Nell’ambito degli studi sulla formazione e sull’attività romana di Luigi Vanvitelli il suo rapporto con l’Accademia di San Luca è stato finora sottovalutato. Ciò ha riguardato la sua vittoriosa partecipazione, ancora sedicenne, alla terza classe del concorso Clementino di pittura nel 1716, nel contesto della sua progressiva transizione dallo studio della pittura, presso il padre Gaspar Van Wittel, a quello dell’architettura presso Filippo Juvarra; ma ha riguardato anche il ruolo da lui svolto nell’Accademia nel periodo intercorso tra la sua ammissione, avvenuta il 4 gennaio 1733, e la sua infruttuosa contesa della carica di principe al rivale Ferdinando Fuga, risoltasi al ballottaggio nel dicembre 1752. Eppure, il rapporto di Vanvitelli con l’istituzione accademica in fasi diverse della propria carriera di architetto è emblematico non solo della sua posizione rispetto alla politica corporativa dell’ambiente professionale romano, ma anche dell’origine, dell’evoluzione e del consolidamento del suo linguaggio artistico e architettonico rispetto al più vasto panorama nazionale e internazionale, prima e dopo il definitivo trasferimento a Napoli e Caserta, nel 1752, per seguire l’attuazione del progetto della Reggia affidatogli da Carlo di Borbone nel 1749. Questo contributo intende offrire una inedita prospettiva di tale rapporto dentro e fuori l’istituzione accademica, evidenziandone l’importanza nella peculiare identità di Vanvitelli come allievo e maestro di architettura, e al contempo come consapevole erede della corrente più interdisciplinare del classicismo romano.

Luigi Vanvitelli e l'Accademia di San Luca / Manfredi, Tommaso. - (2024), pp. 235-243. (Intervento presentato al convegno Luigi Vanvitelli. Il linguaggio e la tecnica, Atti delle Giornate internazionali di studio di Storia dell’architettura, Napoli, 28 febbraio-1° marzo 2023 tenutosi a Napoli nel 28 febbraio-1° marzo 2023).

Luigi Vanvitelli e l'Accademia di San Luca

Manfredi, Tommaso
2024-01-01

Abstract

Nell’ambito degli studi sulla formazione e sull’attività romana di Luigi Vanvitelli il suo rapporto con l’Accademia di San Luca è stato finora sottovalutato. Ciò ha riguardato la sua vittoriosa partecipazione, ancora sedicenne, alla terza classe del concorso Clementino di pittura nel 1716, nel contesto della sua progressiva transizione dallo studio della pittura, presso il padre Gaspar Van Wittel, a quello dell’architettura presso Filippo Juvarra; ma ha riguardato anche il ruolo da lui svolto nell’Accademia nel periodo intercorso tra la sua ammissione, avvenuta il 4 gennaio 1733, e la sua infruttuosa contesa della carica di principe al rivale Ferdinando Fuga, risoltasi al ballottaggio nel dicembre 1752. Eppure, il rapporto di Vanvitelli con l’istituzione accademica in fasi diverse della propria carriera di architetto è emblematico non solo della sua posizione rispetto alla politica corporativa dell’ambiente professionale romano, ma anche dell’origine, dell’evoluzione e del consolidamento del suo linguaggio artistico e architettonico rispetto al più vasto panorama nazionale e internazionale, prima e dopo il definitivo trasferimento a Napoli e Caserta, nel 1752, per seguire l’attuazione del progetto della Reggia affidatogli da Carlo di Borbone nel 1749. Questo contributo intende offrire una inedita prospettiva di tale rapporto dentro e fuori l’istituzione accademica, evidenziandone l’importanza nella peculiare identità di Vanvitelli come allievo e maestro di architettura, e al contempo come consapevole erede della corrente più interdisciplinare del classicismo romano.
2024
978-88-6887-221-2
Luigi Vanvitelli, Accademia di San Luca, Roma, Napoli, formazione, professione, corporazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/143246
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