Il successo dei luoghi si progetta ogni giorno, si ricerca nelle nuove parti di città e si rigenera nella città consolidata che richiede costanti reinterpretazioni di cos’è bene celebrare, mantenere e di quali spazi ridisegnare perchè possano continuare a esprimere qualità. La complessità urbana è una qualità viva e per essere autentica deve mantenere i segni del vissuto nella sapiente valorizzazione dei contrasti tra nuovi interventi urbani e testimonianze del carattere e dell’identità semantica e storica della città. Se per lungo tempo si è costruito in tutti gli interstizi della città e nelle campagne circostanti piuttosto che realizzare architetture innovative, luoghi comuni e interessanti spazi urbani, in una rinuncia alla complessità che si è risolta poi in una rinuncia alla città, ora il desiderio di qualità è un’istanza sempre più sentita e un nuovo diritto alla città si fa collettivo rivolgendosi agli spazi del quotidiano più che a quelli altamente rappresentativi. Un desiderio che richiede qualità della residenza, degli spazi ad essa connessi, del verde pubblico, dell’offerta di luoghi per il tempo libero e la socialità. Offrire un contributo alla società deve oggi significare poter realizzare opere che migliorino la vitalità della città e la rendano uno sfondo attraente e appropriato allo svolgimento dell’esistenza. Questi i temi trattati riassumibili sostanzialmente nelle grandi questioni che animano la città del terzo millennio e che riguardano le ricadute sociali degli interventi di trasformazione urbana, l’equilibrio e le benefiche rotture tra permanenze, innovazioni e nuove centralità determinabili dall’efficacia della mobilità e da una giusta accessibilità materiale e immateriale.
Gli dèi della città. Progettare un nuovo umanesimo / Fallanca, Concetta. - (2016), pp. 1-291.
Gli dèi della città. Progettare un nuovo umanesimo
FALLANCA, Concetta
2016-01-01
Abstract
Il successo dei luoghi si progetta ogni giorno, si ricerca nelle nuove parti di città e si rigenera nella città consolidata che richiede costanti reinterpretazioni di cos’è bene celebrare, mantenere e di quali spazi ridisegnare perchè possano continuare a esprimere qualità. La complessità urbana è una qualità viva e per essere autentica deve mantenere i segni del vissuto nella sapiente valorizzazione dei contrasti tra nuovi interventi urbani e testimonianze del carattere e dell’identità semantica e storica della città. Se per lungo tempo si è costruito in tutti gli interstizi della città e nelle campagne circostanti piuttosto che realizzare architetture innovative, luoghi comuni e interessanti spazi urbani, in una rinuncia alla complessità che si è risolta poi in una rinuncia alla città, ora il desiderio di qualità è un’istanza sempre più sentita e un nuovo diritto alla città si fa collettivo rivolgendosi agli spazi del quotidiano più che a quelli altamente rappresentativi. Un desiderio che richiede qualità della residenza, degli spazi ad essa connessi, del verde pubblico, dell’offerta di luoghi per il tempo libero e la socialità. Offrire un contributo alla società deve oggi significare poter realizzare opere che migliorino la vitalità della città e la rendano uno sfondo attraente e appropriato allo svolgimento dell’esistenza. Questi i temi trattati riassumibili sostanzialmente nelle grandi questioni che animano la città del terzo millennio e che riguardano le ricadute sociali degli interventi di trasformazione urbana, l’equilibrio e le benefiche rotture tra permanenze, innovazioni e nuove centralità determinabili dall’efficacia della mobilità e da una giusta accessibilità materiale e immateriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.