L'utilizzo dell'AI nella filiera agroalimentare: dallo smart farming alle strategie di controllo e limitazione food waste

L’impiego di strumenti di intelligenza artificiale nella filiera agroalimentare rappresenta una delle più attuali frontiere dell’innovazione tecnologica applicata al settore agricolo e pone delicati pro-blemi sia in termini di individuazione delle regole (giuridiche) applicabili, sia in termini di limiti etici all’utilizzo di tali strumenti. Gli sviluppi degli ultimi anni hanno evidenziato un aumento esponenziale dell’impiego di stru-menti AI nei più diversi ambiti collegati al ciclo del cibo ed alla food safety: dalla organizzazione e gestione delle attività di coltivazione (smart farming e precision farming), alla confezione e con-servazione dei prodotti, alla preparazione di alimenti (con strumenti in funzione predittiva per li-mitare gli spechi da iper-produzione), fino alle strategie per limitare lo spreco alimentare e rendere più efficiente lo smaltimento dei rifiuti; parallelamente a tali ambiti, gli strumenti AI vengono uti-lizzati altresì in ambito commerciale per monitorare ed analizzare le scelte di consumo alimentare attraverso la raccolta dei dati relativi alle preferenze dei consumatori e, sulla base dei risultati di tali analisi, definire strategie di marketing rivolte ad indirizzare gli acquisti e le scelte di consumo, anche attraverso l’utilizzo di tecniche di neuromarketing. Già solo sul portato di queste prime ap-plicazioni, emerge la duplice necessità di individuare una regolazione (giuridica) applicabile, che coniughi il sistema esistente e le nuove regole emergenti dall’AI Act e dagli altri atti in discussio-ne a livello euro-unionale e nazionale, ed una regolazione etica sui limiti di impiego dell’AI, al fi-ne di trarne i maggiori benefici ed a vincere la sfida tecnologica, senza cedere ai rischi di un uti-lizzo privo di regole e di limiti che si tradurrebbe in diseconomie di sistema, ma soprattutto in una irreversibile disumanizzazione.