Le architetture sono concepite come dispositivi ecologici. Orientamento, materiali riciclabili di rivestimento, aperture e brise soleil, tetti per la produzione di energia, facciate aperte a sud e chiuse a nord, tutte le architetture propongono un sistema abitativo che può essere realizzato con numerose variabili (materiali, pelli, rivestimenti) che possono caratterizzare e differenziare diverse opzioni realizzative.Il progetto per Spina 4 a Torino è solo la rappresentazione di una discussione già in atto nel dibattito scientifico. Serve a rivelare l’interesse verso questi nuovi ‘paesaggi di transizione’ e la necessità, per la cultura urbanistica contemporanea di dotarsi di nuovi strumenti in grado di rispondere ai nuovi obiettivi di qualità della città ecologica. Si tratta anche di prendere atto di una trasformazione le cui forme e i cui processi si stanno già compiendo nella città non pianificata. La città diffusa sta già adeguando la sua struttura, autonomamente e in maniere differenti, alle nuove esigenze legate al paradigma ambientale. L’ibridazione tra natura, città e campagna, è già presente nella fascia peri-urbana di molte città italiane. Numerosissime associazioni ambientalistiche di cittadini e altrettanto numerose piccole imprese che lavorano nel settore dell’alimentazione e delle rinnovabili si sono già organizzate in un sistema a rete perfettamente funzionante e stanno già creando le basi per questa trasformazione sociale. Quale risposta spaziale diamo come urbanisti a questa nuova questione urbana? Forse dobbiamo solo infilare le lenti dell’ecologia per saper leggere e interpretare questi ‘nuovi’ paesaggi.

Ecovillaggi metropolitani. Strategie per l’abitare sostenibile

NAVA, Consuelo;
2011-01-01

Abstract

Le architetture sono concepite come dispositivi ecologici. Orientamento, materiali riciclabili di rivestimento, aperture e brise soleil, tetti per la produzione di energia, facciate aperte a sud e chiuse a nord, tutte le architetture propongono un sistema abitativo che può essere realizzato con numerose variabili (materiali, pelli, rivestimenti) che possono caratterizzare e differenziare diverse opzioni realizzative.Il progetto per Spina 4 a Torino è solo la rappresentazione di una discussione già in atto nel dibattito scientifico. Serve a rivelare l’interesse verso questi nuovi ‘paesaggi di transizione’ e la necessità, per la cultura urbanistica contemporanea di dotarsi di nuovi strumenti in grado di rispondere ai nuovi obiettivi di qualità della città ecologica. Si tratta anche di prendere atto di una trasformazione le cui forme e i cui processi si stanno già compiendo nella città non pianificata. La città diffusa sta già adeguando la sua struttura, autonomamente e in maniere differenti, alle nuove esigenze legate al paradigma ambientale. L’ibridazione tra natura, città e campagna, è già presente nella fascia peri-urbana di molte città italiane. Numerosissime associazioni ambientalistiche di cittadini e altrettanto numerose piccole imprese che lavorano nel settore dell’alimentazione e delle rinnovabili si sono già organizzate in un sistema a rete perfettamente funzionante e stanno già creando le basi per questa trasformazione sociale. Quale risposta spaziale diamo come urbanisti a questa nuova questione urbana? Forse dobbiamo solo infilare le lenti dell’ecologia per saper leggere e interpretare questi ‘nuovi’ paesaggi.
2011
1723-0993
riciclo; paesaggi ecologici; agrourbano; area metropolitana
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/16169
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