I coleotteri scolitidi sono parassiti ampiamente conosciuti a livello mondiale per via delle significative perdite economiche che sono capaci di causare in ambito forestale, urbano e agricolo. Questi insetti presentano spesso uno stretto rapporto con diverse specie di funghi, i quali possono essere agenti causali di malattie, azzurramenti del legno e dei conseguenti danni economici che ne possono derivare. Orthotomicus erosus (Wollaston) e Xyleborinus saxesenii (Ratzeburg) (Coleoptera; Curculionidae; Scolytinae) sono due specie di scolitidi (floematico il primo, xilematico il secondo) originariamente paleartiche, ma oramai considerate cosmopolite. Queste due specie sono anche risultate essere per tre anni consecutivi (2012-2014) le due specie di scolitidi più comunemente catturate nel corso di monitoraggi effettuati all’interno di alcune delle maggiori aree portuali italiane. Queste aree sono note per essere dei punti di transito per parassiti e patogeni di piante e animali, perciò questi insetti rappresentano un buon modello per lo studio dei funghi a loro associati, che potenzialmente possono essere trasportati attraverso la movimentazione di merci. Attraverso un approccio metagenomico, è stata amplificata la regione ITS2 del DNA ribosomiale (rDNA) a partire dal DNA totale estratto dai campioni. L’analisi è stata effettuata utilizzando un sistema di Next Generation Sequencing (NGS), producendo un totale di 59.247 sequenze, che sono state raggruppate in 294 OTU. Una serie di cluster sono stati associati agli ordini fungini Ophiostomatales, Microascales e Hypocreales, ampiamente conosciuti come simbionti di queste specie di scolitidi nonché come agenti di malattie delle piante. Alcuni di questi taxa non sono mai stati associati a questi insetti, comprese specie afferenti ai generi fungini Ophiostoma, Acremonium e Fusarium. Inoltre, alcuni cluster suggeriscono l’associazione tra questi scolitidi e funghi generalisti, che potrebbero fornire a questi insetti la capacità di sfruttare risorse trofiche in habitat di nuova colonizzazione. Tra i dati analizzati, sono state ottenute un elevato numero di sequenze per le quali l’identificazione non è stata possibile, risultato imputabile alla scarsa presenza di informazioni all’interno dei database di riferimento. Queste sequenze potrebbero essere associate a funghi non coltivabili in vitro, oppure a simbionti di questi scolitidi ancora sconosciuti, che potrebbero rappresentare un potenziale pericolo in ambito fitosanitario. Questo assume particolare importanza per il fatto che gli insetti sono stati catturati all’interno di aree portuali, le quali possono rappresentare sia un punto di ingresso, potenzialmente seguito dallo spostamento di queste specie verso le aree interne del territorio nazionale, sia un punto di partenza, dal quale le specie stesse potrebbero essere movimentate verso altri continenti. Questo, nello specifico, risulta un fattore di notevole importanza poiché questi insetti possono interagire con comunità autoctone, ed essere coinvolti in processi di horizontal transfer di propaguli fungini. I risultati ottenuti da questo studio suggeriscono l’attuazione di sistemi di monitoraggio che tengano conto non solo della potenziale diffusione di queste specie di insetti, ma anche delle specie fungine a loro associate, in modo da limitare la diffusione di pericolosi patogeni delle piante

Analisi del microbioma fungino associato a esemplari di Orthotomicus erosus (Wollaston) e Xyleborinus saxesenii (Ratzeburg) catturati all’interno di aree portuali italiane

Schena L;PALMERI, Vincenzo
2016-01-01

Abstract

I coleotteri scolitidi sono parassiti ampiamente conosciuti a livello mondiale per via delle significative perdite economiche che sono capaci di causare in ambito forestale, urbano e agricolo. Questi insetti presentano spesso uno stretto rapporto con diverse specie di funghi, i quali possono essere agenti causali di malattie, azzurramenti del legno e dei conseguenti danni economici che ne possono derivare. Orthotomicus erosus (Wollaston) e Xyleborinus saxesenii (Ratzeburg) (Coleoptera; Curculionidae; Scolytinae) sono due specie di scolitidi (floematico il primo, xilematico il secondo) originariamente paleartiche, ma oramai considerate cosmopolite. Queste due specie sono anche risultate essere per tre anni consecutivi (2012-2014) le due specie di scolitidi più comunemente catturate nel corso di monitoraggi effettuati all’interno di alcune delle maggiori aree portuali italiane. Queste aree sono note per essere dei punti di transito per parassiti e patogeni di piante e animali, perciò questi insetti rappresentano un buon modello per lo studio dei funghi a loro associati, che potenzialmente possono essere trasportati attraverso la movimentazione di merci. Attraverso un approccio metagenomico, è stata amplificata la regione ITS2 del DNA ribosomiale (rDNA) a partire dal DNA totale estratto dai campioni. L’analisi è stata effettuata utilizzando un sistema di Next Generation Sequencing (NGS), producendo un totale di 59.247 sequenze, che sono state raggruppate in 294 OTU. Una serie di cluster sono stati associati agli ordini fungini Ophiostomatales, Microascales e Hypocreales, ampiamente conosciuti come simbionti di queste specie di scolitidi nonché come agenti di malattie delle piante. Alcuni di questi taxa non sono mai stati associati a questi insetti, comprese specie afferenti ai generi fungini Ophiostoma, Acremonium e Fusarium. Inoltre, alcuni cluster suggeriscono l’associazione tra questi scolitidi e funghi generalisti, che potrebbero fornire a questi insetti la capacità di sfruttare risorse trofiche in habitat di nuova colonizzazione. Tra i dati analizzati, sono state ottenute un elevato numero di sequenze per le quali l’identificazione non è stata possibile, risultato imputabile alla scarsa presenza di informazioni all’interno dei database di riferimento. Queste sequenze potrebbero essere associate a funghi non coltivabili in vitro, oppure a simbionti di questi scolitidi ancora sconosciuti, che potrebbero rappresentare un potenziale pericolo in ambito fitosanitario. Questo assume particolare importanza per il fatto che gli insetti sono stati catturati all’interno di aree portuali, le quali possono rappresentare sia un punto di ingresso, potenzialmente seguito dallo spostamento di queste specie verso le aree interne del territorio nazionale, sia un punto di partenza, dal quale le specie stesse potrebbero essere movimentate verso altri continenti. Questo, nello specifico, risulta un fattore di notevole importanza poiché questi insetti possono interagire con comunità autoctone, ed essere coinvolti in processi di horizontal transfer di propaguli fungini. I risultati ottenuti da questo studio suggeriscono l’attuazione di sistemi di monitoraggio che tengano conto non solo della potenziale diffusione di queste specie di insetti, ma anche delle specie fungine a loro associate, in modo da limitare la diffusione di pericolosi patogeni delle piante
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/17481
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact