Verso una formazione inter(net)attiva: lo studente come artigiano della conoscenzaNessuno può negare che l’apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con il vivere stesso, anche se è molto difficile riconoscere e certificare ciò che non è stato appreso nelle istituzioni scolastiche. Sulla scia del successo ottenuto dai social network, e da facebook in particolare, sono molte oggi le piattaforme e-learning che introducono elementi “social” all’interno del loro impianto. Non si tratta di adattare la didattica allo strumento, ma di coglierne le potenzialità in ambito didattico. Creare un gruppo facebook nel quale postare quesiti agli studenti consente di creare un’atmosfera in cui l’informale diviene formale in modo del tutto naturale, contribuendo a colmare il gap esistente tra dentro e fuori l’istituzione formativa. Quale importanza rivestono attualmente i social media per l’educazione e l’apprendimento? Il presente contributo cerca di rispondere a tale interrogativo partendo dalla riflessione su una esperienza di didattica inter(net)attiva che ha avuto luogo all’interno del corso di pedagogia sociale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Nello specifico, lo scopo di tale laboratorio è stato quello di sviluppare saperi teorici a partire dalle attività pratiche del laboratorio e produrre una riflessione rispetto all’esperienza stessa del laboratorio. Ai 50 studenti che hanno preso parte assiduamente al laboratorio di educazione all'ascolto è stato chiesto di entrare a far parte di un gruppo chiuso su Facebook, appositamente creato per favorire una condivisione di tale vissuto esperienziale. Tale necessità trae origine dalla convinzione che le nuove generazioni presentano modalità di apprendimento divergenti rispetto a quelle più tradizionali di lettura e scrittura su supporto cartaceo, oltre che da una maggiore attenzione ai “luoghi” della socializzazione come luoghi di apprendimento formale, non formale o informale che sia. All’interno di tale gruppo chiuso la docente, a partire da una domanda – stimolo, ha attivato una discussione tra gli utenti del gruppo sulle esperienze espletate e vissute nel corso di pedagogia sociale. A distanza di circa due mesi dalla creazione del gruppo chiuso su Facebook, i responsabili del laboratorio di educazione all’ascolto, hanno pensato altresì di elaborare e somministrare agli studenti un questionario per verificare la ricaduta didattica dell’esperienza maturata nel gruppo chiuso Facebook. formale e informale. In effetti, attualmente, un numero crescente di formatori ritiene che i social media offrono ai discenti l’opportunità di implicarsi in forme di apprendimento ed impegno individualmente più significative. “In questo senso si presta molta attenzione a forme di apprendimento personalizzate e socialmente situate che possono prodursi a partire da attività realizzate con i social media” (Selwyn N., 2012). Esistono molti buoni esempi di come i social media e le loro applicazioni vengono utilizzate utilmente nei contesti formativi. “I social media possono essere intesi come applicazioni internet basate su contenuti digitali aperti, e condivisi che vengono prodotti, criticati e ri-configurati da una massa di utenti” (Selwyn N., 2012: 5). Le applicazioni di tali piattaforme sono considerate come “aperte”: l’utente non è un semplice fruitore passivo di contenuti, ma un‘agente’ implicato nella mutua co-creazione di contenuti. I social media sono considerati capaci di uguagliare molte delle caratteristiche considerate costitutive dei contesti di apprendimento costruttivistici, ovvero il loro essere costruttivi, collaborativi, dialoganti. Il loro uso implica che i singoli utenti siano co- produttori attivi ed interattivi di saperi piuttosto che fruitori passivi di contenuti. In tal senso l’apprendimento può essere inteso quale “processo sociale partecipativo che sostiene gli obiettivi e i bisogni della vita di ciascuno”. References• Antonacci Francesca, Condividere la conoscenza, Edizioni Unicopli, Milano, 2005. • Besana S., (2012) Social Network e apprendimento informale: un contributo di ricerca. TD Tecnologie Didattiche, 20(1), pp. 17- 23.• Besana S., Schoology: Il learning Management System diventa “social”, in TD Tecnologie didattiche, 20 (1), p.52. • Lee M., McLoughlin C., (2010). Web 2.0- Based E-Learning : Applying Social Informatics for Tertiary Teaching. Hershey, PA: IGI Global. • Nonaka I., Takeuchi H., (1995), The Knowledge- creating company, Oxford University Press, Tr.it., The Knowledge –creating company: creare le dinamiche dell’innovazione, Guerin I, Milano, 1997. • Selwyn N., (2012), I social media nell’educazione formale ed informale tra potenzialità e realtà, in TD Tecnologie Didattiche, 20 (1), pp. 4-10. • Strollo M.R., (2012) , A lezione di empatia. Un’esperienza su facebook, (a cura di) Marone F. Striano M., Cultura postmoderna e linguaggi divergenti. Prospettive pedagogiche, Franco Angeli, Milano, 2012.
Verso una formazione inter(net)attiva: lo studente come artigiano della conoscenza / Strollo, M R; Capo, M. - (2013). (Intervento presentato al convegno SSRE- tenutosi a Lugano Università della Svizzera Italiana nel 21-23 Agosto 2013).
Verso una formazione inter(net)attiva: lo studente come artigiano della conoscenza
Capo M
2013-01-01
Abstract
Verso una formazione inter(net)attiva: lo studente come artigiano della conoscenzaNessuno può negare che l’apprendimento ci accompagna per tutta la vita, e che si identifica con il vivere stesso, anche se è molto difficile riconoscere e certificare ciò che non è stato appreso nelle istituzioni scolastiche. Sulla scia del successo ottenuto dai social network, e da facebook in particolare, sono molte oggi le piattaforme e-learning che introducono elementi “social” all’interno del loro impianto. Non si tratta di adattare la didattica allo strumento, ma di coglierne le potenzialità in ambito didattico. Creare un gruppo facebook nel quale postare quesiti agli studenti consente di creare un’atmosfera in cui l’informale diviene formale in modo del tutto naturale, contribuendo a colmare il gap esistente tra dentro e fuori l’istituzione formativa. Quale importanza rivestono attualmente i social media per l’educazione e l’apprendimento? Il presente contributo cerca di rispondere a tale interrogativo partendo dalla riflessione su una esperienza di didattica inter(net)attiva che ha avuto luogo all’interno del corso di pedagogia sociale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Nello specifico, lo scopo di tale laboratorio è stato quello di sviluppare saperi teorici a partire dalle attività pratiche del laboratorio e produrre una riflessione rispetto all’esperienza stessa del laboratorio. Ai 50 studenti che hanno preso parte assiduamente al laboratorio di educazione all'ascolto è stato chiesto di entrare a far parte di un gruppo chiuso su Facebook, appositamente creato per favorire una condivisione di tale vissuto esperienziale. Tale necessità trae origine dalla convinzione che le nuove generazioni presentano modalità di apprendimento divergenti rispetto a quelle più tradizionali di lettura e scrittura su supporto cartaceo, oltre che da una maggiore attenzione ai “luoghi” della socializzazione come luoghi di apprendimento formale, non formale o informale che sia. All’interno di tale gruppo chiuso la docente, a partire da una domanda – stimolo, ha attivato una discussione tra gli utenti del gruppo sulle esperienze espletate e vissute nel corso di pedagogia sociale. A distanza di circa due mesi dalla creazione del gruppo chiuso su Facebook, i responsabili del laboratorio di educazione all’ascolto, hanno pensato altresì di elaborare e somministrare agli studenti un questionario per verificare la ricaduta didattica dell’esperienza maturata nel gruppo chiuso Facebook. formale e informale. In effetti, attualmente, un numero crescente di formatori ritiene che i social media offrono ai discenti l’opportunità di implicarsi in forme di apprendimento ed impegno individualmente più significative. “In questo senso si presta molta attenzione a forme di apprendimento personalizzate e socialmente situate che possono prodursi a partire da attività realizzate con i social media” (Selwyn N., 2012). Esistono molti buoni esempi di come i social media e le loro applicazioni vengono utilizzate utilmente nei contesti formativi. “I social media possono essere intesi come applicazioni internet basate su contenuti digitali aperti, e condivisi che vengono prodotti, criticati e ri-configurati da una massa di utenti” (Selwyn N., 2012: 5). Le applicazioni di tali piattaforme sono considerate come “aperte”: l’utente non è un semplice fruitore passivo di contenuti, ma un‘agente’ implicato nella mutua co-creazione di contenuti. I social media sono considerati capaci di uguagliare molte delle caratteristiche considerate costitutive dei contesti di apprendimento costruttivistici, ovvero il loro essere costruttivi, collaborativi, dialoganti. Il loro uso implica che i singoli utenti siano co- produttori attivi ed interattivi di saperi piuttosto che fruitori passivi di contenuti. In tal senso l’apprendimento può essere inteso quale “processo sociale partecipativo che sostiene gli obiettivi e i bisogni della vita di ciascuno”. References• Antonacci Francesca, Condividere la conoscenza, Edizioni Unicopli, Milano, 2005. • Besana S., (2012) Social Network e apprendimento informale: un contributo di ricerca. TD Tecnologie Didattiche, 20(1), pp. 17- 23.• Besana S., Schoology: Il learning Management System diventa “social”, in TD Tecnologie didattiche, 20 (1), p.52. • Lee M., McLoughlin C., (2010). Web 2.0- Based E-Learning : Applying Social Informatics for Tertiary Teaching. Hershey, PA: IGI Global. • Nonaka I., Takeuchi H., (1995), The Knowledge- creating company, Oxford University Press, Tr.it., The Knowledge –creating company: creare le dinamiche dell’innovazione, Guerin I, Milano, 1997. • Selwyn N., (2012), I social media nell’educazione formale ed informale tra potenzialità e realtà, in TD Tecnologie Didattiche, 20 (1), pp. 4-10. • Strollo M.R., (2012) , A lezione di empatia. Un’esperienza su facebook, (a cura di) Marone F. Striano M., Cultura postmoderna e linguaggi divergenti. Prospettive pedagogiche, Franco Angeli, Milano, 2012.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.