Trying to understand what is the urban landscape is not an easy performance. We know that the landscape in common sense is a complex system of phenomena defined by nature and by material actions that people make in the continuous transformation process and, otherwise, urban landscape is the place of socio-spatial relationships of people. Therefore it is logical to say that the urban landscape-space exists as place of human actions. We recognize and testify a quality value to the open space of our cities in relation to the people who live it: the square is the people who live in. Learning from Djeema el-Fna or from Catania fish market is to understand the success of some urban landscapes. It means to question the values and qualities of a "landscape without a plan" that exists in relation to its cultural and spatial stratification. It also means to trace the reasons for this social success and to reproduce them in the new urban landscapes. I think that sometimes, more than assembly elements in amazing shapes and figures, we just need to remove the superfluous. Eliminate unnecessary time stratification to return to the essence of space. From the knowledge, editing and rewriting of the codes of public space depends on the opportunity to modify the urban contexts. The project must start in the city, not as a solution of decorum, but must anticipate and intercept the desires of a society, to interpret the changes, reconfiguring what is there. It is possible to say that urban landscape is the universe that gets together the complex relationships between our city and the society that uses it. It is rather curious to define the open space of cities as zero volume architecture. In this sense it would mean that city is the result of a complex structure made up by a set of architectures with and without volume. Without mentioning a multitude of definitions and out of every rhetorical criticism, I will try to illustrate how nowadays urban space-landscape is leading to redesign a contemporary image of the city, especially at the present state of crisis. The paper will show that through a reading of some models of public spaces-that can be called "natural" or "spontaneous" - it is possible to imagine a new season of the urban image and the role of public space in harmony with new economic powers and social.

Tentare di capire cosa sia il paesaggio urbano è certamente un’impresa non facile. Sappiamo che il paesaggio in senso generale è un sistema molteplice di fenomeni definito dal tempo della natura e delle azioni materiali che gli individui compiono nel continuo processo di trasformazione e, di contro, il paesaggio urbano è il luogo delle relazioni socio-spaziali, nel tempo, esercitate degli individui. E’ dunque logico affermare che il paesaggio-spazio urbano esiste in quanto luogo delle azioni umane. In fondo riconosciamo e attestiamo un valore di qualità allo spazio aperto delle nostre città in rapporto alla gente che lo vive: la piazza è la gente che la occupa. Imparare da DJemaa el-Fna, piazza interna alla medina della città rossa come normalmente è chiamata la Ville di Marrakech, vuol dire fissare le coordinate di una riflessione che, nell’organizzazione spaziale del luogo e nelle modalità del suo utilizzo, trova le ragioni di una possibile qualità urbana: comprendere il successo di alcuni paesaggi urbani, interrogarsi sui valori e le qualità del “paesaggio senza progetto” che esiste in rapporto alla sua stratificazione culturale e spaziale. Vuol dire anche rintracciare le ragioni di questo successo sociale e tentare di riprodurle nei nuovi paesaggi urbani. È possibile affermare che il paesaggio urbano è l’universo che raccoglie le complesse relazioni che si instaurano tra il costruito delle nostre città e la società che lo vive e utilizza. È invece curioso definire lo spazio aperto della città come l’architettura a volume zero. In tal senso significherebbe che la città è il risultato di una complessa costruzione formata da un insieme di architetture con e senza volumi. Senza citare una moltitudine di definizioni e fuori da ogni critica retorica, tenterò di illustrare come oggi lo spazio-paesaggio urbano sia determinante nel riformulare una immagine contemporanea della città, soprattutto nell’attuale condizione di crisi. Gli spazi urbani costituiscono un catalogo complesso di molteplici forme che rimandano a narrazioni, storie, a volte anche luoghi comuni, e sono luoghi di eccellenza nei quali stratificazioni materiali ed immateriali si sono lentamente accumulate e sedimentate. Un palinsesto mutevole che si arricchisce continuamente di modelli di urbanità e che progressivamente tende a modificare, allontanare o abbandonare riti e funzioni sociali non più compatibili con l’originarsi di nuovi stereotipi culturali. Il contributo intende dimostrare che, attraverso una lettura di alcuni modelli di spazi pubblici -che possiamo definire “naturali” o “spontanei”-, è possibile immaginare una nuova stagione dell’immagine urbana e del ruolo dello spazio pubblico in armonia con nuove istanze economiche e sociali.

Learning From Djemaa El-Fna

VILLARI, Alessandro
2012-01-01

Abstract

Trying to understand what is the urban landscape is not an easy performance. We know that the landscape in common sense is a complex system of phenomena defined by nature and by material actions that people make in the continuous transformation process and, otherwise, urban landscape is the place of socio-spatial relationships of people. Therefore it is logical to say that the urban landscape-space exists as place of human actions. We recognize and testify a quality value to the open space of our cities in relation to the people who live it: the square is the people who live in. Learning from Djeema el-Fna or from Catania fish market is to understand the success of some urban landscapes. It means to question the values and qualities of a "landscape without a plan" that exists in relation to its cultural and spatial stratification. It also means to trace the reasons for this social success and to reproduce them in the new urban landscapes. I think that sometimes, more than assembly elements in amazing shapes and figures, we just need to remove the superfluous. Eliminate unnecessary time stratification to return to the essence of space. From the knowledge, editing and rewriting of the codes of public space depends on the opportunity to modify the urban contexts. The project must start in the city, not as a solution of decorum, but must anticipate and intercept the desires of a society, to interpret the changes, reconfiguring what is there. It is possible to say that urban landscape is the universe that gets together the complex relationships between our city and the society that uses it. It is rather curious to define the open space of cities as zero volume architecture. In this sense it would mean that city is the result of a complex structure made up by a set of architectures with and without volume. Without mentioning a multitude of definitions and out of every rhetorical criticism, I will try to illustrate how nowadays urban space-landscape is leading to redesign a contemporary image of the city, especially at the present state of crisis. The paper will show that through a reading of some models of public spaces-that can be called "natural" or "spontaneous" - it is possible to imagine a new season of the urban image and the role of public space in harmony with new economic powers and social.
2012
978-88-8497-236-1
Tentare di capire cosa sia il paesaggio urbano è certamente un’impresa non facile. Sappiamo che il paesaggio in senso generale è un sistema molteplice di fenomeni definito dal tempo della natura e delle azioni materiali che gli individui compiono nel continuo processo di trasformazione e, di contro, il paesaggio urbano è il luogo delle relazioni socio-spaziali, nel tempo, esercitate degli individui. E’ dunque logico affermare che il paesaggio-spazio urbano esiste in quanto luogo delle azioni umane. In fondo riconosciamo e attestiamo un valore di qualità allo spazio aperto delle nostre città in rapporto alla gente che lo vive: la piazza è la gente che la occupa. Imparare da DJemaa el-Fna, piazza interna alla medina della città rossa come normalmente è chiamata la Ville di Marrakech, vuol dire fissare le coordinate di una riflessione che, nell’organizzazione spaziale del luogo e nelle modalità del suo utilizzo, trova le ragioni di una possibile qualità urbana: comprendere il successo di alcuni paesaggi urbani, interrogarsi sui valori e le qualità del “paesaggio senza progetto” che esiste in rapporto alla sua stratificazione culturale e spaziale. Vuol dire anche rintracciare le ragioni di questo successo sociale e tentare di riprodurle nei nuovi paesaggi urbani. È possibile affermare che il paesaggio urbano è l’universo che raccoglie le complesse relazioni che si instaurano tra il costruito delle nostre città e la società che lo vive e utilizza. È invece curioso definire lo spazio aperto della città come l’architettura a volume zero. In tal senso significherebbe che la città è il risultato di una complessa costruzione formata da un insieme di architetture con e senza volumi. Senza citare una moltitudine di definizioni e fuori da ogni critica retorica, tenterò di illustrare come oggi lo spazio-paesaggio urbano sia determinante nel riformulare una immagine contemporanea della città, soprattutto nell’attuale condizione di crisi. Gli spazi urbani costituiscono un catalogo complesso di molteplici forme che rimandano a narrazioni, storie, a volte anche luoghi comuni, e sono luoghi di eccellenza nei quali stratificazioni materiali ed immateriali si sono lentamente accumulate e sedimentate. Un palinsesto mutevole che si arricchisce continuamente di modelli di urbanità e che progressivamente tende a modificare, allontanare o abbandonare riti e funzioni sociali non più compatibili con l’originarsi di nuovi stereotipi culturali. Il contributo intende dimostrare che, attraverso una lettura di alcuni modelli di spazi pubblici -che possiamo definire “naturali” o “spontanei”-, è possibile immaginare una nuova stagione dell’immagine urbana e del ruolo dello spazio pubblico in armonia con nuove istanze economiche e sociali.
Paesaggio; Spazio pubblico; Città; Landscape
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/18278
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