Il tentativo di definire la parola e la cosa passa necessariamente, per la cultura occidentale, dalla sua origine in ambito artistico europeo come forma di rappresentazione. Il paesaggio indica dapprima l’opera d’arte che inquadra una porzione di natura e, solo successivamente, attraverso l’individuazione, lo sviluppo e la precisazione di un pensiero, diventa un concetto acquisito e condiviso. Eppure la duplicità dell’indicare il termine sia la cosa sia la sua rappresentazione sembra essere un intrico non solvibile. La coincidenza della parola vive nella continua appartenenza e negazione dell’oggetto artistico alla realtà fisica. Una pittura di paesaggio può consegnare immobile nel tempo l’immagine di un brano di natura destinato, invece, a mutare nel tempo.
Le miracle d'une conscience
Schepis F
2021-01-01
Abstract
Il tentativo di definire la parola e la cosa passa necessariamente, per la cultura occidentale, dalla sua origine in ambito artistico europeo come forma di rappresentazione. Il paesaggio indica dapprima l’opera d’arte che inquadra una porzione di natura e, solo successivamente, attraverso l’individuazione, lo sviluppo e la precisazione di un pensiero, diventa un concetto acquisito e condiviso. Eppure la duplicità dell’indicare il termine sia la cosa sia la sua rappresentazione sembra essere un intrico non solvibile. La coincidenza della parola vive nella continua appartenenza e negazione dell’oggetto artistico alla realtà fisica. Una pittura di paesaggio può consegnare immobile nel tempo l’immagine di un brano di natura destinato, invece, a mutare nel tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.