attenzione che diviene preoccupazione per le generazioni attuali e future. È metafora di centralità dell’uomo, resilienza, sostenibilità. Assume e fa propri gli approcci del pensiero laterale, l’osservazione del problema da angolazioni diverse, non convenzionali, che consentono di esplorare idee, intuizioni, soluzioni fuori dal consueto dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica. Suggerisce le metriche e il passo per accompagnare un utilizzo pervasivo di approcci teorici, così come di metodi e strumenti applicativi in grado di istruire le azioni di conservazione e trasformazione. Processi entropici che il Kintsugi Thinking, in una rinnovata etica dell’homo faber, chiama a confrontarsi con le sue quattro dimensioni ontologiche - quella dell’aver cura, quella ecologica, quella digitale, quella informazionale - indissolubilmente associate ad un grande progetto di manutenzione dell’ambiente costruito e di cura del pianeta.

Kintsugi Thinking. Manutenzione dell’ambiente costruito nell’era ecologica e digitale

Lauria M.
;
Azzalin M.
2023-01-01

Abstract

Kintsugi Thinking è sintesi dialettica, provocatoria e reazionaria al tempo stesso, della trasposizione al settore delle costruzioni del principio che i Maestri Zen pongono alla base dell’antica arte giapponese dell’aggiustare - il Kintsugi - che consiste nel riparare pentole, tazze e ciotole utilizzando l’oro per rinsaldarne i frammenti di ceramica. Prendersi cura di ciò che è stato danneggiato offre una nuova opportunità, una nuova promessa di vita da cui può derivarne una storia ancora più preziosa. Kintsugi Thinking, in questa prospettiva, esprime l’esigenza e l’urgenza di riflettere sull’attenzione dovuta agli habitat e all’abitare contemporaneo, al costruire, alle eredità ecologiche, alla svolta digitale in atto, al ruolo che in queste dinamiche svolgono l’informazione, la conoscenza, la responsabilità. Attenzione che diviene preoccupazione per le generazioni attuali e future. È metafora di centralità dell’uomo, resilienza, sostenibilità. Assume e fa propri gli approcci del pensiero laterale, l’osservazione del problema da angolazioni diverse, non convenzionali, che consentono di esplorare idee, intuizioni, soluzioni fuori dal consueto dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica. Suggerisce le metriche e il passo per accompagnare un utilizzo pervasivo di approcci teorici, così come di metodi e strumenti applicativi in grado di istruire le azioni di conservazione e trasformazione. Processi entropici che il Kintsugi Thinking, in una rinnovata etica dell’homo faber, chiama a confrontarsi con le sue quattro dimensioni ontologiche - quella dell’aver cura, quella ecologica, quella digitale, quella informazionale - indissolubilmente associate ad un grande progetto di manutenzione dell’ambiente costruito e di cura del pianeta.
2023
978-88-916-6222-4
978-88-916-6225-5
Manutenzione, Ambiente costruito, Digital Twin
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/137126
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