The Riace Bronzes are two full-size bronzes cast about V century BC, located at the Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia in Reggio Calabria. Since their discovery in the coast of Riace Marina (RC) in 1972, they represent one of the most significant sculptural masterpieces of the Greek art in the world, thanks to their outstanding manufacture. Besides being noted for their extraordinary reality, the Bronzes have become one of the most important symbols of their hosting city. Over the years a lot of studies have being done both in historic area and scientific field, aimed at implementing technical improvements for their maintenance and restoration. This paper describes the methodology for the realization of a 3D model of the two sculptures lead by the Geomatics Laboratory of the DICEAM of the Mediterranea University of Reggio Calabria. The 3D modeling is based on the use of imaging techniques, as digital photogrammetry and computer vision. The digital pictures obtained, with the authorization of the Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism and of the Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia, have been then elaborated through the commercial software Agisoft PhotoScan. The results achieved denote the effectiveness of the technique used in the cultural heritage field, an acceptable alternative in relation to more expensive and demanding techniques as laser scanning.

I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo databili al V secolo a.C. custodite presso il Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Esse, sin dal loro ritrovamento avvenuto nelle acque di Riace Marina (RC) nel 1972, rappresentano uno dei più significativi capolavori scultorei dell’arte greca e sono note in tutto il mondo per la loro eccezionale fattura. Oltre ad essere contraddistinti da uno straordinario realismo, i Bronzi sono divenuti nel tempo un simbolo della città stessa che li ospita. Nel corso degli anni sono state effettuate numerose ricerche sia in ambito storico che scientifico, finalizzate allo studio della loro natura e all’implementazione di migliorie tecniche per la manutenzione e il restauro. Nella presente nota viene descritta la metodologia per la realizzazione di un modello tridimensionale delle due statue condotta dal Laboratorio di Geomatica, appartenente al DICEAM dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. La modellazione 3D realizzata si basa sull’uso delle tecniche imaging, quali fotogrammetria digitale e computer vision. Le immagini digitali acquisite, su autorizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, sono state successivamente elaborate mediante software commerciale Agisoft PhotoScan. I risultati ottenuti denotano la bontà della tecnica utilizzata nel campo dei beni culturali, valida alternativa a tecniche più costose e impegnative come il laser scanning.

L’impiego della Computer Vision nella ricostruzione 3D dei beni culturali: i Bronzi di Riace

BARRILE, Vincenzo;
2016-01-01

Abstract

The Riace Bronzes are two full-size bronzes cast about V century BC, located at the Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia in Reggio Calabria. Since their discovery in the coast of Riace Marina (RC) in 1972, they represent one of the most significant sculptural masterpieces of the Greek art in the world, thanks to their outstanding manufacture. Besides being noted for their extraordinary reality, the Bronzes have become one of the most important symbols of their hosting city. Over the years a lot of studies have being done both in historic area and scientific field, aimed at implementing technical improvements for their maintenance and restoration. This paper describes the methodology for the realization of a 3D model of the two sculptures lead by the Geomatics Laboratory of the DICEAM of the Mediterranea University of Reggio Calabria. The 3D modeling is based on the use of imaging techniques, as digital photogrammetry and computer vision. The digital pictures obtained, with the authorization of the Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism and of the Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia, have been then elaborated through the commercial software Agisoft PhotoScan. The results achieved denote the effectiveness of the technique used in the cultural heritage field, an acceptable alternative in relation to more expensive and demanding techniques as laser scanning.
2016
978-88-941232-6-5
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo databili al V secolo a.C. custodite presso il Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Esse, sin dal loro ritrovamento avvenuto nelle acque di Riace Marina (RC) nel 1972, rappresentano uno dei più significativi capolavori scultorei dell’arte greca e sono note in tutto il mondo per la loro eccezionale fattura. Oltre ad essere contraddistinti da uno straordinario realismo, i Bronzi sono divenuti nel tempo un simbolo della città stessa che li ospita. Nel corso degli anni sono state effettuate numerose ricerche sia in ambito storico che scientifico, finalizzate allo studio della loro natura e all’implementazione di migliorie tecniche per la manutenzione e il restauro. Nella presente nota viene descritta la metodologia per la realizzazione di un modello tridimensionale delle due statue condotta dal Laboratorio di Geomatica, appartenente al DICEAM dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. La modellazione 3D realizzata si basa sull’uso delle tecniche imaging, quali fotogrammetria digitale e computer vision. Le immagini digitali acquisite, su autorizzazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, sono state successivamente elaborate mediante software commerciale Agisoft PhotoScan. I risultati ottenuti denotano la bontà della tecnica utilizzata nel campo dei beni culturali, valida alternativa a tecniche più costose e impegnative come il laser scanning.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/17730
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