In relazione alla diffusa vulnerabilità idrogeologica del territorio italiano, la difesa del suolo, da intendere anche come “difesa dalle acque”, è storicamente al centro dell’attenzione della Pubblica Amministrazione in relazione agli interessi delle collettività ed ai connessi obiettivi di sviluppo socio-economico del Paese e, più di recente, di tutela dell’ambiente. I profili ricostruttivi analizzati evidenziano come tale considerazione si vada progressivamente rafforzando nell’Ottocento e Novecento, a partire dall’iniziale esigenza ed azione di bonifica del territorio, prima montano-collinare poi “integrale”, creando così le basi che conducono all’attuale assetto organizzativo e dell’azione amministrativa volta alla pianificazione, programmazione e realizzazione degli interventi. Una particolare menzione meritano il rafforzamento delle limitazioni alla proprietà terriera, con l’introduzione del “vincolo per scopi idrogeologici” ex R.D. n. 3267/1923 “cd. legge Serpieri”, quale evoluzione procedimentalizzata del vincolo forestale ex legge n. 3917/1877, l’esperienza della Cassa per il Mezzogiorno ed il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo con la legge n. 183/1989, che consolida il bacino idrografico come ambito territoriale di riferimento, a livello sia nazionale, che interregionale e regionale, per l’azione amministrativa imperniata sull’“Autorità di bacino” e la pianificazione di bacino. All’odierno assetto de quo, principalmente integrato nella parte terza del Codice dell’ambiente (D.Lgs. n. 152/2006) con le sue evoluzioni, concorrono altri settori d’amministrazione consolidati, come il settore forestale e quello urbanistico, o in formazione, come quello della cd. conservazione del suolo. Considerata la sistematica ricorrenza, fino ai giorni contemporanei, delle calamità, quali le alluvioni, le finalità dell’amministrazione della difesa del suolo assumono crescente rilevanza, oggigiorno enfatizzata dai cambiamenti climatici e dai processi di desertificazione, non solo in un’ottica ambientale lato sensu di preservazione delle risorse naturali a vantaggio delle generazioni future, ma anche di salvaguardia della vita delle persone e della res pubblica. L’amministrazione della difesa del suolo si deve confrontare con il dinamico rapporto tra Stato ed Autonomie, di recente caratterizzato dall’intervento del legislatore per l’attuazione della cd. autonomia differenziata. La pianificazione di bacino, da tempo strumentale anche all’amministrazione del rischio idrogeologico, si profila complessa, non solo per la portata degli interessi sottesi, ma anche in relazione alla generale necessità di coordinamento degli atti di pianificazione riguardanti il territorio ed il suo “governo” in un’ottica di sostenibilità. In questo scenario particolarmente complesso, vengono colti gli aspetti inerenti all’unitarietà della funzione amministrativa della difesa del suolo in termini di interessi coinvolti e di principi informatori. Le prospettive delineate sono volte a valorizzare le specificità del settore della difesa del suolo, in linea con quanto già traspariva dalla legge n. 183/1989, soprattutto sotto l’aspetto della pianificazione degli interventi, magari arricchendola in modo coordinato con l’apporto degli altri settori d’amministrazione, anche con l’obiettivo, pur se arduo, di snellire il complesso quadro organizzativo e dell’azione amministrativa, mirando in particolare alla sua tempestività ed efficacia, con l’auspicio che tutto ciò possa servire a fronteggiare efficacemente la montante amministrazione dell’emergenza. Nonostante i notevoli progressi conoscitivi rispetto alla previsione dei fenomeni, delle cause e degli effetti da governare, si ritiene pur sempre opportuno garantire un congruo spazio alla precauzione.
L'amministrazione della difesa del suolo / Lofaro, Giuseppina. - (2024), pp. 1-370.
L'amministrazione della difesa del suolo
Giuseppina Lofaro
2024-01-01
Abstract
In relazione alla diffusa vulnerabilità idrogeologica del territorio italiano, la difesa del suolo, da intendere anche come “difesa dalle acque”, è storicamente al centro dell’attenzione della Pubblica Amministrazione in relazione agli interessi delle collettività ed ai connessi obiettivi di sviluppo socio-economico del Paese e, più di recente, di tutela dell’ambiente. I profili ricostruttivi analizzati evidenziano come tale considerazione si vada progressivamente rafforzando nell’Ottocento e Novecento, a partire dall’iniziale esigenza ed azione di bonifica del territorio, prima montano-collinare poi “integrale”, creando così le basi che conducono all’attuale assetto organizzativo e dell’azione amministrativa volta alla pianificazione, programmazione e realizzazione degli interventi. Una particolare menzione meritano il rafforzamento delle limitazioni alla proprietà terriera, con l’introduzione del “vincolo per scopi idrogeologici” ex R.D. n. 3267/1923 “cd. legge Serpieri”, quale evoluzione procedimentalizzata del vincolo forestale ex legge n. 3917/1877, l’esperienza della Cassa per il Mezzogiorno ed il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo con la legge n. 183/1989, che consolida il bacino idrografico come ambito territoriale di riferimento, a livello sia nazionale, che interregionale e regionale, per l’azione amministrativa imperniata sull’“Autorità di bacino” e la pianificazione di bacino. All’odierno assetto de quo, principalmente integrato nella parte terza del Codice dell’ambiente (D.Lgs. n. 152/2006) con le sue evoluzioni, concorrono altri settori d’amministrazione consolidati, come il settore forestale e quello urbanistico, o in formazione, come quello della cd. conservazione del suolo. Considerata la sistematica ricorrenza, fino ai giorni contemporanei, delle calamità, quali le alluvioni, le finalità dell’amministrazione della difesa del suolo assumono crescente rilevanza, oggigiorno enfatizzata dai cambiamenti climatici e dai processi di desertificazione, non solo in un’ottica ambientale lato sensu di preservazione delle risorse naturali a vantaggio delle generazioni future, ma anche di salvaguardia della vita delle persone e della res pubblica. L’amministrazione della difesa del suolo si deve confrontare con il dinamico rapporto tra Stato ed Autonomie, di recente caratterizzato dall’intervento del legislatore per l’attuazione della cd. autonomia differenziata. La pianificazione di bacino, da tempo strumentale anche all’amministrazione del rischio idrogeologico, si profila complessa, non solo per la portata degli interessi sottesi, ma anche in relazione alla generale necessità di coordinamento degli atti di pianificazione riguardanti il territorio ed il suo “governo” in un’ottica di sostenibilità. In questo scenario particolarmente complesso, vengono colti gli aspetti inerenti all’unitarietà della funzione amministrativa della difesa del suolo in termini di interessi coinvolti e di principi informatori. Le prospettive delineate sono volte a valorizzare le specificità del settore della difesa del suolo, in linea con quanto già traspariva dalla legge n. 183/1989, soprattutto sotto l’aspetto della pianificazione degli interventi, magari arricchendola in modo coordinato con l’apporto degli altri settori d’amministrazione, anche con l’obiettivo, pur se arduo, di snellire il complesso quadro organizzativo e dell’azione amministrativa, mirando in particolare alla sua tempestività ed efficacia, con l’auspicio che tutto ciò possa servire a fronteggiare efficacemente la montante amministrazione dell’emergenza. Nonostante i notevoli progressi conoscitivi rispetto alla previsione dei fenomeni, delle cause e degli effetti da governare, si ritiene pur sempre opportuno garantire un congruo spazio alla precauzione.File | Dimensione | Formato | |
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Monografia Giuseppina Lofaro L_amministrazione della difesa del suolo ottobre 2024 Editoriale Scientifica.pdf
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Descrizione: Ricerche giuridiche Collana diretta da A. CELOTTO, F. LIGUORI, L. ZOPPOLI Comitato Scientifico I. Caracciolo, M. Delfino, M. D’Onghia L. Fernandez Del Moral Dominguez, F. Galgano, L. Gatt A. Guardiano, M. Iovane, V. Luciani, R. Mastroianni, G. Montedoro M. Orlandi, A. Papa, A. Patroni Griffi, S. Prisco, R. Spagnuolo Vigorita, A. Zito
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