In Learning from Pavilion the topic of Pavilion has been elaborated as a moment of materialization of an idea that is still a “thought”. Its ephemeral nature is connoted not as a device for statement of a temporary spatial principle but as a memory and synthesis of an idea to design in the future that challenge the time and transform it into eternal work, becoming an occasion of a continuous verification and experimentation with the “limits “of the project. Assumed as an sensible indicator of a profound mutation of the architecture and the art, the topic of the Pavilion is elaborated trough a List of 100 projects from 1851 (The Cristal Palace of Paxton) to 2015 (the UK pavilion of Buttress for Expo Milano) that in a sort of a conceptual and visual “vertigo” become a path of knowledge and exploration and collection of spatial visions re-classified according a formal categories: PUREVOLUME_GRID_PLANS_SHELL/MEMBRANE_VOID_FRAGMENT_ACCUMULATION/ENTANGLEMENT_REPETITION_TRANSPARENCY. The second part of the publication consists 100 spatial diagrams of Pavilions developed from the first year students. It is an atlas of generative grammar of some entities for designing – Point, Line, Surface, Volume – conceived as geometries and founded materials for construction of the architectural space.

In Learning from Pavilion il tema del Padiglione è proposto come il momento di materializzazione di un’idea che è ancora “pensiero”. La sua natura effimera lo connota non già come un dispositivo di enunciazione di un principio spaziale temporaneo bensì come memoria e sintesi di un’idea da proiettare nel futuro che può sfidare il tempo e trasformarsi in opera eterna, diventando occasione di continua verifica e sperimentazione dei “limiti” del progetto. Assunto come indicatore sensibile delle profonde mutazioni dell’architettura e dell’arte, il tema del Padiglione è indagato attraverso una Lista di 100 progetti – dal 1851 (il Crystal Palace di Paxton) al 2015 (l’UK Pavilion di Buttress all’Expo di Milano) – che in una “vertigine” concettuale e visiva diventa un percorso di conoscenza e di esplorazione ma anche una collezione di visioni spaziali, ri-classificate secondo categorie formali: _VOLUME PURO _GRIGLIA _PIANI _GUSCIO/MEMBRANA _VUOTO _FRAMMENTO _ACCUMULO/GROVIGLIO _RIPETIZIONE _TRASPARENZA. Una seconda parte del volume raccoglie 100 diagrammi spaziali di Padiglioni sviluppati dagli studenti del primo anno che vanno a configurare un atlante di soluzioni di grammatica generativa su alcuni enti minimi di scrittura – Punto, Linea, Superficie, Volume – concepiti come le geometrie e i materiali fondativi nella costruzione dello spazio architettonico.

Learning from Pavilion. 100+100

TORNATORA M.
2016-01-01

Abstract

In Learning from Pavilion the topic of Pavilion has been elaborated as a moment of materialization of an idea that is still a “thought”. Its ephemeral nature is connoted not as a device for statement of a temporary spatial principle but as a memory and synthesis of an idea to design in the future that challenge the time and transform it into eternal work, becoming an occasion of a continuous verification and experimentation with the “limits “of the project. Assumed as an sensible indicator of a profound mutation of the architecture and the art, the topic of the Pavilion is elaborated trough a List of 100 projects from 1851 (The Cristal Palace of Paxton) to 2015 (the UK pavilion of Buttress for Expo Milano) that in a sort of a conceptual and visual “vertigo” become a path of knowledge and exploration and collection of spatial visions re-classified according a formal categories: PUREVOLUME_GRID_PLANS_SHELL/MEMBRANE_VOID_FRAGMENT_ACCUMULATION/ENTANGLEMENT_REPETITION_TRANSPARENCY. The second part of the publication consists 100 spatial diagrams of Pavilions developed from the first year students. It is an atlas of generative grammar of some entities for designing – Point, Line, Surface, Volume – conceived as geometries and founded materials for construction of the architectural space.
2016
9788849233438
In Learning from Pavilion il tema del Padiglione è proposto come il momento di materializzazione di un’idea che è ancora “pensiero”. La sua natura effimera lo connota non già come un dispositivo di enunciazione di un principio spaziale temporaneo bensì come memoria e sintesi di un’idea da proiettare nel futuro che può sfidare il tempo e trasformarsi in opera eterna, diventando occasione di continua verifica e sperimentazione dei “limiti” del progetto. Assunto come indicatore sensibile delle profonde mutazioni dell’architettura e dell’arte, il tema del Padiglione è indagato attraverso una Lista di 100 progetti – dal 1851 (il Crystal Palace di Paxton) al 2015 (l’UK Pavilion di Buttress all’Expo di Milano) – che in una “vertigine” concettuale e visiva diventa un percorso di conoscenza e di esplorazione ma anche una collezione di visioni spaziali, ri-classificate secondo categorie formali: _VOLUME PURO _GRIGLIA _PIANI _GUSCIO/MEMBRANA _VUOTO _FRAMMENTO _ACCUMULO/GROVIGLIO _RIPETIZIONE _TRASPARENZA. Una seconda parte del volume raccoglie 100 diagrammi spaziali di Padiglioni sviluppati dagli studenti del primo anno che vanno a configurare un atlante di soluzioni di grammatica generativa su alcuni enti minimi di scrittura – Punto, Linea, Superficie, Volume – concepiti come le geometrie e i materiali fondativi nella costruzione dello spazio architettonico.
pavilion, ephemeral, architectural topics
padiglione, effimero, principi compositivi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12318/20666
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