La discrezionalità legislativa e i suoi limiti. Un nuovo equilibrio fra Corte costituzionale e legislatore

The subject of the doctoral thesis primarily revolves around the relationship between the italian Constitutional Court and the italian Parliament, with a particular focus on the limits to the Court's scrutiny over the discretionary power of the Parliament. The thesis examines cases where the Court most frequently issues a decision of inadmissibility due to the legislature's discretion, clarifying the concepts of "issues of a political nature" (whose scrutiny is theoretically excluded from the Judge of laws) and the distinction with "political questions" as established by Supreme Court of the United States, especially in ethically sensitive and scientifically conditioned themes. The thesis then delves into the most recent decision-making techniques through which the Court appears to have overcome the traditional limits of so-called "rime obbligate" (term referring to cases in which the Court makes a creative decision on the assumption that the innovation introduced is the only one constitutionally mandated), considering the diverse – and sometimes conflicting – doctrinal positions on the matter. Finally, the thesis focuses on the political-constitutional aspects that inevitably lead to questioning the role that the Constitutional Court plays within our system, proposing some reform hypotheses – both for the constitutional text and parliamentary regulations – to better rationalize the legislative follow-up to Court judgments and, more generally, the relationship and "dialogue" between a Court that admonishes and a Lawmaker that often remains inert.

L’oggetto della tesi di dottorato è principalmente il rapporto tra la Corte costituzionale e il Parlamento, con particolare riferimento ai limiti al sindacato della Corte sull’uso del potere discrezionale del Parlamento. La tesi analizza i casi in cui più frequentemente la Corte pronuncia una decisione di inammissibilità per discrezionalità del legislatore, chiarendo i concetti di “questioni di natura politica” (il cui sindacato è in teoria precluso al Giudice delle leggi) e la differenza con le “political questions” per come affermatesi nella dottrina costituzionalistica della Suprema Corte degli Stati Uniti d'America (con un capitolo, quindi, incentrato sulla comparazione giuridica), in particolare nei temi “eticamente” sensibili e “scientificamente condizionati”. La tesi si concentra poi sulle più recenti tecniche decisorie con cui la Corte sembra aver ormai superato il tradizionale limite delle cc.dd. “rime obbligate”, prendendo in considerazione le diverse – e talora molto contrapposte – posizioni dottrinarie sul punto. Infine, la tesi si sofferma sui profili politico-costituzionali che, inevitabilmente, portano a interrogarsi sul ruolo che la Corte costituzionale ha all’interno del nostro sistema, proponendo alcune ipotesi di riforma – tanto del testo costituzionale quanto dei regolamenti parlamentari – per razionalizzare meglio il seguito legislativo delle sentenze della Corte e, più in generale, il rapporto e il “dialogo” fra una Corte che ammonisce e un legislatore che spesso (per “impotenza” o per scelta) rimane inerte.