Accanto al noto fenomeno globale di crescente e rapida urbanizzazione sta emergendo con sempre maggior evidenza quello, solo apparentemente contraddittorio in quanto faccia della stessa medaglia, di calo demografico con effetti senza precedenti in termine di contrazione urbana e spopolamento di intere regioni. Questa situazione interessa sia città che ampi territori, habitat, paesaggi e comunità, principalmente aree interne e rurali fragili, soggetti a profondi cambiamenti e alle sfide identificate dai 17 SDGs dell’Agenda 2030 ONU, per le quali diventa indispensabile andare oltre un orizzonte 2030 ormai troppo ravvicinato. Questioni purtroppo aggravate dalla crisi climatica, vera e propria “catastrofe a rallentatore” rispetto a quella “improvvisa e imprevista” della crisi pandemica da Covid-19, ma proprio per questo molto più grave per l’impatto “diseguale” su salute, economia, società e benessere di tutti, dal singolo individuo all’intero pianeta. La crisi pandemica ha rivelato, inoltre, la fragilità di fondo delle grandi aree metropolitane e dei legami territoriali mancanti con le aree rurali, evidenziando la conseguente necessità di una visione a lungo termine, di più stretta cooperazione anche per garantire un’equa distribuzione delle risorse disponibile del PNRR e le indispensabili interazioni tra le aree urbane e quelle rurali in un’ottica di “ecologia integrale”. In questo quadro di riferimento, alla luce anche del Green Deal europeo, della Agenda Territoriale 2030 e della Nuova Carta di Lipsia, il contributo è focalizzato sul ruolo delle aree rurali UE con l’obiettivo di sostenere ed evidenziarne la centralità in una nuova prospettiva, di trasformazione da territori fragili in territori resilienti, che preveda relazioni e interconnessioni virtuose tra sistema insediativo e paesaggio, in quanto luoghi ricchi di risorse materiali e immateriali, identità da valorizzare per percorsi innovativi di sviluppo sostenibile e rigenerazione territoriale, in armonia con la natura, orientati alla transizione ecologica e a riconnettere le comunità ai luoghi. È un filone di ricerca rinnovato e innovativo, alimentato dal fatto che le aree rurali sono riconosciute come elementi costitutivi dell’identità e del potenziale economico UE e che numerose sono le iniziative dedicate, esperienze in corso, opportunità e prospettive. Il Green Deal europeo costituisce uno dei pilastri principali per affrontare la crisi climatica e nel contempo perseguire obiettivi di equità e giustizia sociali nell’ambito di una logica complessiva di interdipendenza e interconnessione dei problemi. Le politiche sono pertanto fortemente orientate alla transizione ecologica, circolare e digitale. Nell’agenda per lo sviluppo rurale si sta affermando in particolare il concetto di villaggio intelligente (d’ora in poi smart village), in coincidenza con la riforma in corso della politica agricola comune (PAC). In questo ambito, l’azione dell’UE per i piccoli comuni intelligenti fa riferimento alla necessità di andare oltre le singole iniziative isolate e di elaborare progetti integrati, in linea con la Dichiarazione di Cork 2.0 per “una vita migliore nelle aree rurali” (2016) e con la Dichiarazione di Blend (2018) per un futuro migliore e più intelligente per le comunità rurali. Alla luce di quanto fin qui delineato, la proposta affronta il tema degli smart village oggetto del documento “Azioni dell'UE per i villaggi intelligenti” e alle opportunità di promuovere percorsi, metodi e strumenti integrati di sviluppo sostenibile radicati nei contesti locali, in virtù del fatto che il concetto di smart village implica la partecipazione delle popolazioni locali al miglioramento delle rispettive condizioni economiche, sociali o ambientali, la cooperazione con altre comunità, l’innovazione sociale e lo sviluppo di strategie place-based e communities-based per attuare una giusta transizione. Pertanto, vengono in particolare indagate le azioni UE per gli smart villages con riferimento a casi di studio significativi con l’obiettivo – da sviluppare e approfondire in una successiva fase della ricerca in corso – di costruire un quadro di riferimento che identifichi, accanto alle principali sfide della crisi climatica, le possibili “soluzioni” integrate intelligenti, in cui i centri minori siano propulsori di nuove reti capaci di innervare i territori e rivitalizzarli, rivolgendo una particolare attenzione agli effetti delle trasformazioni sul paesaggio. Il monitoraggio e la valutazione delle esperienze in corso sono fondamentali per il futuro utilizzo del concetto di smart village in termini di ispirazione, programmazione e pianificazione sia per gli stakeholder che per i decisori nel campo del sostegno pubblico. Gli smart villages possono essere, infatti, considerati veri e propri laboratori in cui gli abitanti e i responsabili delle politiche a diversi livelli sperimentano soluzioni innovative integrate per rispondere alle principali sfide dei territori rurali che riguardano anche, in maniera più o meno indiretta, anche le aree urbane. Comune è l’obiettivo di sviluppo inclusivo che non lasci indietro nessuno, laddove la transizione ecologica riguarda una molteplicità di fattori, energia, valore dei servizi ecosistemici, dotazioni infrastrutturali, modelli di produzione e consumo, paesaggio, stili di vita e comportamenti, in una visione unitaria e coerente di ecologia integrale.

Gli smart villages come propulsori di reti territoriali innovative per attuare la transizione ecologica e digitale nelle aree rurali UE: strategie, esperienze, prospettive / Pultrone, G.. - (2023), pp. 148-155.

Gli smart villages come propulsori di reti territoriali innovative per attuare la transizione ecologica e digitale nelle aree rurali UE: strategie, esperienze, prospettive

G. Pultrone
2023-01-01

Abstract

Accanto al noto fenomeno globale di crescente e rapida urbanizzazione sta emergendo con sempre maggior evidenza quello, solo apparentemente contraddittorio in quanto faccia della stessa medaglia, di calo demografico con effetti senza precedenti in termine di contrazione urbana e spopolamento di intere regioni. Questa situazione interessa sia città che ampi territori, habitat, paesaggi e comunità, principalmente aree interne e rurali fragili, soggetti a profondi cambiamenti e alle sfide identificate dai 17 SDGs dell’Agenda 2030 ONU, per le quali diventa indispensabile andare oltre un orizzonte 2030 ormai troppo ravvicinato. Questioni purtroppo aggravate dalla crisi climatica, vera e propria “catastrofe a rallentatore” rispetto a quella “improvvisa e imprevista” della crisi pandemica da Covid-19, ma proprio per questo molto più grave per l’impatto “diseguale” su salute, economia, società e benessere di tutti, dal singolo individuo all’intero pianeta. La crisi pandemica ha rivelato, inoltre, la fragilità di fondo delle grandi aree metropolitane e dei legami territoriali mancanti con le aree rurali, evidenziando la conseguente necessità di una visione a lungo termine, di più stretta cooperazione anche per garantire un’equa distribuzione delle risorse disponibile del PNRR e le indispensabili interazioni tra le aree urbane e quelle rurali in un’ottica di “ecologia integrale”. In questo quadro di riferimento, alla luce anche del Green Deal europeo, della Agenda Territoriale 2030 e della Nuova Carta di Lipsia, il contributo è focalizzato sul ruolo delle aree rurali UE con l’obiettivo di sostenere ed evidenziarne la centralità in una nuova prospettiva, di trasformazione da territori fragili in territori resilienti, che preveda relazioni e interconnessioni virtuose tra sistema insediativo e paesaggio, in quanto luoghi ricchi di risorse materiali e immateriali, identità da valorizzare per percorsi innovativi di sviluppo sostenibile e rigenerazione territoriale, in armonia con la natura, orientati alla transizione ecologica e a riconnettere le comunità ai luoghi. È un filone di ricerca rinnovato e innovativo, alimentato dal fatto che le aree rurali sono riconosciute come elementi costitutivi dell’identità e del potenziale economico UE e che numerose sono le iniziative dedicate, esperienze in corso, opportunità e prospettive. Il Green Deal europeo costituisce uno dei pilastri principali per affrontare la crisi climatica e nel contempo perseguire obiettivi di equità e giustizia sociali nell’ambito di una logica complessiva di interdipendenza e interconnessione dei problemi. Le politiche sono pertanto fortemente orientate alla transizione ecologica, circolare e digitale. Nell’agenda per lo sviluppo rurale si sta affermando in particolare il concetto di villaggio intelligente (d’ora in poi smart village), in coincidenza con la riforma in corso della politica agricola comune (PAC). In questo ambito, l’azione dell’UE per i piccoli comuni intelligenti fa riferimento alla necessità di andare oltre le singole iniziative isolate e di elaborare progetti integrati, in linea con la Dichiarazione di Cork 2.0 per “una vita migliore nelle aree rurali” (2016) e con la Dichiarazione di Blend (2018) per un futuro migliore e più intelligente per le comunità rurali. Alla luce di quanto fin qui delineato, la proposta affronta il tema degli smart village oggetto del documento “Azioni dell'UE per i villaggi intelligenti” e alle opportunità di promuovere percorsi, metodi e strumenti integrati di sviluppo sostenibile radicati nei contesti locali, in virtù del fatto che il concetto di smart village implica la partecipazione delle popolazioni locali al miglioramento delle rispettive condizioni economiche, sociali o ambientali, la cooperazione con altre comunità, l’innovazione sociale e lo sviluppo di strategie place-based e communities-based per attuare una giusta transizione. Pertanto, vengono in particolare indagate le azioni UE per gli smart villages con riferimento a casi di studio significativi con l’obiettivo – da sviluppare e approfondire in una successiva fase della ricerca in corso – di costruire un quadro di riferimento che identifichi, accanto alle principali sfide della crisi climatica, le possibili “soluzioni” integrate intelligenti, in cui i centri minori siano propulsori di nuove reti capaci di innervare i territori e rivitalizzarli, rivolgendo una particolare attenzione agli effetti delle trasformazioni sul paesaggio. Il monitoraggio e la valutazione delle esperienze in corso sono fondamentali per il futuro utilizzo del concetto di smart village in termini di ispirazione, programmazione e pianificazione sia per gli stakeholder che per i decisori nel campo del sostegno pubblico. Gli smart villages possono essere, infatti, considerati veri e propri laboratori in cui gli abitanti e i responsabili delle politiche a diversi livelli sperimentano soluzioni innovative integrate per rispondere alle principali sfide dei territori rurali che riguardano anche, in maniera più o meno indiretta, anche le aree urbane. Comune è l’obiettivo di sviluppo inclusivo che non lasci indietro nessuno, laddove la transizione ecologica riguarda una molteplicità di fattori, energia, valore dei servizi ecosistemici, dotazioni infrastrutturali, modelli di produzione e consumo, paesaggio, stili di vita e comportamenti, in una visione unitaria e coerente di ecologia integrale.
2023
978-88-6764-313-4
pianificazione integrata, relazioni innovative urbano-rurale, rigenerazione territoriale, transizione ecologica e paesaggio, UE smart villages.
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