Le specificità del caso che si presenta sono sintetizzabili in quattro punti principali: integrazione delle risorse rinnovabili e benessere; contesto come suggerimento progettuale per l’efficienza energetica; bioarchitettura come morfologia urbana e tipologia edilizia; consapevolezza, socialità, estetica ed etica urbana. Il progetto, da attuarsi mediante un P.I.R.P., Programma Integrato Riqualificazione Periferie di edilizia residenziale per cooperative, propone un modello d’intervento che qualifica l’ambito d’azione attraverso la valorizzazione del luogo: le componenti naturali da potenziali vincoli divengono elementi chiave di progettazione, attori principali di un nuovo, ma antico, paesaggio. Disegnando l’assetto complessivo dell’area e di quelle circostanti, mediante l’organizzazione dell’edificato, degli spazi aperti, dei percorsi e delle tipologie residenziali, si promuove un habitat che assicuri benessere agli abitanti attuali e futuri, quindi equità inter ed intragenerazionale puntando sulle risorse rinnovabili, sulla creazione di spazi a tutti accessibili: bambini, anziani, diversamente abili, sollecitando il formarsi di un nuovo sentire, di un appartenere ad un luogo attualmente degradato, dequalificato, abbandonato. Grande rilievo è dato alle indicazioni di urbanistica partecipata derivanti dal Laboratorio di Pianificazione Territoriale, connesso ai Laboratori di Bioedilizia e di Comunicazione e Partecipazione, svoltosi tra febbraio e marzo del 2007, e dalle indagini dirette sul campo: così i suggerimenti progettuali vanno oltre le norme standardizzate, comunque rispettate. Seguendo la filosofia del Comune che per i P.I.R.P. evidenzia le diverse istanze locali intrecciando le emergenze espresse dal Settore Assetto del Territorio con quelle dei Servizi Sociali e quindi con il Forum di Agenda 21 Locale: modalità definita LA CURA nel molteplice significato di manutenzione, affezione al luogo ed accoglienza. Proponendo spazi di socialità, di comunicazione ed in/formazione per costruire, rafforzare, la partecipazione degli abitanti, la loro vita sociale e quindi la democrazia: offrire spunti per quella che Gennari (1995) chiama pedagogia della città. Un elemento chiave del progetto è la qualità estetica, cioè riconoscimento ed identità. Leggibilità (Lynch, 1964) della città per opporsi alla formazione di luoghi anonimi ed indifferenziati, non luoghi (Augè, 1993). Mediante percorsi, margini, emergenze, aree e barriere si costruisce un paesaggio sostenibile affinché, in alleanza con la natura (Scandurra, 1995), da abitanti si formino cittadini, cum-cives (Cacciari, 1991). Oltre che rispondere ai requisiti del Programma Tricase - Il Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie (PIRP) si segue la filosofia del Protocollo ITACA e le indicazioni del Codice Concordato ANCAB, condividendone la logica e l’approccio integrato.

Aria, sole, acqua e terra per un nuovo quartiere urbano.

ARAGONA, Stefano;
2010-01-01

Abstract

Le specificità del caso che si presenta sono sintetizzabili in quattro punti principali: integrazione delle risorse rinnovabili e benessere; contesto come suggerimento progettuale per l’efficienza energetica; bioarchitettura come morfologia urbana e tipologia edilizia; consapevolezza, socialità, estetica ed etica urbana. Il progetto, da attuarsi mediante un P.I.R.P., Programma Integrato Riqualificazione Periferie di edilizia residenziale per cooperative, propone un modello d’intervento che qualifica l’ambito d’azione attraverso la valorizzazione del luogo: le componenti naturali da potenziali vincoli divengono elementi chiave di progettazione, attori principali di un nuovo, ma antico, paesaggio. Disegnando l’assetto complessivo dell’area e di quelle circostanti, mediante l’organizzazione dell’edificato, degli spazi aperti, dei percorsi e delle tipologie residenziali, si promuove un habitat che assicuri benessere agli abitanti attuali e futuri, quindi equità inter ed intragenerazionale puntando sulle risorse rinnovabili, sulla creazione di spazi a tutti accessibili: bambini, anziani, diversamente abili, sollecitando il formarsi di un nuovo sentire, di un appartenere ad un luogo attualmente degradato, dequalificato, abbandonato. Grande rilievo è dato alle indicazioni di urbanistica partecipata derivanti dal Laboratorio di Pianificazione Territoriale, connesso ai Laboratori di Bioedilizia e di Comunicazione e Partecipazione, svoltosi tra febbraio e marzo del 2007, e dalle indagini dirette sul campo: così i suggerimenti progettuali vanno oltre le norme standardizzate, comunque rispettate. Seguendo la filosofia del Comune che per i P.I.R.P. evidenzia le diverse istanze locali intrecciando le emergenze espresse dal Settore Assetto del Territorio con quelle dei Servizi Sociali e quindi con il Forum di Agenda 21 Locale: modalità definita LA CURA nel molteplice significato di manutenzione, affezione al luogo ed accoglienza. Proponendo spazi di socialità, di comunicazione ed in/formazione per costruire, rafforzare, la partecipazione degli abitanti, la loro vita sociale e quindi la democrazia: offrire spunti per quella che Gennari (1995) chiama pedagogia della città. Un elemento chiave del progetto è la qualità estetica, cioè riconoscimento ed identità. Leggibilità (Lynch, 1964) della città per opporsi alla formazione di luoghi anonimi ed indifferenziati, non luoghi (Augè, 1993). Mediante percorsi, margini, emergenze, aree e barriere si costruisce un paesaggio sostenibile affinché, in alleanza con la natura (Scandurra, 1995), da abitanti si formino cittadini, cum-cives (Cacciari, 1991). Oltre che rispondere ai requisiti del Programma Tricase - Il Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie (PIRP) si segue la filosofia del Protocollo ITACA e le indicazioni del Codice Concordato ANCAB, condividendone la logica e l’approccio integrato.
2010
978-88-7603-039-0
Progettazione urbanistica ecologica, Contesto locale, Comunità locae e Paartecipazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/18521
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