La città metropolitana di Reggio dovrà diventare un laboratorio per costruire un luogo in cui riconoscersi: nel quale i materiali del progetto sappiano inscrivere e riscrivere i valori di mediterraneità e classicità, che la regione calabrese esprime e conserva; valori che sono attualmente mortificati, in assenza di un progetto strategico «da mettere in tensione diretta con l’esistente, come entità che lo legittima e lo compie» per realizzare «un eroico restauro del paesaggio» (Thermes). Naturalmente, il processo di riscrittura urbana che dovrà investire la città metropolitana comporta una scelta di modificazione; e sarà utile, per questo, alimentare il confronto fra la tradizione e l’innovazione: dando nuovo slancio a quelle indagini tipologiche, le quali - con Caniggia, Giannini, Maretto, Renato e Sergio Bollati - hanno costituito una parte importante nella fondazione degli studi sul territorio reggino; ma traendo profitto da quegli avanzamenti disciplinari conquistati, in seguito, attraverso una sperimentazione progettuale innovativa (per es. in occasioni di ricerca collettiva, a Cardeto dal ’99 al 2001, o a Palmi nel 2002). Il rischio d’una modernità omologata, globalizzata, ridotta a luogo comune, non è il solo che incombe sulla nuova città metropolitana; perché l’ansia di rivalsa immediata dalle condizioni di mancato sviluppo della Calabria può condurre a perseguire scenari utopici, in cui l’amnesia delle forme fisiche della città-territorio lasci spazio a una pianificazione pervasiva, totalizzante, e sempre più astratta. E’ già successo col meta-progetto, negli anni settanta; da allora, se non altro, abbiamo capito che la città-territorio potrà essere governata solo attraverso una solidale fusione del progetto di piano con il progetto di architettura. La città metropolitana non può essere un soggetto autarchico calabrese; se vuole essere città-territorio deve porgersi come “metropoli dello Stretto” e rispecchiarsi, con tutte le sue diversità complementari, sulla Sicilia.
INVENTARIO / Arcidiacono, Giuseppe Carlo. - (2015), pp. 28-30. (Intervento presentato al convegno 100 IDEE per Reggio Calabria città metropolitana tenutosi a Reggio Calabria nel 8 luglio 2015).
INVENTARIO
ARCIDIACONO, Giuseppe Carlo
2015-01-01
Abstract
La città metropolitana di Reggio dovrà diventare un laboratorio per costruire un luogo in cui riconoscersi: nel quale i materiali del progetto sappiano inscrivere e riscrivere i valori di mediterraneità e classicità, che la regione calabrese esprime e conserva; valori che sono attualmente mortificati, in assenza di un progetto strategico «da mettere in tensione diretta con l’esistente, come entità che lo legittima e lo compie» per realizzare «un eroico restauro del paesaggio» (Thermes). Naturalmente, il processo di riscrittura urbana che dovrà investire la città metropolitana comporta una scelta di modificazione; e sarà utile, per questo, alimentare il confronto fra la tradizione e l’innovazione: dando nuovo slancio a quelle indagini tipologiche, le quali - con Caniggia, Giannini, Maretto, Renato e Sergio Bollati - hanno costituito una parte importante nella fondazione degli studi sul territorio reggino; ma traendo profitto da quegli avanzamenti disciplinari conquistati, in seguito, attraverso una sperimentazione progettuale innovativa (per es. in occasioni di ricerca collettiva, a Cardeto dal ’99 al 2001, o a Palmi nel 2002). Il rischio d’una modernità omologata, globalizzata, ridotta a luogo comune, non è il solo che incombe sulla nuova città metropolitana; perché l’ansia di rivalsa immediata dalle condizioni di mancato sviluppo della Calabria può condurre a perseguire scenari utopici, in cui l’amnesia delle forme fisiche della città-territorio lasci spazio a una pianificazione pervasiva, totalizzante, e sempre più astratta. E’ già successo col meta-progetto, negli anni settanta; da allora, se non altro, abbiamo capito che la città-territorio potrà essere governata solo attraverso una solidale fusione del progetto di piano con il progetto di architettura. La città metropolitana non può essere un soggetto autarchico calabrese; se vuole essere città-territorio deve porgersi come “metropoli dello Stretto” e rispecchiarsi, con tutte le sue diversità complementari, sulla Sicilia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.