Casual micro-architectures born with the intent to provide for, to make up for, to compensate, to replace. Recognizable by their silent presence, but provided by some “nobility” due to an admirable functional and formal severity. These lines aim to draw the attention to those small architectures based on the most elementary building way: the most atavistic and archetypal building way, founded on addition and superimposition. That way which addresses the same care to both the building and the choice of the minimum element: the single stone. Their scheme is as elementary as iconic: only one room, an almost square layout, a tile roof made of wooden beams. One door, one window, one tree. A rigorous scheme, getting the most significance by means of the minimum building elements. A house with the shape of a house, a tree with a shape of a tree, in a real symbiosis. Nowhere else it could be possible to find a similar morphological realization, leading to an indissoluble set of both shape and function.

Microarchitetture casuali nate per “non esserlo”, nate per sopperire, per compensare, per sostituire. Riconoscibili dalla loro presenza silenziosa eppure fornite di una qual certa “nobiltà” nata da un rigore compositivo-funzionale ammirevole. In queste righe l’attenzione vuole porsi a quelle piccole architetture che utilizzano il meccanismo costruttivo più elementare: il meccanismo additivo, della sovrapposizione, quello più atavico e più archetipo del costruire. L’atto sommatorio che include la medesima attenzione verso l’atto del costruire come verso la selezione dell’elemento minimo: la singola pietra, l’identità più atomistica del fare architettura. Il loro schema insediativo è tanto elementare quanto iconico: una pianta pressochè quadrata di un unico ambiente chiuso da una copertura a capanna realizzata in elementari travi di legno e tegole. Una porta, una finestra, un albero. Uno schema rigoroso che ottiene il massimo della significatività con il minimo degli elementi necessari. Una casa a forma di casa, un albero a forma d’albero in vera simbiosi. Una realizzazione morfologica in un insieme indissolubile di forma e funzione come in nessun altro luogo.

Architetture in via di estinzione / DI CHIO, Angelo. - (2012), pp. 554-556. (Intervento presentato al convegno Paesaggio 150. Sguardi sul paesaggio italiano tra conservazione, trasformazione e progetto in 150 anni di storia tenutosi a Reggio Calabria nel 5, 6, 7 ottobre 2011).

Architetture in via di estinzione

DI CHIO, Angelo
2012-01-01

Abstract

Casual micro-architectures born with the intent to provide for, to make up for, to compensate, to replace. Recognizable by their silent presence, but provided by some “nobility” due to an admirable functional and formal severity. These lines aim to draw the attention to those small architectures based on the most elementary building way: the most atavistic and archetypal building way, founded on addition and superimposition. That way which addresses the same care to both the building and the choice of the minimum element: the single stone. Their scheme is as elementary as iconic: only one room, an almost square layout, a tile roof made of wooden beams. One door, one window, one tree. A rigorous scheme, getting the most significance by means of the minimum building elements. A house with the shape of a house, a tree with a shape of a tree, in a real symbiosis. Nowhere else it could be possible to find a similar morphological realization, leading to an indissoluble set of both shape and function.
2012
978-88-548-4480-3
Microarchitetture casuali nate per “non esserlo”, nate per sopperire, per compensare, per sostituire. Riconoscibili dalla loro presenza silenziosa eppure fornite di una qual certa “nobiltà” nata da un rigore compositivo-funzionale ammirevole. In queste righe l’attenzione vuole porsi a quelle piccole architetture che utilizzano il meccanismo costruttivo più elementare: il meccanismo additivo, della sovrapposizione, quello più atavico e più archetipo del costruire. L’atto sommatorio che include la medesima attenzione verso l’atto del costruire come verso la selezione dell’elemento minimo: la singola pietra, l’identità più atomistica del fare architettura. Il loro schema insediativo è tanto elementare quanto iconico: una pianta pressochè quadrata di un unico ambiente chiuso da una copertura a capanna realizzata in elementari travi di legno e tegole. Una porta, una finestra, un albero. Uno schema rigoroso che ottiene il massimo della significatività con il minimo degli elementi necessari. Una casa a forma di casa, un albero a forma d’albero in vera simbiosi. Una realizzazione morfologica in un insieme indissolubile di forma e funzione come in nessun altro luogo.
microarchitetture; colline di spietramento; architetture in estinsione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/18356
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