Nel corso dei secoli, i sistemi di economia agraria e di sfruttamento produttivo del territorio hanno trovato forme differenti di strutturazione, evidenziando una sostanziale differenza di organizzazione e aggregazione sociale nelle varie aree della penisola. Al nord il tessuto economico e produttivo si fonda su imprese contadine familiari, legate tra loro da vincoli economici e di parentela. Ciò favorisce una fruttuosa rete di relazioni, incoraggiata da una forte aggregazione sociale, e permette il fiorire di una realtà economica integrata. In Italia meridionale, al contrario, la persistenza di un sistema latifondista, la diffusione della pastorizia ostacolano la nascita di vere e proprie imprese agrarie. L’estrema precarietà che ne deriva impedisce la formazione di un adeguato livello di aggregazione sociale e porta a forme di sfruttamento del territorio meno dense e compatte di quelle rilevabili nell’Italia settentrionale. Il paesaggio agrario risulta determinato da strutture che racchiudono insieme il ruolo di produzione, gestione e rappresentanza del potere, in cui alla “chiusura” delle forme tipologiche, si affianca una spontanea vocazione alla relazione con gli “spazi aperti” dei campi. Il territorio si struttura per elementi puntuali che tracciano una rete di edifici rurali e masserie con un gusto per l’integrazione con lo spazio naturale dall’antico sapore greco-classico. Prende forma, così, una sorta di architettura “spontanea” in cui tale aggettivo non indica improvvisazione o assenza di progetto, ma piuttosto una naturale vocazione all’organicità, capace di trasformare esigenze funzionali in forma concreta ma non ostile ad un disegno armonico del paesaggio. Tracce disseminate di un’antica “geografia” del potere che da economico diviene sociale, e che rimane testimonianza di quelle relazione di lavoro e di vita tra signore e contado, che per secoli hanno determinato la crescita o la stagnazione di queste terre.

Masserie e architettura rurale in Calabria

Domenico Mediati
2010-01-01

Abstract

Nel corso dei secoli, i sistemi di economia agraria e di sfruttamento produttivo del territorio hanno trovato forme differenti di strutturazione, evidenziando una sostanziale differenza di organizzazione e aggregazione sociale nelle varie aree della penisola. Al nord il tessuto economico e produttivo si fonda su imprese contadine familiari, legate tra loro da vincoli economici e di parentela. Ciò favorisce una fruttuosa rete di relazioni, incoraggiata da una forte aggregazione sociale, e permette il fiorire di una realtà economica integrata. In Italia meridionale, al contrario, la persistenza di un sistema latifondista, la diffusione della pastorizia ostacolano la nascita di vere e proprie imprese agrarie. L’estrema precarietà che ne deriva impedisce la formazione di un adeguato livello di aggregazione sociale e porta a forme di sfruttamento del territorio meno dense e compatte di quelle rilevabili nell’Italia settentrionale. Il paesaggio agrario risulta determinato da strutture che racchiudono insieme il ruolo di produzione, gestione e rappresentanza del potere, in cui alla “chiusura” delle forme tipologiche, si affianca una spontanea vocazione alla relazione con gli “spazi aperti” dei campi. Il territorio si struttura per elementi puntuali che tracciano una rete di edifici rurali e masserie con un gusto per l’integrazione con lo spazio naturale dall’antico sapore greco-classico. Prende forma, così, una sorta di architettura “spontanea” in cui tale aggettivo non indica improvvisazione o assenza di progetto, ma piuttosto una naturale vocazione all’organicità, capace di trasformare esigenze funzionali in forma concreta ma non ostile ad un disegno armonico del paesaggio. Tracce disseminate di un’antica “geografia” del potere che da economico diviene sociale, e che rimane testimonianza di quelle relazione di lavoro e di vita tra signore e contado, che per secoli hanno determinato la crescita o la stagnazione di queste terre.
2010
978-88-6542-014-0
Rilievo; Disegno; Rappresentazione; Modellazione 3d; Masserie; Masserie fortificate
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/16507
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