La programmazione di una sostenibile gestione agronomica delle produzioni agricole non può prescindere da un attento governo del suolo tale da garantire degli elevati livelli quali-quantitativi delle produzioni preservando, tuttavia, la stessa risorsa suolo da fenomeni di degradazione. L’incorporamento nel suolo di residui della digestione anaerobica rappresenta una pratica agronomica sempre più diffusa anche in Calabria per la gestione sostenibile della fertilità dei suoli agrari. Obiettivo della presente sperimentazione è stato quello di valutare gli effetti dell’introduzione di due diverse pratiche di gestione del suolo (la non lavorazione e l’ammendamento con digestato), in confronto alla gestione tradizionale lavorazione, sui parametri della fertilità chimica e biochimica del suolo e sulle emissioni di CO2 in atmosfera. La sperimentazione è stata condotta presso un oliveto sito lungo la fascia tirrenica calabrese su un suolo argilloso a pH acido (Typic Hapludalfs). Il trattamento “non lavorato” (NT) ha previsto il solo sfalcio meccanico della flora infestante, mentre nella tesi ammendata (DIG) è stata interrata meccanicamente una dose pari di 30 t ha-1 di digestato. Il suolo lavorato ma non ammendato (TILL) è stato usato come controllo. Le seguenti variabili chimiche e biochimiche sono state monitorate: C organico, N totale, N solubile, carbonio della biomassa microbica (MBC), respirazione basale (Rbas) e quoziente di mineralizzazione (qM). Le emissioni di CO2 in campo sono state monitorare in continuo durante il periodo sperimentale di 1 anno. L’applicazione del digestato (DIG) ha stimolato l’attività microbica del suolo incrementando il MBC (+47%), Rbas (+122%) e il qM (+76%); mentre nella tesi NT si è verificato un effetto opposto (MBC -4%; Rbas -9%; qM -10%) rispetto al TILL. Questi risultati sono stati confermati dalle misure in campo delle emissioni di CO2 (DIG +35%; NT -20%). Ciò conferma come lavorazione del suolo possa direttamente stimolare i processi di mineralizzazione dei pool più labili di carbonio nel suolo nel breve periodo. Viceversa, la minore attività microbica e i minori flussi di anidride carbonica rilevata in campo nella tesi non lavorata lasciano ipotizzare come tale pratica rallenti la mineralizzazione della sostanza organica promuovendo, nel medio e lungo periodo, il sequestro di carbonio. I risultati ottenuti indicano, inoltre, che l’ammendamento con digestato, pur stimolando l’attività biologica del suolo e quindi il rilascio di nutrienti, contrasta la deplezione del contenuto in sostanza organica compensando gli effetti deleteri della lavorazione tradizionale. I risultati ottenuti suggeriscono che l’applicazione al suolo di digestato e la non lavorazione possano rappresentare due strategie agronomiche valide per la conservazione della fertilità del suolo nella filiera produttiva olivicola in ambiente Mediterraneo.

Effetto del sistema di gestione del suolo e dell’ammendamento con digestato sulle dinamiche del carbonio e sulle emissioni di CO2 in un oliveto in ambiente mediterraneo

Badagliacca G;Monti M;GELSOMINO, Antonio
2017-01-01

Abstract

La programmazione di una sostenibile gestione agronomica delle produzioni agricole non può prescindere da un attento governo del suolo tale da garantire degli elevati livelli quali-quantitativi delle produzioni preservando, tuttavia, la stessa risorsa suolo da fenomeni di degradazione. L’incorporamento nel suolo di residui della digestione anaerobica rappresenta una pratica agronomica sempre più diffusa anche in Calabria per la gestione sostenibile della fertilità dei suoli agrari. Obiettivo della presente sperimentazione è stato quello di valutare gli effetti dell’introduzione di due diverse pratiche di gestione del suolo (la non lavorazione e l’ammendamento con digestato), in confronto alla gestione tradizionale lavorazione, sui parametri della fertilità chimica e biochimica del suolo e sulle emissioni di CO2 in atmosfera. La sperimentazione è stata condotta presso un oliveto sito lungo la fascia tirrenica calabrese su un suolo argilloso a pH acido (Typic Hapludalfs). Il trattamento “non lavorato” (NT) ha previsto il solo sfalcio meccanico della flora infestante, mentre nella tesi ammendata (DIG) è stata interrata meccanicamente una dose pari di 30 t ha-1 di digestato. Il suolo lavorato ma non ammendato (TILL) è stato usato come controllo. Le seguenti variabili chimiche e biochimiche sono state monitorate: C organico, N totale, N solubile, carbonio della biomassa microbica (MBC), respirazione basale (Rbas) e quoziente di mineralizzazione (qM). Le emissioni di CO2 in campo sono state monitorare in continuo durante il periodo sperimentale di 1 anno. L’applicazione del digestato (DIG) ha stimolato l’attività microbica del suolo incrementando il MBC (+47%), Rbas (+122%) e il qM (+76%); mentre nella tesi NT si è verificato un effetto opposto (MBC -4%; Rbas -9%; qM -10%) rispetto al TILL. Questi risultati sono stati confermati dalle misure in campo delle emissioni di CO2 (DIG +35%; NT -20%). Ciò conferma come lavorazione del suolo possa direttamente stimolare i processi di mineralizzazione dei pool più labili di carbonio nel suolo nel breve periodo. Viceversa, la minore attività microbica e i minori flussi di anidride carbonica rilevata in campo nella tesi non lavorata lasciano ipotizzare come tale pratica rallenti la mineralizzazione della sostanza organica promuovendo, nel medio e lungo periodo, il sequestro di carbonio. I risultati ottenuti indicano, inoltre, che l’ammendamento con digestato, pur stimolando l’attività biologica del suolo e quindi il rilascio di nutrienti, contrasta la deplezione del contenuto in sostanza organica compensando gli effetti deleteri della lavorazione tradizionale. I risultati ottenuti suggeriscono che l’applicazione al suolo di digestato e la non lavorazione possano rappresentare due strategie agronomiche valide per la conservazione della fertilità del suolo nella filiera produttiva olivicola in ambiente Mediterraneo.
2017
Gestione conservativa; Digestato; Emissioni climalteranti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/19485
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