L’approccio ecologico integrato che da anni si va proponendo è il percorso che occorre costruire per realizzare modalità di antropizzazione alternative a quelle della città industriale. Questa si è costruita in oltre 300 anni proponendo un paradigma, richiamando metaforicamente il termine di Khun per le rivoluzioni scientifiche, di assetto economico-produttivo, sociale e spaziale. Mentre sono solo poche decine di anni che si sta assistendo alla necessità di una svolta di tale assetto, evidenziata, avviata, dalle tesi contenute in The Limits to Growth (Meadows et al., 1972). E’ un percorso lungo che necessita la proposizione di una visione di largo respiro ed al tempo stesso di azioni nel breve e medio periodo. Avendo la consapevolezza che, come due rette parallele hanno il punto d’incontro all’infinito, l’obiettivo sarà sempre oltre ciò che si consegue poiché i processi territoriali e la natura sono un continuo divenire. Il compito dei pianificatori ed urbanisti è “far avvicinare” il punto d’incontro all’infinito e vigilare affinché scenari ed azioni non abbiano od assumano direzioni opposte. La ri-territorializzazione implica il ripensamento di ciò che è avvenuto nei decenni passati. Questo, nella maggioranza dei casi, ha significato rincorsa ad un modello di sviluppo espansivo e con consumo di risorse naturali, il suolo in primo luogo, non rinnovabili. Indifferente alle condizioni locali considerate vincoli e non opportunità per originali processi insediativi. Occorre quindi, a partire da queste, proporre, area per area, strutture insediative e sociali avendo come prospettiva, ed al tempo stesso punto di partenza, la bio-regione.
L’approccio ecologico per la Bio-Regione e la Ri-territorializzazione / Aragona, Stefano. - (2019), pp. 5-10. (Intervento presentato al convegno XXI Conferenza SIU, Confini, movimenti, luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione tenutosi a Firenze nel 7 - 8 giugno 2018).
L’approccio ecologico per la Bio-Regione e la Ri-territorializzazione
ARAGONA, Stefano
2019-01-01
Abstract
L’approccio ecologico integrato che da anni si va proponendo è il percorso che occorre costruire per realizzare modalità di antropizzazione alternative a quelle della città industriale. Questa si è costruita in oltre 300 anni proponendo un paradigma, richiamando metaforicamente il termine di Khun per le rivoluzioni scientifiche, di assetto economico-produttivo, sociale e spaziale. Mentre sono solo poche decine di anni che si sta assistendo alla necessità di una svolta di tale assetto, evidenziata, avviata, dalle tesi contenute in The Limits to Growth (Meadows et al., 1972). E’ un percorso lungo che necessita la proposizione di una visione di largo respiro ed al tempo stesso di azioni nel breve e medio periodo. Avendo la consapevolezza che, come due rette parallele hanno il punto d’incontro all’infinito, l’obiettivo sarà sempre oltre ciò che si consegue poiché i processi territoriali e la natura sono un continuo divenire. Il compito dei pianificatori ed urbanisti è “far avvicinare” il punto d’incontro all’infinito e vigilare affinché scenari ed azioni non abbiano od assumano direzioni opposte. La ri-territorializzazione implica il ripensamento di ciò che è avvenuto nei decenni passati. Questo, nella maggioranza dei casi, ha significato rincorsa ad un modello di sviluppo espansivo e con consumo di risorse naturali, il suolo in primo luogo, non rinnovabili. Indifferente alle condizioni locali considerate vincoli e non opportunità per originali processi insediativi. Occorre quindi, a partire da queste, proporre, area per area, strutture insediative e sociali avendo come prospettiva, ed al tempo stesso punto di partenza, la bio-regione.File | Dimensione | Formato | |
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