Occorre intendere la cosiddetta crisi, kρίσις, quale occasione di superamento del paradigma formatosi dalla I rivoluzione industriale del ‘700 ed i cui limiti stanno sempre più emergendo da decenni, evidenziati nel testo edito nel 1972 The limits of Growth. Quindi dare avvio all’implementazione/costruzione di un approccio ecologico nei processi di antropizzazione, avendo come presupposto il principio di “0” consumo di nuovo suolo urbanizzato e le tematiche connesse alla “chiusura dei cicli”. L’argomento si pone in sintonia con il vasto dibattito che sta riguardando il ripensamento complessivo del senso di spazio. A partire dalle esigenze del cum-cives, cioè dell’abitante che con gli altri, la societas, condivide l’idea di civitas, che richiede/pretende spazi vivibili ed accessibili, spazi pubblici e qualità urbana. Ricordando le indicazioni della Carta di Lipsia (2007) che vuole strategie integrate di pianificazione tra aree rurali ed urbane, piccole, medie e grandi, metropolitane. Avendo la Convenzione sul Paesaggio come riferimento materiale e sociale e l’obiettivo di Smart City – ovvero costruire Comunità inclusive e sostenibili fisicamente e socialmente – nella prospettiva di Horizon 2020. Lo scritto si confronta con tali tematiche ponendo in evidenza i molteplici aspetti, qualitativi oltre che quantitativi. Sottolineando che la politica, cioè le scelte, devono essere efficaci oltre che efficienti, per creare benessere che sia equo e solidale.
Rigenerazione ecologica, quindi transcalare ed integrata
ARAGONA, Stefano
2017-01-01
Abstract
Occorre intendere la cosiddetta crisi, kρίσις, quale occasione di superamento del paradigma formatosi dalla I rivoluzione industriale del ‘700 ed i cui limiti stanno sempre più emergendo da decenni, evidenziati nel testo edito nel 1972 The limits of Growth. Quindi dare avvio all’implementazione/costruzione di un approccio ecologico nei processi di antropizzazione, avendo come presupposto il principio di “0” consumo di nuovo suolo urbanizzato e le tematiche connesse alla “chiusura dei cicli”. L’argomento si pone in sintonia con il vasto dibattito che sta riguardando il ripensamento complessivo del senso di spazio. A partire dalle esigenze del cum-cives, cioè dell’abitante che con gli altri, la societas, condivide l’idea di civitas, che richiede/pretende spazi vivibili ed accessibili, spazi pubblici e qualità urbana. Ricordando le indicazioni della Carta di Lipsia (2007) che vuole strategie integrate di pianificazione tra aree rurali ed urbane, piccole, medie e grandi, metropolitane. Avendo la Convenzione sul Paesaggio come riferimento materiale e sociale e l’obiettivo di Smart City – ovvero costruire Comunità inclusive e sostenibili fisicamente e socialmente – nella prospettiva di Horizon 2020. Lo scritto si confronta con tali tematiche ponendo in evidenza i molteplici aspetti, qualitativi oltre che quantitativi. Sottolineando che la politica, cioè le scelte, devono essere efficaci oltre che efficienti, per creare benessere che sia equo e solidale.File | Dimensione | Formato | |
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