Spazio, percezione, immagine, senso: attorno questi termini ruotano le riflessioni che si intendono proporre. Estetica, percorso di conoscenza dei fenomeni, ed etica, espressione dell’adesione ad un modello di spazio finalizzato a costruire un senso (Lynch, 1990) significano spazio, ovvero percezione ed immagine (Arnheim, 1971). Se condiviso, esso può divenire città e quindi l’abitante diventare cittadino (Cacciari, 1991). Ma il tempo, ovvero le trasformazioni dello spazio, come si possono coniugare con il termine bellezza che fotografa un istante di esso? Occorre l’elaborazione di una definizione dinamica, operativa, di bellezza della città, così come si è passati da una visione statica ad una dinamica del piano. Pur se necessità giuridiche e psicologiche, in relazione alla bellezza, aspirano alla stabilità, visione classica del mondo, avendo la città lo spazio emblematico di rappresentazione.Come poter declinare questi argomenti con la produzione della città contemporanea, che si basa sul frammento, più o meno imponente e grande, spesso decontestualizzato per scelta, eclettico come esito. La bellezza, insomma, può esistere senza un senso? E questo può aversi senza un senso condiviso dello spazio? O forse la bellezza della città è una dimensione della piccola scala?Space, perception, image, sense: the paper has these elements as key points. Aesthetic, path for knowing the phenomenon, and ethic, i.e. expression of adhesion at a space model finalized to build sense (Lynnc, 1990), mean space, that is perception and imagine (Arnheim, 1971). When all that is shared it could become city and, then, the inhabitant may become citizen (Cacciari, 1991). But time, i.e. the transformations of the space, how can match the word beauty that does fix an instant of it? It requires a dynamic definition, operative one, of city beautiful: a passage very similar to the change from the static town design to the dynamic town plan.Even if legal and psychological needs (the latter ones connected to the beauty) aspired to stability, classic vision of the world, having the city as emblematic space of representation.How do these issues face with the production of the contemporaneous city, based on fragment, less or more relevant and big, often not related to the context, as a design decision, eclectic as result. The beauty, that is, may exist without a sense? And this one may exist without a shared sense of the space? Or perhaps the beauty of the town is a dimension of the small scale?Riferimenti bibliografici- Arnehim R., 1971, "Arte e percezione visiva", Feltrinelli, Milano- Cacciari M., 1991, "Aut civitas aut polis" in Mucci E., Rizzoli P., (a cura di) "L’immaginario tecnologico metropolitano", Franco Angeli, Milano- Lynch K, 1990, "Progettare la città. La qualità nella forma urbana", Etas Libri Milano
Progetti, desideri dei cittadini e qualità urbana / Aragona, Stefano. - (2009), pp. 126-138. (Intervento presentato al convegno IV Convegno internazionale sui beni culturali territoriali, Istituto interfacoltà di Geografia tenutosi a POLLENZA).
Progetti, desideri dei cittadini e qualità urbana
ARAGONA, Stefano
2009-01-01
Abstract
Spazio, percezione, immagine, senso: attorno questi termini ruotano le riflessioni che si intendono proporre. Estetica, percorso di conoscenza dei fenomeni, ed etica, espressione dell’adesione ad un modello di spazio finalizzato a costruire un senso (Lynch, 1990) significano spazio, ovvero percezione ed immagine (Arnheim, 1971). Se condiviso, esso può divenire città e quindi l’abitante diventare cittadino (Cacciari, 1991). Ma il tempo, ovvero le trasformazioni dello spazio, come si possono coniugare con il termine bellezza che fotografa un istante di esso? Occorre l’elaborazione di una definizione dinamica, operativa, di bellezza della città, così come si è passati da una visione statica ad una dinamica del piano. Pur se necessità giuridiche e psicologiche, in relazione alla bellezza, aspirano alla stabilità, visione classica del mondo, avendo la città lo spazio emblematico di rappresentazione.Come poter declinare questi argomenti con la produzione della città contemporanea, che si basa sul frammento, più o meno imponente e grande, spesso decontestualizzato per scelta, eclettico come esito. La bellezza, insomma, può esistere senza un senso? E questo può aversi senza un senso condiviso dello spazio? O forse la bellezza della città è una dimensione della piccola scala?Space, perception, image, sense: the paper has these elements as key points. Aesthetic, path for knowing the phenomenon, and ethic, i.e. expression of adhesion at a space model finalized to build sense (Lynnc, 1990), mean space, that is perception and imagine (Arnheim, 1971). When all that is shared it could become city and, then, the inhabitant may become citizen (Cacciari, 1991). But time, i.e. the transformations of the space, how can match the word beauty that does fix an instant of it? It requires a dynamic definition, operative one, of city beautiful: a passage very similar to the change from the static town design to the dynamic town plan.Even if legal and psychological needs (the latter ones connected to the beauty) aspired to stability, classic vision of the world, having the city as emblematic space of representation.How do these issues face with the production of the contemporaneous city, based on fragment, less or more relevant and big, often not related to the context, as a design decision, eclectic as result. The beauty, that is, may exist without a sense? And this one may exist without a shared sense of the space? Or perhaps the beauty of the town is a dimension of the small scale?Riferimenti bibliografici- Arnehim R., 1971, "Arte e percezione visiva", Feltrinelli, Milano- Cacciari M., 1991, "Aut civitas aut polis" in Mucci E., Rizzoli P., (a cura di) "L’immaginario tecnologico metropolitano", Franco Angeli, Milano- Lynch K, 1990, "Progettare la città. La qualità nella forma urbana", Etas Libri MilanoFile | Dimensione | Formato | |
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