L’intervento racconta un’esperienza didattica e di ricerca che il sottoscritto ha condotto, nell’ambito del Workshop – Seminario abitaZone, presso la Facoltà di Architettura di Buenos Aires 01-10 marzo, finalizzato a produrre idee di progetto in una zona degradata nella periferia di Buenos Aires. Un progetto di un casa monofamiliare in un lotto della Villa Fatima il cui programma prevedeva una grande flessibilità nel tempo degli spazi costruiti, tipico del contesto di intervento, in relazione alla possibile crescita del nucleo familiare. Ma soprattutto che fosse facilmente realizzabile, con un aiuto tecnico, dal futuro utente, utilizzando quindi tecnologie e risorse umane locali. Il contesto è uno di quei posti nel mondo, e ormai se ne vedono purtroppo tanti, specie ai margini delle nostre città, che vale la pena di “visitare” più spesso perché possono davvero cambiare il senso che dobbiamo dare alla nostra quotidianità, e ciò è ancora più vero se, come professionisti, siamo parte attiva nelle dinamiche di trasformazione del territorio. La “Villa Fatima” di Buenos Aires è uno di questi posti. Un posto in cui ti chiedi se ha senso parlare di scelte costruttive, di tecnologia - specie se complessa, sostenibile, appropriata. Laddove il materiale da costruzione è ciò che spesso si trova nella discarica e la tecnica costruttiva è dettata da ciò che sei riuscito a fare stare in piedi. Un posto dove non mancano semplicemente le condizioni minime di abitabilità, termine da noi usato e abusato solo per le corrette procedure di controllo burocratico, ma quelle più vere e fin troppo scontate, di vivibilità. Un posto dove non si vive, ma si sopravvive. E quando qualcuno si ricorda di questi posti, si interviene costruendo edifici completamente decontestualizzati, tipici di ogni periferia degradata, che non danno nessun contributo ai bisogni della gente. Sono, allora, queste le ragioni per cui, in quel luogo, ha senso parlare di Tecnologia dell’architettura. La tecnologia dell’architettura che si interessa ai processi realizzativi, alle ragioni dell’intervento, alla valutazione della fattibilità; alle scelte materiali e alla conoscenza della produzione, del progetto e della sua costruibilità fino alla sua gestione. Non e’ solo un mezzo, ma parte integrante del nostro stesso ambiente che condiziona le nostre decisioni e la nostra vita incidendo sulla sostanza delle trasformazioni, promuovendo cambiamento e innovazione. La tecnologia non è neutrale perché determina il mondo con le sue caratteristiche, un mondo che non possiamo evitare di abitare e abitandolo contraiamo abitudini che ci modificano in modo sostanziale. Una disciplina che può svolgere un ruolo centrale nella promozione di strategie orientate verso la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente. E ciò è particolarmente importante perché il settore delle costruzione già da tempo ha subito un grosso cambiamento dovuto, in larga misura, alle ricadute concettuali ed operative delle problematiche emerse dal dibattito internazionale sullo Sviluppo Sostenibile. Un tema ormai in testa a tutte le dichiarazioni programmatiche sullo sviluppo emanate dagli organismi internazionali e dai governi di tutta l’Europa e di molti altri paesi del mondo.

Scelte Tecnologiche in Ambiti Degradati in R. M. Vitrano (a cura di) Scenari dell’abitare abusivo. Strategie per l’intervento di recupero, Atti del Convegno, / DE CAPUA, Alberto; V., Ciulla. - (2007). (Intervento presentato al convegno SCENARI DELL'ABITARE ABUSIVO tenutosi a AGRIGENTO nel 19/20 OTTOBRE 2007).

Scelte Tecnologiche in Ambiti Degradati in R. M. Vitrano (a cura di) Scenari dell’abitare abusivo. Strategie per l’intervento di recupero, Atti del Convegno,

DE CAPUA, Alberto;
2007-01-01

Abstract

L’intervento racconta un’esperienza didattica e di ricerca che il sottoscritto ha condotto, nell’ambito del Workshop – Seminario abitaZone, presso la Facoltà di Architettura di Buenos Aires 01-10 marzo, finalizzato a produrre idee di progetto in una zona degradata nella periferia di Buenos Aires. Un progetto di un casa monofamiliare in un lotto della Villa Fatima il cui programma prevedeva una grande flessibilità nel tempo degli spazi costruiti, tipico del contesto di intervento, in relazione alla possibile crescita del nucleo familiare. Ma soprattutto che fosse facilmente realizzabile, con un aiuto tecnico, dal futuro utente, utilizzando quindi tecnologie e risorse umane locali. Il contesto è uno di quei posti nel mondo, e ormai se ne vedono purtroppo tanti, specie ai margini delle nostre città, che vale la pena di “visitare” più spesso perché possono davvero cambiare il senso che dobbiamo dare alla nostra quotidianità, e ciò è ancora più vero se, come professionisti, siamo parte attiva nelle dinamiche di trasformazione del territorio. La “Villa Fatima” di Buenos Aires è uno di questi posti. Un posto in cui ti chiedi se ha senso parlare di scelte costruttive, di tecnologia - specie se complessa, sostenibile, appropriata. Laddove il materiale da costruzione è ciò che spesso si trova nella discarica e la tecnica costruttiva è dettata da ciò che sei riuscito a fare stare in piedi. Un posto dove non mancano semplicemente le condizioni minime di abitabilità, termine da noi usato e abusato solo per le corrette procedure di controllo burocratico, ma quelle più vere e fin troppo scontate, di vivibilità. Un posto dove non si vive, ma si sopravvive. E quando qualcuno si ricorda di questi posti, si interviene costruendo edifici completamente decontestualizzati, tipici di ogni periferia degradata, che non danno nessun contributo ai bisogni della gente. Sono, allora, queste le ragioni per cui, in quel luogo, ha senso parlare di Tecnologia dell’architettura. La tecnologia dell’architettura che si interessa ai processi realizzativi, alle ragioni dell’intervento, alla valutazione della fattibilità; alle scelte materiali e alla conoscenza della produzione, del progetto e della sua costruibilità fino alla sua gestione. Non e’ solo un mezzo, ma parte integrante del nostro stesso ambiente che condiziona le nostre decisioni e la nostra vita incidendo sulla sostanza delle trasformazioni, promuovendo cambiamento e innovazione. La tecnologia non è neutrale perché determina il mondo con le sue caratteristiche, un mondo che non possiamo evitare di abitare e abitandolo contraiamo abitudini che ci modificano in modo sostanziale. Una disciplina che può svolgere un ruolo centrale nella promozione di strategie orientate verso la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente. E ciò è particolarmente importante perché il settore delle costruzione già da tempo ha subito un grosso cambiamento dovuto, in larga misura, alle ricadute concettuali ed operative delle problematiche emerse dal dibattito internazionale sullo Sviluppo Sostenibile. Un tema ormai in testa a tutte le dichiarazioni programmatiche sullo sviluppo emanate dagli organismi internazionali e dai governi di tutta l’Europa e di molti altri paesi del mondo.
2007
88-6026-060-4
Sostenibilità; tecnologia dell'architettura; controllo del progetto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/15547
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