A comparison between the incisive notes of the travel diary of Dominique Vivant-Denon – head of the expedition organized by the abbot of Saint-Non, during 1778 – and the subsequent printed edition of the Voyage Pittoresque published in four volumes between 1781 and 1786, allows to analyse what was the real perception of ancient times in the Calabrian territory well beyond the half century after the ascent to the throne of Charles of Bourbon.The volumes provide the opportunity to understand what the actual, substantial visible and/or intuitive traces in a territory were, still largely unexplored and very difficult to travel through. This critical analysis of the Voyage and Denon's diary – the former had also to necessarily meet the need to win over the benevolence of possible readers – can help us understand what the cultural attitude was towards landscape heritage, the knowledge of which was still largely limited to mere literature. That patrimony was destined to revelation and protection only long after the expedition had ended. The expedition, however, spread many intriguing insights which inexplicably were not appreciated.

Il confronto tra le note incisive del diario di viaggio di Dominique Vivant-Denon – a capo della spedizione organizzata dall'abate di Saint-Non nel corso del 1778 – e la successiva edizione a stampa del Voyage Pittoresque pubblicata in quattro volumi tra il 1781 e il 1786, consente di analizzare quale fosse lo stato reale della percezione dell'Antico nel territorio calabrese ben oltre mezzo secolo la salita al trono di Carlo di Borbone. I testi offrono l'occasione per comprendere quali fossero le effettive tracce materiali visibili e/o intuibili in un territorio ancora per lo più inesplorato e molto difficile da percorrere. L'analisi critica del Voyage e del diario di Denon – il primo doveva necessariamente rispondere anche alla necessità di accattivarsi la benevolenza dei possibili fruitori – può fare comprendere quale fosse l'atteggiamento culturale verso un patrimonio la cui conoscenza era ancora in gran parte circoscritta al racconto letterario. Quel patrimonio sarebbe stato destinato ad una effettiva scoperta e tutela solo molto tempo dopo che la spedizione si era conclusa, e che comunque ebbe il merito di diffondere alcune clamorose intuizioni di cui inspiegabilmente non si fece tesoro.

Alla ricerca dell'antichità perduta. Segni dell'antico in Calabria tra il diario di Dominique Vivant Denon e il Voyage Pittoresque di Jean-Claude Richard de Saint-Non

Mussari B
2020-01-01

Abstract

A comparison between the incisive notes of the travel diary of Dominique Vivant-Denon – head of the expedition organized by the abbot of Saint-Non, during 1778 – and the subsequent printed edition of the Voyage Pittoresque published in four volumes between 1781 and 1786, allows to analyse what was the real perception of ancient times in the Calabrian territory well beyond the half century after the ascent to the throne of Charles of Bourbon.The volumes provide the opportunity to understand what the actual, substantial visible and/or intuitive traces in a territory were, still largely unexplored and very difficult to travel through. This critical analysis of the Voyage and Denon's diary – the former had also to necessarily meet the need to win over the benevolence of possible readers – can help us understand what the cultural attitude was towards landscape heritage, the knowledge of which was still largely limited to mere literature. That patrimony was destined to revelation and protection only long after the expedition had ended. The expedition, however, spread many intriguing insights which inexplicably were not appreciated.
2020
978-88-7221-979-9
Il confronto tra le note incisive del diario di viaggio di Dominique Vivant-Denon – a capo della spedizione organizzata dall'abate di Saint-Non nel corso del 1778 – e la successiva edizione a stampa del Voyage Pittoresque pubblicata in quattro volumi tra il 1781 e il 1786, consente di analizzare quale fosse lo stato reale della percezione dell'Antico nel territorio calabrese ben oltre mezzo secolo la salita al trono di Carlo di Borbone. I testi offrono l'occasione per comprendere quali fossero le effettive tracce materiali visibili e/o intuibili in un territorio ancora per lo più inesplorato e molto difficile da percorrere. L'analisi critica del Voyage e del diario di Denon – il primo doveva necessariamente rispondere anche alla necessità di accattivarsi la benevolenza dei possibili fruitori – può fare comprendere quale fosse l'atteggiamento culturale verso un patrimonio la cui conoscenza era ancora in gran parte circoscritta al racconto letterario. Quel patrimonio sarebbe stato destinato ad una effettiva scoperta e tutela solo molto tempo dopo che la spedizione si era conclusa, e che comunque ebbe il merito di diffondere alcune clamorose intuizioni di cui inspiegabilmente non si fece tesoro.
Saint-Non, Denon, Calabria, archeology, voyage, diary.
Saint-Non, Denon, Calabria, archeologia, viaggio, diario.;
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