Per ridurre il rischio legato alle mutate condizioni climatiche ed anche al crescente consumo di suolo occorre superare il pensiero tecnologista che sta dominando le nostre società dalla prima rivoluzione industriale. Pensiero ancellare all’economia che, negli ultimi decenni, si è trasformata nel vero regista dei processi antropizzazione soppiantando la centralità della politica. Così il territorio è divenuto una merce come altre e quando è anche fattore di produzione risponde ai criteri dei processi industriali basati sulle logiche della microeconomia, prima tra tutte le economie di scala. Quindi pur volendo ispirarsi al metabolismo urbano od a correnti di pensiero simili, è difficile agire in modo realmente strutturale se le scelte politiche “a monte” non supportano un approccio integrato multicriteria. Un approccio che renda evidente come l’abbandono delle aree interne significhi aumento del rischio “a valle”, solleciti ulteriore inurbamento con tutti i problemi in termini di aumento di congestione, inquinamento, consumo di suolo ad esso connessi. Mentre la SNAC parla di integrazione invece sono tagliati, in servizi e reti, i collegamenti locali, creando un allontanamento del vicino e grazie alla Alta Velocità si avvicinano i principali poli urbani. Anche a scala urbana il territorio è stato devastato dal considerarlo innanzitutto come fattore “passivo” di produzione di rendita urbana. Così si richiede una svolta anche in tal senso guidata dall’attenzione alle condizioni locali che invece essere vincoli vanno utilizzate quali indicazioni di piano - in ciò sta l’utilizzo “colto” della tecnologia - per restaurare i necessari equilibri ecologici.

Restaurare il territorio: unica politica per diminuire il rischio

ARAGONA, Stefano
2015-01-01

Abstract

Per ridurre il rischio legato alle mutate condizioni climatiche ed anche al crescente consumo di suolo occorre superare il pensiero tecnologista che sta dominando le nostre società dalla prima rivoluzione industriale. Pensiero ancellare all’economia che, negli ultimi decenni, si è trasformata nel vero regista dei processi antropizzazione soppiantando la centralità della politica. Così il territorio è divenuto una merce come altre e quando è anche fattore di produzione risponde ai criteri dei processi industriali basati sulle logiche della microeconomia, prima tra tutte le economie di scala. Quindi pur volendo ispirarsi al metabolismo urbano od a correnti di pensiero simili, è difficile agire in modo realmente strutturale se le scelte politiche “a monte” non supportano un approccio integrato multicriteria. Un approccio che renda evidente come l’abbandono delle aree interne significhi aumento del rischio “a valle”, solleciti ulteriore inurbamento con tutti i problemi in termini di aumento di congestione, inquinamento, consumo di suolo ad esso connessi. Mentre la SNAC parla di integrazione invece sono tagliati, in servizi e reti, i collegamenti locali, creando un allontanamento del vicino e grazie alla Alta Velocità si avvicinano i principali poli urbani. Anche a scala urbana il territorio è stato devastato dal considerarlo innanzitutto come fattore “passivo” di produzione di rendita urbana. Così si richiede una svolta anche in tal senso guidata dall’attenzione alle condizioni locali che invece essere vincoli vanno utilizzate quali indicazioni di piano - in ciò sta l’utilizzo “colto” della tecnologia - per restaurare i necessari equilibri ecologici.
2015
9788899237042
Ecology; Urbanization; Landscape
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/17703
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