Il trust è considerato, nel suo modello tradizionale, una delle più eloquenti espressioni delle “singolarità tecniche che demarcano una famiglia giuridica dall’altra”. Le ragioni per un ripensamento della sua struttura e delle sue problematiche applicative risiedono dunque, in primo luogo, in questa caratteristica, che ha consentito fra l’altro, nel presente lavoro, un’incidentale analisi di talune peculiarità del mondo di common law inglese. Peraltro, negli anni più recenti, il panorama interno ha registrato l’emergere di nuove problematiche e di diversi parametri normativi, attinenti a fattispecie che testimoniano una “apertura” alla separazione patrimoniale ed una peculiare attenzione per la figura della destinazione allo scopo (l’introduzione nel codice civile della disciplina dei patrimoni di destinazione; l’inserimento dell’art. 2645 ter in materia di trascrizione; la disciplina dei patti di famiglia). A venticinque anni dalla Convenzione dell’Aja il dibattito su trust e separazione patrimoniale non è dunque del tutto sopito, anche perché la normativa fiscale ha riconosciuto allo strumento un’autonoma soggettività (tributaria), e due disegni di legge nel 2010 hanno formulato la disciplina del contratto di fiducia. Sulla scia di queste sollecitazioni, la riflessione sulle possibilità applicative dei trusts in Italia è stata circoscritta, nel presente lavoro, alla verifica delle compatibilità nell’ambito del diritto delle persone e della famiglia. Questa materia presenta limiti positivi precisi, rispetto ai quali è risultato particolarmente stimolante saggiare i confini dell’autonomia privata e i paralleli orientamenti della giurisprudenza, e prospettive applicative ampie e non necessariamente mortificate da mere utilizzazioni strumentali. La verifica della utilizzabilità dei trusts nell’ambito del diritto di famiglia è stata condotta tenendo presente le dimensioni che, più delle altre, ne hanno giustificato storicamente la regolamentazione positiva: la cura della prole e delle situazioni di minorazione; la razionale sistemazione dei beni in prospettiva post mortem; la soluzione patrimoniale dei conflitti coniugali.

Trusts e separazione patrimoniale nei rapporti familiari e personali

DI LANDRO, Amalia Chiara
2010-01-01

Abstract

Il trust è considerato, nel suo modello tradizionale, una delle più eloquenti espressioni delle “singolarità tecniche che demarcano una famiglia giuridica dall’altra”. Le ragioni per un ripensamento della sua struttura e delle sue problematiche applicative risiedono dunque, in primo luogo, in questa caratteristica, che ha consentito fra l’altro, nel presente lavoro, un’incidentale analisi di talune peculiarità del mondo di common law inglese. Peraltro, negli anni più recenti, il panorama interno ha registrato l’emergere di nuove problematiche e di diversi parametri normativi, attinenti a fattispecie che testimoniano una “apertura” alla separazione patrimoniale ed una peculiare attenzione per la figura della destinazione allo scopo (l’introduzione nel codice civile della disciplina dei patrimoni di destinazione; l’inserimento dell’art. 2645 ter in materia di trascrizione; la disciplina dei patti di famiglia). A venticinque anni dalla Convenzione dell’Aja il dibattito su trust e separazione patrimoniale non è dunque del tutto sopito, anche perché la normativa fiscale ha riconosciuto allo strumento un’autonoma soggettività (tributaria), e due disegni di legge nel 2010 hanno formulato la disciplina del contratto di fiducia. Sulla scia di queste sollecitazioni, la riflessione sulle possibilità applicative dei trusts in Italia è stata circoscritta, nel presente lavoro, alla verifica delle compatibilità nell’ambito del diritto delle persone e della famiglia. Questa materia presenta limiti positivi precisi, rispetto ai quali è risultato particolarmente stimolante saggiare i confini dell’autonomia privata e i paralleli orientamenti della giurisprudenza, e prospettive applicative ampie e non necessariamente mortificate da mere utilizzazioni strumentali. La verifica della utilizzabilità dei trusts nell’ambito del diritto di famiglia è stata condotta tenendo presente le dimensioni che, più delle altre, ne hanno giustificato storicamente la regolamentazione positiva: la cura della prole e delle situazioni di minorazione; la razionale sistemazione dei beni in prospettiva post mortem; la soluzione patrimoniale dei conflitti coniugali.
2010
978-88-495-2053-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20551
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