The ancient knowledge organizes the architecture as a mimesis of nature. The perspective expresses the continuity between the human body, the architecture, and the city: a circularity of the experience that results in a coincidence of opposites (the house as city – the city as house, of Alberti's theory). The design of the beaux-arts expresses the crisis of correspondence between interior design and architectural design; and it expresses the crisis of the unitary knowledge. The Modern Movement composes the architecture through different measurement scales: it breaks the unity of architecture and city, and it proceeds by elements, fragments, parts, but the design "from spoon to city" can not start a process and configures only switching between the architectural design steps that remain independent and separate. The axonometric projection (used for the design of military equipment) becomes the sign of a modernity that is only interested in functions and manufacturing processes of the architecture: the axonometric projection not exhibites the object in space, but the space of the object. Cities and homes today are filled with "objects". The computer makes that experience possible plastics solutions of architecture in an abstract space, but the fluidity of space is often an illusion graphic instead of a real quality of built. The lightness and atopy of the contemporary architecture does not exist in reality, because the architecture is always made of materials that weigh, and is always built in a place. The space without gravity and without the boundaries that contemporary architecture strives to design can exist only in the black background of your computer. The contemporary city is made up of architectural fragments, that are even beautiful, but unrelated. The architecture does not need new objects, but it needs a theory, it needs new points of view, it needs a dream. In the dream, the things that appear to consciousness without relationships are revealed connected. If-as Novalis says-"the dream is a sign", the technique of this sign is the collage, where the things are related by nearness or by opposition. Collage City can become the picture of a city that takes note of his disorder, but transforms it through the project: a city that shapes the relationships between different objects, through a game of associations that transform the urban tension in understanding of urban space.

Il sapere antico organizza l’architettura come mimesis della natura. L’antropocentrismo della visione prospettica esprime la continuità tra corpo umano, corpus architettonico, corpo della città: una “circolarità” dell’esperienza che si traduce in “coincidenza degli opposti” (l’albertiana casa/città). La crisi del disegno beaux-arts è quella delle proiezioni raccolte a definire/misurare la corrispondenza tra interno-esterno: è crisi della conoscenza unitaria. Il Moderno articola l’architettura attraverso scale differenti: fa a pezzi l’unità (vitruviana-urbana), e procede per elementi, pezzi, parti; ma il disegno “dal cucchiaio alla città” non riesce a innescare un processo e configura solo il passaggio tra scale che restano autonome, separate. L’assonometria (delle macchine militari) diventa segno di una modernità volta alla funzionalità-fabbricabilità dell’architettura: non rappresenta l’oggetto nello spazio, ma lo spazio dell’oggetto. Le nostre città contemporanee (come le nostre case) sono piene di “oggetti”. Non serve rassicurarsi con le atopie delle sperimentazioni plastiche che il computer rende possibili ad architetture dove la fluidità dello spazio diventa più spesso allusione grafica anziché costruzione reale. La leggerezza e l’atopia dell’architettura contemporanea non esistono (l’architettura è sempre fatta di materiali che “pesano”, è sempre costruita in un luogo); lo spazio senza gravità o infinito/indeterminato che essa postula sta solo nello sfondo nero del computer. Lo “sfondo” della città contemporanea (periferia o centro, poco importa) è zeppo di oggetti-frammenti, anche belli ma senza relazioni. L’architettura non ha bisogno di nuovi oggetti “firmati”; ha bisogno di uno sforzo teorico, di nuovi punti di vista, di un sogno. Nel sogno, le cose che alla coscienza appaiono prive di relazioni si rivelano collegate. Se, come dice Novalis, “il sogno è segno”; la tecnica di questo segno è il collage, dove le cose si presentano e si relazionano per accostamento/opposizione. Collage City può diventare il disegno di una città che prende atto del suo disordine, ma lo trasforma attraverso il progetto: mettendo in forma le relazioni tra oggetti differenti, componendole attraverso un gioco di associazioni che le portano dalla casualità alla comprensione (cum-prendere = tenere insieme).

COLLAGE CITY / Arcidiacono, Giuseppe Carlo. - (2011), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno IL DISEGNO DELLE TRASFORMAZIONI tenutosi a Napoli, Facoltà di Ingegneria nel 1-2 dicembre 2011).

COLLAGE CITY

ARCIDIACONO, Giuseppe Carlo
2011-01-01

Abstract

The ancient knowledge organizes the architecture as a mimesis of nature. The perspective expresses the continuity between the human body, the architecture, and the city: a circularity of the experience that results in a coincidence of opposites (the house as city – the city as house, of Alberti's theory). The design of the beaux-arts expresses the crisis of correspondence between interior design and architectural design; and it expresses the crisis of the unitary knowledge. The Modern Movement composes the architecture through different measurement scales: it breaks the unity of architecture and city, and it proceeds by elements, fragments, parts, but the design "from spoon to city" can not start a process and configures only switching between the architectural design steps that remain independent and separate. The axonometric projection (used for the design of military equipment) becomes the sign of a modernity that is only interested in functions and manufacturing processes of the architecture: the axonometric projection not exhibites the object in space, but the space of the object. Cities and homes today are filled with "objects". The computer makes that experience possible plastics solutions of architecture in an abstract space, but the fluidity of space is often an illusion graphic instead of a real quality of built. The lightness and atopy of the contemporary architecture does not exist in reality, because the architecture is always made of materials that weigh, and is always built in a place. The space without gravity and without the boundaries that contemporary architecture strives to design can exist only in the black background of your computer. The contemporary city is made up of architectural fragments, that are even beautiful, but unrelated. The architecture does not need new objects, but it needs a theory, it needs new points of view, it needs a dream. In the dream, the things that appear to consciousness without relationships are revealed connected. If-as Novalis says-"the dream is a sign", the technique of this sign is the collage, where the things are related by nearness or by opposition. Collage City can become the picture of a city that takes note of his disorder, but transforms it through the project: a city that shapes the relationships between different objects, through a game of associations that transform the urban tension in understanding of urban space.
2011
978-88-8497-215-6
Il sapere antico organizza l’architettura come mimesis della natura. L’antropocentrismo della visione prospettica esprime la continuità tra corpo umano, corpus architettonico, corpo della città: una “circolarità” dell’esperienza che si traduce in “coincidenza degli opposti” (l’albertiana casa/città). La crisi del disegno beaux-arts è quella delle proiezioni raccolte a definire/misurare la corrispondenza tra interno-esterno: è crisi della conoscenza unitaria. Il Moderno articola l’architettura attraverso scale differenti: fa a pezzi l’unità (vitruviana-urbana), e procede per elementi, pezzi, parti; ma il disegno “dal cucchiaio alla città” non riesce a innescare un processo e configura solo il passaggio tra scale che restano autonome, separate. L’assonometria (delle macchine militari) diventa segno di una modernità volta alla funzionalità-fabbricabilità dell’architettura: non rappresenta l’oggetto nello spazio, ma lo spazio dell’oggetto. Le nostre città contemporanee (come le nostre case) sono piene di “oggetti”. Non serve rassicurarsi con le atopie delle sperimentazioni plastiche che il computer rende possibili ad architetture dove la fluidità dello spazio diventa più spesso allusione grafica anziché costruzione reale. La leggerezza e l’atopia dell’architettura contemporanea non esistono (l’architettura è sempre fatta di materiali che “pesano”, è sempre costruita in un luogo); lo spazio senza gravità o infinito/indeterminato che essa postula sta solo nello sfondo nero del computer. Lo “sfondo” della città contemporanea (periferia o centro, poco importa) è zeppo di oggetti-frammenti, anche belli ma senza relazioni. L’architettura non ha bisogno di nuovi oggetti “firmati”; ha bisogno di uno sforzo teorico, di nuovi punti di vista, di un sogno. Nel sogno, le cose che alla coscienza appaiono prive di relazioni si rivelano collegate. Se, come dice Novalis, “il sogno è segno”; la tecnica di questo segno è il collage, dove le cose si presentano e si relazionano per accostamento/opposizione. Collage City può diventare il disegno di una città che prende atto del suo disordine, ma lo trasforma attraverso il progetto: mettendo in forma le relazioni tra oggetti differenti, componendole attraverso un gioco di associazioni che le portano dalla casualità alla comprensione (cum-prendere = tenere insieme).
disegno; trasformazioni; collage
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/18080
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