Il volume affronta le singolari relazioni che si stabiliscono lungo il bordo tra l'architettura e l'acqua nelle sue varie forme e, in particolare, il mare. L'architettura che interviene sul margine terracqueo ha un compito non facile. Si tratta del luogo d'incontro fra due mondi, liquido e solido, ognuno con proprie leggi, regole e linguaggi che improvvisamente si intersecano, quasi scoprendo ciò che manca a ciascuno per una completa "definizione" e configurazione idonea per entrambi. Per percepirne l'essenza per poter poi intervenire col progetto, appare necessario non partire direttamente dal mare e dal suo bordo, ma allontanarsi anche solo un poco per raggiungere una distanza che ne consenta una visione quasi grandangolare e più ampia, per poi intraprendere un percorso che possa condurre più coscientemente verso lo stesso. Si tratta quasi di seguire il percorso che fa l'acqua come fiume, lago, pioggia o acqua "artificiale", cioè come elemento architettonico, prima di arrivare ad essere mare, per cercare di conoscere alcuni elementi del suo "passato “, che ne contengono, inevitabilmente, alcuni del suo "futuro". Si parte, quindi, dal rapporto architettura-acqua in generale e nelle sue diverse forme, per arrivare pian piano sempre più consapevolmente a una relazione più intima e specifica fra architettura e mare. Si segue un percorso allo stesso tempo reale e figurato che, passando per diverse città mediterranee e atlantiche - in particolare Barcellona, Messina, La Coruña e San Sebastián - ed alcuni progetti emblematici sul mare - come il Teatro Marittimo a Messina, il Kursaal a San Sebastian e vari progetti sul margine terracqueo di César Portela, analizzati anche in rapporto a variabili legate a spazi, tempi e luoghi, consentirà di avvicinarsi e approssimarsi con il progetto di architettura al bordo del mare.
Architettura nell'illimitato bordo terraqueo / Aversa, Vicari. - (2025), pp. 1-424.
Architettura nell'illimitato bordo terraqueo
vicari aversa
2025-01-01
Abstract
Il volume affronta le singolari relazioni che si stabiliscono lungo il bordo tra l'architettura e l'acqua nelle sue varie forme e, in particolare, il mare. L'architettura che interviene sul margine terracqueo ha un compito non facile. Si tratta del luogo d'incontro fra due mondi, liquido e solido, ognuno con proprie leggi, regole e linguaggi che improvvisamente si intersecano, quasi scoprendo ciò che manca a ciascuno per una completa "definizione" e configurazione idonea per entrambi. Per percepirne l'essenza per poter poi intervenire col progetto, appare necessario non partire direttamente dal mare e dal suo bordo, ma allontanarsi anche solo un poco per raggiungere una distanza che ne consenta una visione quasi grandangolare e più ampia, per poi intraprendere un percorso che possa condurre più coscientemente verso lo stesso. Si tratta quasi di seguire il percorso che fa l'acqua come fiume, lago, pioggia o acqua "artificiale", cioè come elemento architettonico, prima di arrivare ad essere mare, per cercare di conoscere alcuni elementi del suo "passato “, che ne contengono, inevitabilmente, alcuni del suo "futuro". Si parte, quindi, dal rapporto architettura-acqua in generale e nelle sue diverse forme, per arrivare pian piano sempre più consapevolmente a una relazione più intima e specifica fra architettura e mare. Si segue un percorso allo stesso tempo reale e figurato che, passando per diverse città mediterranee e atlantiche - in particolare Barcellona, Messina, La Coruña e San Sebastián - ed alcuni progetti emblematici sul mare - come il Teatro Marittimo a Messina, il Kursaal a San Sebastian e vari progetti sul margine terracqueo di César Portela, analizzati anche in rapporto a variabili legate a spazi, tempi e luoghi, consentirà di avvicinarsi e approssimarsi con il progetto di architettura al bordo del mare.| File | Dimensione | Formato | |
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