Fino ad alcuni decenni fa le considerazioni sul ciclo di vita riguardavano essenzialmente valutazioni ex post. I ragionamenti in termini progettuali, circa le durate degli oggetti edilizi, erano impliciti, basati sull’esperienza e sulla regola dell’arte. Oggi la programmazione in fase di progetto del ciclo di vita può essere assunta come un dato addirittura discriminatorio per avviare o meno la realizzazione stessa dell’intervento. Un’azione, unanimemente considerata, strategica, prioritaria ed irrinunciabile. Dove invece si verifica una certa diversità di vedute è sui criteri e sulle modalità da adottare per il conseguimento di questi obiettivi. Le risposte più ricorrenti aprono, infatti, a modelli di approccio di carattere antitetico. Quello della permanenza, legato alla “tradizionale” concezione dell'edificio durevole. Quello della temporaneità, che, viceversa, assimila con una certa sistematicità gli edifici a dei beni “da consumarsi preferibilmente entro il …”. In questo scenario, le ragioni ambientali (in aggiunta a quelle di matrice economica, culturale, ecc.) ci offrono interessanti parametri per valutare e scegliere.
Ciclo di vita utile e ragioni ambientali / Lauria, Massimo. - (2008), pp. 149-152. (Intervento presentato al convegno La ricerca a Fronte della sfida ambientale. III Seminario OsDotta tenutosi a Lecco nel 12-14 settembre 2007).
Ciclo di vita utile e ragioni ambientali
LAURIA, Massimo
2008-01-01
Abstract
Fino ad alcuni decenni fa le considerazioni sul ciclo di vita riguardavano essenzialmente valutazioni ex post. I ragionamenti in termini progettuali, circa le durate degli oggetti edilizi, erano impliciti, basati sull’esperienza e sulla regola dell’arte. Oggi la programmazione in fase di progetto del ciclo di vita può essere assunta come un dato addirittura discriminatorio per avviare o meno la realizzazione stessa dell’intervento. Un’azione, unanimemente considerata, strategica, prioritaria ed irrinunciabile. Dove invece si verifica una certa diversità di vedute è sui criteri e sulle modalità da adottare per il conseguimento di questi obiettivi. Le risposte più ricorrenti aprono, infatti, a modelli di approccio di carattere antitetico. Quello della permanenza, legato alla “tradizionale” concezione dell'edificio durevole. Quello della temporaneità, che, viceversa, assimila con una certa sistematicità gli edifici a dei beni “da consumarsi preferibilmente entro il …”. In questo scenario, le ragioni ambientali (in aggiunta a quelle di matrice economica, culturale, ecc.) ci offrono interessanti parametri per valutare e scegliere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.