L’importanza dell’innovazione dell’urbanistica per affrontare a livello locale le sfide globali della rapida urbanizzazione, del cambiamento climatico e delle diseguaglianze è evidenziata a livello internazionale (UN-Habitat, 2010). Le città fungono da centri cruciali di innovazione e opportunità per individui, società e culture diverse, soprattutto quando promuovono le differenze e offrono agli abitanti la possibilità di trasformare attivamente l’ambiente costruito e l’uso pubblico degli spazi (Sennett and Sendra, 2020). Come sostiene Francesco Indovina (2017), le città mutano continuamente e hanno un loro dinamismo, laddove il disordine risulta essere elemento vitale che deve essere “combattuto”. Alla pianificazione, ai suoi metodi, ai suoi strumenti e alle sue realizzazioni il compito di affrontare il disordine, pur nella consapevolezza che esso sarà un carattere ricorrente. La progettazione delle trasformazioni spaziali è basata, infatti, su continue negoziazioni e sulla gestione dei possibili conflitti sullo spazio condiviso, come luogo di convivenza sociale, per costruire una città aperta, porosa, democratica. Diviene allora indispensabile comprendere e progettare le relazioni tra la città formale (pianificata) e la città informale (vissuta), tenendo presente che l’implementazione di soluzioni innovative può essere ostacolata da barriere istituzionali, sociali e/o finanziarie, alle quali si deve far fonte con adeguate forme e strumenti di governance urbana e locale, intesa come argomento trasversale. In questo quadro di riferimento, il contributo propone la lettura del progetto UrbanMAESTRO (Urban Design Governance in European Cities) – finanziato nell’ambito del programma H2020, coordinato da UN-Habitat e sviluppato nel triennio 2018-2021 – con l’obiettivo di fornire utili spunti di riflessione e discussione sulle questioni riguardanti l’ambiente decisionale degli stakeholder dello sviluppo (pubblici e privati) e il modo in cui tali decisioni possano condurre al miglioramento della qualità dell’ambiente costruito, in quanto focalizzato sugli approcci in cui le autorità pubbliche agiscono in veste semi-formale o informale come facilitatori o intermediari piuttosto che attraverso poteri di regolamentazione o di investimento diretto. Considerate le nuove sfide, le richieste della politica e della pratica, anche la professione dell’urbanista si trova nel mezzo di una reinvenzione fondamentale in cui la pratica della pianificazione possa contribuire a trasformare le principali sfide urbane in opportunità, imparando a lavorare con l’informalità, invece di contrastarla, considerando gli opportuni cambiamenti dei quadri istituzionali e normativi, sperimentando attivamente nuovi modi in cui le comunità urbane possano discutere del loro futuro. Un processo di innovazione continuo atto a dare ampio spazio alla dimensione partecipativa, a conciliare e integrare le dimensioni spaziali, sociali, economiche, culturali e ambientali.
Percorsi di innovazione nel governo del territorio. Strategie, protagonisti, strumenti, pratiche nel panorama UE / Pultrone, Gabriella. - (2024), pp. 40-43. (Intervento presentato al convegno PROGETTARE NEL DISORDINE - PROGETTARE IL DISORDINE. Riordinare le fragilità urbane).
Percorsi di innovazione nel governo del territorio. Strategie, protagonisti, strumenti, pratiche nel panorama UE
Gabriella Pultrone
2024-01-01
Abstract
L’importanza dell’innovazione dell’urbanistica per affrontare a livello locale le sfide globali della rapida urbanizzazione, del cambiamento climatico e delle diseguaglianze è evidenziata a livello internazionale (UN-Habitat, 2010). Le città fungono da centri cruciali di innovazione e opportunità per individui, società e culture diverse, soprattutto quando promuovono le differenze e offrono agli abitanti la possibilità di trasformare attivamente l’ambiente costruito e l’uso pubblico degli spazi (Sennett and Sendra, 2020). Come sostiene Francesco Indovina (2017), le città mutano continuamente e hanno un loro dinamismo, laddove il disordine risulta essere elemento vitale che deve essere “combattuto”. Alla pianificazione, ai suoi metodi, ai suoi strumenti e alle sue realizzazioni il compito di affrontare il disordine, pur nella consapevolezza che esso sarà un carattere ricorrente. La progettazione delle trasformazioni spaziali è basata, infatti, su continue negoziazioni e sulla gestione dei possibili conflitti sullo spazio condiviso, come luogo di convivenza sociale, per costruire una città aperta, porosa, democratica. Diviene allora indispensabile comprendere e progettare le relazioni tra la città formale (pianificata) e la città informale (vissuta), tenendo presente che l’implementazione di soluzioni innovative può essere ostacolata da barriere istituzionali, sociali e/o finanziarie, alle quali si deve far fonte con adeguate forme e strumenti di governance urbana e locale, intesa come argomento trasversale. In questo quadro di riferimento, il contributo propone la lettura del progetto UrbanMAESTRO (Urban Design Governance in European Cities) – finanziato nell’ambito del programma H2020, coordinato da UN-Habitat e sviluppato nel triennio 2018-2021 – con l’obiettivo di fornire utili spunti di riflessione e discussione sulle questioni riguardanti l’ambiente decisionale degli stakeholder dello sviluppo (pubblici e privati) e il modo in cui tali decisioni possano condurre al miglioramento della qualità dell’ambiente costruito, in quanto focalizzato sugli approcci in cui le autorità pubbliche agiscono in veste semi-formale o informale come facilitatori o intermediari piuttosto che attraverso poteri di regolamentazione o di investimento diretto. Considerate le nuove sfide, le richieste della politica e della pratica, anche la professione dell’urbanista si trova nel mezzo di una reinvenzione fondamentale in cui la pratica della pianificazione possa contribuire a trasformare le principali sfide urbane in opportunità, imparando a lavorare con l’informalità, invece di contrastarla, considerando gli opportuni cambiamenti dei quadri istituzionali e normativi, sperimentando attivamente nuovi modi in cui le comunità urbane possano discutere del loro futuro. Un processo di innovazione continuo atto a dare ampio spazio alla dimensione partecipativa, a conciliare e integrare le dimensioni spaziali, sociali, economiche, culturali e ambientali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.