A fronte dell’aumento esponenziale della violenza di genere diversi studi(Kalmus, Straus 1982; Lloyd, Taluc 1999; Rodriguez-Menes, Safranoff 2012;Anderberg, Wadsworth, Wilson, 2013) e ricerche1 evidenziano che le donneimpegnate professionalmente hanno una probabilità più alta di liberarsi dallarelazione violenta. Avere un lavoro è un aspetto determinante che entra ingioco nella decisione di liberarsi e di non tornare dal partner violento. A livello territoriale diviene fondamentale offrire, all’interno dei centri antiviolenza (Cav), dei percorsi di promozione dell’occupabilità, in modo che ledonne, una volta superato il trauma della violenza, riescano con maggior facilità a proporsi e reimmettersi nel mercato del lavoro con un progetto professionale definito sulla base delle competenze possedute.Il contributo presenta le considerazioni maturate a seguito diun’esperienza formativa, svolta per conto dell’Associazione NazionaleD.I.R.E2, e finalizzata a migliorare le competenze narrative e di ascolto delleoperatrici che nei centri antiviolenza si occupano di orientamento al lavoro esostegno ai percorsi di inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.L’esperienza di formazione, svolta inizialmente presso la Casa Internazionaledelle donne3 con le operatrici dei Cav della rete D.I.R.E. sarà riproposta, nel prossimo autunno-inverno 2019, in via sperimentale, in due strutture dellaProvincia Napoletana, coinvolgendo direttamente nella formazione le donneospiti dei centri antiviolenza. L’esperienza formativa svolta con le operatricidei Cav della Rete Nazionale D.I.R.E., difatti, ha confermato l’esigenza dimettere a punto dei percorsi per sostenere ed implementare le competenzenarrative e di self marketing delle donne ospiti dei centri antiviolenza inun’ottica di empowerment e promozione di autoconsapevolezza personale eprofessionale.
Alla ricerca delle parole perdute: itinerari narrativi nei centri antiviolenza / Capo, M. - (2019), pp. 181-195.
Alla ricerca delle parole perdute: itinerari narrativi nei centri antiviolenza
Capo M
2019-01-01
Abstract
A fronte dell’aumento esponenziale della violenza di genere diversi studi(Kalmus, Straus 1982; Lloyd, Taluc 1999; Rodriguez-Menes, Safranoff 2012;Anderberg, Wadsworth, Wilson, 2013) e ricerche1 evidenziano che le donneimpegnate professionalmente hanno una probabilità più alta di liberarsi dallarelazione violenta. Avere un lavoro è un aspetto determinante che entra ingioco nella decisione di liberarsi e di non tornare dal partner violento. A livello territoriale diviene fondamentale offrire, all’interno dei centri antiviolenza (Cav), dei percorsi di promozione dell’occupabilità, in modo che ledonne, una volta superato il trauma della violenza, riescano con maggior facilità a proporsi e reimmettersi nel mercato del lavoro con un progetto professionale definito sulla base delle competenze possedute.Il contributo presenta le considerazioni maturate a seguito diun’esperienza formativa, svolta per conto dell’Associazione NazionaleD.I.R.E2, e finalizzata a migliorare le competenze narrative e di ascolto delleoperatrici che nei centri antiviolenza si occupano di orientamento al lavoro esostegno ai percorsi di inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza.L’esperienza di formazione, svolta inizialmente presso la Casa Internazionaledelle donne3 con le operatrici dei Cav della rete D.I.R.E. sarà riproposta, nel prossimo autunno-inverno 2019, in via sperimentale, in due strutture dellaProvincia Napoletana, coinvolgendo direttamente nella formazione le donneospiti dei centri antiviolenza. L’esperienza formativa svolta con le operatricidei Cav della Rete Nazionale D.I.R.E., difatti, ha confermato l’esigenza dimettere a punto dei percorsi per sostenere ed implementare le competenzenarrative e di self marketing delle donne ospiti dei centri antiviolenza inun’ottica di empowerment e promozione di autoconsapevolezza personale eprofessionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.